Il direttore di Securitas ha scelto di sollevarlo dall’incarico «a titolo cautelativo», dopo l’articolo del Corriere del Ticino che lo definiva un «insider di Unia»
BELLINZONA - L’agente di sicurezza prima impiegato presso Argo 1 e ora presso Securitas non lavora più al centro per richiedenti l’asilo di Camorino. Lo ha confermato Stefano Moro, direttore dell’agenzia privata di sicurezza a la Regione Ticino. L'uomo è il protagonista dell’articolo apparso una settimana fa sulle pagine del Corriere del Ticino, in cui veniva descritto come un «infiltrato targato Unia» all’interno di Argo 1.
Moro sostiene di avere scelto di non impiegare l’uomo al centro di Camorino «a titolo cautelativo» e «di comune accordo con il Dipartimento della sanità e della socialità». A causa dell’esubero di personale, inoltre, «non è possibile reintegrarlo altrove».
Renato Bernasconi, direttore della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie, ha dal canto suo precisato che è stata Securitas a prendere la decisione «a seguito delle informazioni apprese dalla stampa» e di averla «condivisa».
Unia aveva già preso posizione in merito all’articolo del CdT, sottolineando che «i lavoratori di Argo 1 all'origine dell'inchiesta penale avviata dal Ministero pubblico non sono degli “infiltrati”, ma delle persone che si sono rivolte al sindacato per denunciare i soprusi di cui erano vittime e che in seguito sono state sostenute da Unia».
E sulla vicenda si registra oggi un editoriale al vetriolo firmato da Matteo Caratti sulle pagine de laRegione Ticino che punta il dito contro il Cdt. Scrive Caratti: «IL Cdt ha calpestato le più elementari regole del giornalismo: con un’informazione a tutta prima pagina sulla celata invalidità del superteste, si è tentato di screditarlo, salvo poi non dar conto nell’edizione successiva che, ciò nonostante, per la procura egli rimaneva credibile. Passi uno scivolone, ma sull’edizione del giorno dopo, la cosa si è pure ripetuta. Non si lascia, ma si raddoppia e si bollano due ex agenti di sicurezza di Argo 1, motori della denuncia, di – citiamo – ‘infiltrati’ del sindacato Unia nell’agenzia di sicurezza e informatori di Falò. E questo facendo nomi e cognomi (con particolare evidenza), quando non c’era necessità alcuna di svelarne le generalità».
Il risultato di questo comportamento - aggiunge Matteo Caratti è che «uno dei due ex agenti di Argo 1, dopo l’articolo del Cdt (!), è stato sospeso dall’incarico al centro richiedenti l’asilo di Camorino. Ha quindi finito per pagare due volte. La prima, perché non è stato del tutto retribuito per il lavoro svolto ad Argo 1; la seconda, perché, quando ha agito in giustizia, è stato pubblicamente additato / screditato sulla prima pagina del foglio luganese come ‘infiltrato’ del sindacato, finendo sospeso».
Intanto è stata fissata anche la data indicativa entro la quale dovrà essere redatta l'inchiesta amministrativa sul mandato ad Argo 1. Stando al Cdt il Governo ha deciso che il documento dovrà arrivare sul suo tavolo entro la fine dell'anno.