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LUGANO Manager licenziato fa causa all'azienda: «In Ticino poca serietà»

21.11.17 - 07:01
Il settore dei cacciatori di teste è «una giungla» afferma chi ci lavora. A farne le spese, a volte, sono i dirigenti d'azienda
Manager licenziato fa causa all'azienda: «In Ticino poca serietà»
Il settore dei cacciatori di teste è «una giungla» afferma chi ci lavora. A farne le spese, a volte, sono i dirigenti d'azienda

LUGANO - Assunto e licenziato nel giro di una settimana. Il caso di P.B. è purtroppo esemplare, e da qualche giorno sta suscitando discussioni nel mondo degli affari ticinese. Forse perché certe notizie riguardano di solito i dipendenti “comuni”, e quando toccano i businessman di rado arrivano ai sindacati. Anche P.B. ha preferito, in effetti, rivolgersi a un avvocato. 

Divergenze con l'head hunter - Il manager 40enne nelle scorse settimane ha chiesto i danni a un'azienda farmaceutica luganese che lo aveva assunto a inizio novembre. Il licenziamento è avvenuto appena una settimana dopo, il motivo: delle divergenze insorte tra il datore di lavoro e l'agenzia di head hunting che aveva selezionato il professionista. Ma il problema non sarebbe così infrequente, avvertono gli esperti del settore.

Il fenomeno - I cosidetti “cacciatori di teste”, a cui sempre più aziende si affidano nella ricerca di personale di alto livello, sono un fenomeno «relativamente nuovo» nella Svizzera italiana. «Negli ultimi anni il numero di operatori è aumentato, e nel settore sono entrate anche le agenzie interinali» osserva Franco Barin di Irc Recruiting, società attiva da 12 anni sulla piazza luganese. Molte agenzie lavorano a provvigione: alcune «selezionano i candidati prima ancora di avere pattuito con l'azienda il proprio compenso» spiega Christian Vasino di Chaberton Partners.

«Poca professionalità» - Lo studio ha 10 collaboratori a Lugano e clienti in tutta Europa. Ma è un caso raro. «C'è molta improvvisazione nel settore in Ticino - continua Vasino - Il nostro mondo è una giungla, ci sono piccole azienda di 2-3 persone che lavorano solo a successo ma in modo poco professionale». A farne le spese, come da tempo denunciato dai sindacati per la manodopera interinale, ora sono anche i manager.

Perdere due lavori - Nel caso di P.B. proprio un mancato accordo sul compenso dell'agenzia – che chiedeva una commissione pari a un mese di stipendio di P.B., 11mila franchi – ha fatto saltare l'assunzione. «Peccato che io nel frattempo avessi annunciato le dimissioni dal precedente luogo di lavoro, avendo un contratto in mano» spiega il manager, che non ha voluto fornire a tio.ch/20minuti i dettagli della vicenda. «C'è una causa in corso» si limita a dire. «Farò valere i miei diritti». 

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