Nei principali comprensori di sci ticinesi c’è molta soddisfazione per l’affluenza nel primo weekend d’apertura
LUGANO - «È da anni che non riuscivamo ad aprire a metà dicembre, questa è una partenza da sogno». Sono le parole di Fabio Mandioni, direttore della stazione turistica del Nara, dove questo weekend sono stati messi in funzione sette impianti su sette. L’entusiasmo e molto ottimismo si ritrovano comunque in tutti i principali comprensori di sci ticinesi, che - grazie alle abbondanti nevicate della scorsa settimana e al sole nel weekend - hanno registrato una partenza coi fiocchi. «Nonostante l’apertura domenicale dei negozi e gli ultimi acquisti di Natale, al Nara abbiamo registrato circa cinquecento persone al giorno» afferma Mandioni, aggiungendo: «Con un innevamento che in alto supera il metro, per questa stagione siamo sulla buona strada».
Anche ad Airolo l’affluenza è stata «buona», soprattutto considerando che è stato aperto solo il comprensorio di Pesciüm e la discesa a valle (il comprensorio di Ravina è in preparazione e aprirà entro sabato 23). «Abbiamo avuto due giornate con una media di settecento primi passaggi quotidiani» ci dice infatti Renzo Pesciallo, direttore di Valbianca SA. E ci ricorda: «Lo scorso anno eravamo riusciti ad aprire l’intero comprensorio a partire solo dal 24 gennaio e addirittura mai con la discesa a valle».
Per Livio Merzaghi, gerente degli impianti di Carì, «ci sono tutte le premesse per una buona stagione invernale». Anche la stazione turistica situata sopra Faido ha infatti messo in funzione tutti gli impianti. E registra già un'ottima richiesta di giornaliere: «Le vendite stanno andando forte, in particolare per la tessera da cinque giornate che proponiamo come promozione di Natale» spiega.
«In Ticino si sta risvegliando il mercato dello sci» esordisce, da parte sua, Giovanni Frapolli degli impianti di Bosco Gurin. Impianti che sono partiti già lo scorso 28 novembre. «Ma il risultato di questo weekend è eccezionale» sottolinea Frapolli. Che conclude: «Ci vogliono professionalità e promozione, e tra qualche anno il Ticino non sarà più l’ultimo della classe».