A lezione sul posto di lavoro dei genitori. Sulla scelta della Medacta di Castel San Pietro Bertoli dice: «Nel pubblico il concetto è diverso. Ma le richieste di servizi extra sono in aumento»
BELLINZONA – Dapprima un asilo nido. Poi una scuola dell’infanzia. Ora, è in arrivo addirittura una scuola elementare privata. Strutture destinate ai figli dei dipendenti della Medacta di Castel San Pietro, azienda specializzata in prodotti ortopedici. I ragazzini andranno a lezione praticamente sotto lo stesso tetto in cui lavorano i genitori. Con tanto di servizio mensa e orari prolungati. Da una parte l’idea ha il pregio di venire incontro alle famiglie dei lavoratori. Dall’altra, solleva diversi interrogativi. Ne abbiamo discusso con Manuele Bertoli, direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport.
Onorevole Bertoli, è sano per un bambino frequentare la scuola dell’obbligo in un contesto del genere?
Non conosco ancora il caso specifico. Di certo il principio su cui si basa la scuola pubblica è differente. Noi puntiamo sull’inclusione. Qualsiasi scuola privata, per essere parificata o autorizzata, deve sottostare alle direttive cantonali. Sta poi ai genitori fare le dovute scelte.
Alla Medacta si punta su orari prolungati e servizio mensa. La scuola pubblica non fa abbastanza da questo punto di vista?
Nelle scuole dell’infanzia pubbliche il servizio mensa è praticamente generalizzato. Anche le scuole elementari, nel corso degli anni, si sono dotate di diversi servizi extra scolastici. Certamente dipende sempre anche dalla zona in cui la scuola è situata. I bambini di una sede periferica probabilmente avranno esigenze diverse rispetto a quelli di una sede urbana.
Le famiglie chiedono sempre di più alla scuola. Non è un po’ fuori luogo?
È vero. Le richieste legate a servizi extra scolastici sono in grande aumento. Perché sta cambiando il modo di organizzare la giornata delle famiglie. Sempre più spesso entrambi i genitori lavorano. Poi ci sono tante famiglie monoparentali… A volte ci sono anche famiglie che ricorrono in maniera esagerata ai servizi extra scolastici, non lo nascondo.
Come reagisce il Cantone di fronte a questo nuovo scenario?
Il pacchetto fiscale e sociale previsto dal Cantone indica che nel 2021 saranno stanziati 13,2 milioni di franchi per asili nido e servizi extra scolastici. Nel frattempo, annualmente, la cifra sarà di poco inferiore ai 10 milioni. Insomma, è un tema sensibile.
La scuola deve andare incontro al mondo del lavoro. Non le sembra preoccupante invece, che non accada quasi mai il contrario?
L’economia si occupa molto di sé stessa. Non pensa troppo al resto, purtroppo. C’è una concezione filosofica di fondo che andrebbe modificata. Ma noi dobbiamo attenerci alla realtà dei fatti. Che ci impone di migliorare, nel presente, i nostri servizi.