Se si calcolasse il canone in base alla popolazione delle regioni linguistiche, la spesa per la Rsi dei ticinesi sarebbe molto elevata. Ogni anno sono 220 i milioni che arrivano da oltre Gottardo
BERNA - L’obiettivo dell’iniziativa “No Billag” è far sì che in futuro le emittenti radiotelevisive attualmente titolari di una concessione con partecipazione al canone non percepiscano più i proventi del canone di ricezione e che sia abolito anche qualsiasi sussidio diretto a beneficio delle emittenti radiotelevisive.
Di fatto, l’incasso del canone ha portato un introito di 885 milioni di franchi lo scorso anno nella Svizzera tedesca. Di questi, “solo” 525 milioni sono stati spesi sul territorio per le emittenti radiotelevisive. Secondo i dati annuali della SRG - pubblicati da 20 Minuten -, del restante 57% 120 milioni di franchi sono andati alla Svizzera francese, 220 milioni alla Svizzera italiana e 20 milioni ai Grigioni (senza le vallate italofone).
2’375 franchi per il Ticino - Dal piatto del canone, dunque, la Svizzera italiana ha incassato un totale di 265 milioni di franchi. Di questi, solo 45 milioni sono stati recuperati nella regione. Se si calcolasse il canone radiotelevisivo in base alla popolazione delle singole regioni linguistiche, i ticinesi dovrebbero pagare 2’375 franchi per la Rsi. Seguono i romandi con 610 franchi e, infine, gli svizzero-tedeschi con 280 franchi.
I promotori di “No Billag” aspirano a un cambiamento di sistema che permetta una concorrenza leale tra i media. Secondo Martin Candinas, Consigliere nazionale PPD contrario all’iniziativa, non esisterebbe più un’offerta di programmi radiotelevisivi equivalente in tutte le regioni linguistiche. «L'abolizione è un ragionamento egoista. Un canone di 365 franchi assicurerebbe una programmazione pluralista, un’offerta televisiva equilibrata di informazione, intrattenimento, sport e cultura».
Markus Horst (UDC) rimanda al mittente l’accusa di egoismo di “No Billag”. Il sistema della redistribuzione ai cantoni del canone non è ciò che lo turba, quanto piuttosto l’obbligatorietà: «La SRG potrebbe trasferire le entrate della Svizzera tedesca ad altre regioni anche senza prelevare una tassa obbligatoria. In ogni azienda ci sono aree più o meno redditizie». Sconvolto dalle cifre “reali”, secondo cui i ticinesi dovrebbero pagare 2’375 all’anno, Horst aggiunge: «È la dimostrazione che la SRG sta superando il limite. Un servizio di informazione in lingua italiana non necessita di 1’000 dipendenti e 265 milioni di franchi».