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SVIZZERA / CANTONECasse malati, quasi 30'000 nomi sulla lista nera

15.11.17 - 13:49
In Ticino le persone inserite sono quasi 4'000. Le critiche al dispositivo però non mancano: «Si aggira il principio di assicurazione obbligatoria»
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Casse malati, quasi 30'000 nomi sulla lista nera
In Ticino le persone inserite sono quasi 4'000. Le critiche al dispositivo però non mancano: «Si aggira il principio di assicurazione obbligatoria»

BELLINZONA - Sono quasi 29’800 le persone i cui nomi compaiono nelle blacklist volute dalle Autorità di nove cantoni - tra i quali anche il Ticino - per contrastare il fenomeno degli assicurati morosi nei confronti delle casse malati. Il dato è riferito oggi dall’Aargauer Zeitung, e - citando le cifre pubblicate lo scorso agosto da Santésuisse - mostra come la cifra si sia pressoché quadruplicata rispetto al 2014, quando nelle liste figuravano “solo” 7’300 nominativi.

Nei confronti di queste persone l’assicuratore sospende l’assunzione dei costi delle prestazioni, salvo nei casi d’urgenza medica. Solo nel canton Argovia sono quasi 12’000 le persone che si ritrovano in questa situazione, mentre in Ticino gli assicurati morosi menzionati nella lista sono quasi 4’000.

Il dispositivo - reso possibile grazie al capoverso 7 dell’articolo 64a LAMal entrato in vigore il 1. gennaio 2012 - è stato fortemente criticato dall’economista bernese Heinz Locher, che al quotidiano argoviese ha dichiarato «inquietante» il fatto che gli assicurati morosi possano ricevere cure unicamente in casi di emergenza. Così facendo «si aggira il principio di un’assicurazione obbligatoria contro le malattie». Un problema che pone un altro problema, secondo l’economista, in quanto uno stato di salute che si degrada, prima o poi, necessiterà di cure urgenti, e questo «costa sicuramente di più rispetto a quando si tratta una malattia nelle sue fasi iniziali».

Ma chi sono davvero i morosi? - Inoltre, conclude Locher, fra queste persone rientrano spesso anche anziani e giovani che avrebbero diritto a riduzioni sui premi assicurativi. Per quanto riguarda il Ticino, i motivi principali della mancata collaborazione con le Autorità - indica un’analisi della SUPSI, firmata dal professor Michele Egloff - sono spesso da ricondurre ad una mancanza di mezzi finanziari, che impone una definizione delle «priorità di pagamento in funzione del rischio percepito».

Un’altra possibile causa, riferisce lo studio, sarebbe legata alla tassazione d’ufficio, che potrebbe aver condotto a disguidi. «In un campione di assicurati morosi ai quali era stata sospesa la copertura assicurativa nel 2008, secondo le disposizioni legali in vigore all’epoca, risultava che ben il 35% di loro erano tassati d’ufficio», scrive Egloff, sottolineando che pure il dato relativo all’assenza di tassazione «era enormemente alto rispetto a quello della popolazione in generale».

A tal proposito - conclude lo studio - l’Istituto delle assicurazioni sociali (IAS) si sta adoperando per definire il profilo di questi assicurati. Se le ipotesi formulate fossero confermate, sarebbe «urgente portare dei correttivi importanti al dispositivo».

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