Dopo anni di attività, Tiziana Poretti cerca qualcuno che rilevi la sua attività di street food “Polenta fö da ca”
SESSA - Forse non tutti la conosceranno per nome, ma di sicuro se chiedete nel Malcantone di “quella che fa la polenta”, vi indicheranno lei: Tiziana Poretti. Ormai sette anni fa si lanciò nell’avventura dello street food, nel modo più semplice e ticinese che ci sia: un paiolo, acqua e farina di mais. Prima a Sessa, poi anche a Caslano e Novaggio.
Da qualche giorno su Facebook è apparso l’annuncio: «Cerchi un lavoro al mattino? Autonomo a contatto con persone? Voglio lasciare la mia attività in buone mani! Creata con amore e costanza! Contattami e ne discutiamo!». Eh sì, Tiziana “esce dal giro”. Come mai? «Continuerò a farlo a Sessa a titolo volontario, ma ho anche uno studio di podologia e un altro part-time. Non ce la faccio più con il tempo», ci racconta. Anche perché sono sempre più le persone o gli enti che la contattano per un evento o per una festa: «Ricevo tantissime richieste». Poi, ancora, ci sono i sempre più numerosi festival di street food a cui partecipare.
A chiudere, però, non ci pensa, preferisce che qualcun altro prosegua l’avventura: «Ci tengo molto. Mi dispiacerebbe lasciarlo perdere, non tanto per i soldi, ma soprattutto per l’impegno che ci ho messo. Nei piccoli paesi bisogna farsi conoscere e guadagnarsi la fiducia».
Quali doti servono per essere un preparatore di polenta ambulante? «Serve molta costanza, a volte nei paesi non c’è nessuno e si vende poco. Poi ci vuole il piacere di conoscere le persone e di ricordarsele. E soprattutto ci vuole vöja da fan, perché si è fuori con il caldo, con il freddo, con il vento». Si lavora soprattutto la mattina: «Io esco di casa alle 8, alle 9 accendo l’acqua e alle 11.30 inizio la distribuzione, che dura fino alle 13/13.30. Tornata a casa metto a mollo il paiolo e la sera non resta che lavarlo».
«Mi piacerebbe trovare qualcuno che non ha un lavoro o che lavora solo d’estate», spiega. La cessione non sarebbe gratuita, ma nemmeno costosa ci assicura: «È un prezzo abbordabile, a dire la verità voglio solo finire di pagare la macchina». Tiziana, si sente da come ne parla, tiene molto alla sua creazione: «È il mio bambino, se qualcuno lo prende non lo abbandono, quindi sarei contenta di seguirlo e insegnargli tutto quello che serve».