I premi saliranno del 5% nel 2018. Di chi è la colpa? E in cosa esagerano i ticinesi? Ne parliamo con due esperti
BELLINZONA – Troppe farmacie, troppi medici, troppi fisioterapisti. E troppo ricorso alla medicina ambulatoriale. Senza contare la ressa al pronto soccorso. Cifre alla mano, sono solo alcuni degli elementi che continuano a fare salire i premi delle casse malati in Ticino. Per il 2018 è previsto un nuovo aumento, di circa il 5%. Una percentuale tra le peggiori della Svizzera. Colpa solo delle casse malati? Della politica? O dei consumatori? Ne abbiamo parlato con Nicole Manetti e Olivio Lama, portavoce rispettivamente delle associazioni mantello curafutura e santésuisse per la Svizzera italiana.
Farmacie a ogni angolo – Alcune cifre che emergono dalle statistiche raggruppate da santésuisse sono inquietanti. Il Ticino ha 62,8 farmacie per ogni 100.000 abitanti (in media 26,7 farmacie per 100.000 abitanti nel resto della Svizzera). Una cifra enorme. «Ma oltre alle farmacie – dice Lama – sono tanti anche i medici, i fisioterapisti, i medici specializzati. Da noi c’è una densità di professionisti nettamente superiore alla media della Svizzera. Si sa che, nella sanità, l’offerta alta stimola la domanda. Il cittadino è convinto di pagare tanto di cassa malati e quindi si sente autorizzato ad andare dal medico per qualsiasi cosa».
Tutti in ambulatorio – Aumentano anche le cure di ergoterapia per i bambini, così come il riscorso ai centri medici multidisciplinari. Non solo. Il crescente ricorso alle cure ambulatoriali è un dato di fatto allarmante. Stando ai numeri di santésuisse, si nota che tra il 2012 e il 2016 i costi per la medicina ambulatoriale sono cresciuti del 39% a livello ticinese, 10 punti percentuale in più rispetto alla media elvetica. «Da una parte – spiega Manetti – questo è positivo perché si cerca di ridurre le degenze in ospedale, nettamente più costose. Ma mentre quest’ultime sono parzialmente sostenute anche dai Cantoni, le cure ambulatoriali invece sono coperte solo dalla cassa malati. Ed è normale che i premi subiscano un’impennata. Da tempo curafutura si sta impegnando per l’introduzione di un sistema di finanziamento uniforme sia per chi si fa curare in ambulatorio, sia per chi deve affrontare una degenza in ospedale».
L’aiuto dello Stato – Manetti è chiara: «Servirebbe un intervento politico. Per fare in modo che anche le cure ambulatoriali, come ad esempio i semplici consulti medici, siano finanziate in parte dalle assicurazioni malattia e in parte dallo Stato, proprio come accade ora per le degenze in ospedale». Lama parla apertamente di falsi incentivi: «Le cifre dicono che il numero di notti per paziente in ospedale sta calando. Ma è un’illusione. Perché poi, prima e dopo le degenze, il paziente deve sottoporsi a esami e test, magari a una TAC, tanto per fare un esempio. E chi copre questa spesa? Non il Cantone, anche se è legata alla degenza, bensì la cassa malati. Paradossale».
Pronto soccorso, amore mio – Le cifre di santésuisse riferiscono di un aumento del 21% del costo dei farmaci nell’ultimo quadriennio, quando nel resto della svizzera la crescita è stata “solo” del 17%. E non finisce qui. Le cifre fornite dall’Ente Ospedaliero Cantonale indicano che nel 2016 i 4 pronti soccorsi dell’ente sono stati letteralmente presi d’assalto da 84.000 pazienti. Ben 5.000 in più rispetto al 2014. «Poiché non si tratta di un’ospedalizzazione – sostiene Lama –, queste sono prestazioni che vanno a carico delle casse malati. Le nuove generazioni non hanno più un rapporto stretto col medico di famiglia. Vanno al pronto soccorso, perché è sempre aperto. Ma non si rendono conto che una prestazione del pronto soccorso, proprio per questo, costa più di una di un medico».
La responsabilità dei cittadini – «Alcuni studi – riprende Manetti – parlano di prestazioni inutili fino al 30%. Siamo di fronte a una sovramedicalizzazione della società». «È ora di smetterla di dare la colpa solo agli assicuratori malattia – fa notare Lama –. Si sta facendo il possibile per mediare con tutti i partner in causa. Bisogna capire che è anche il nostro modo di fare, come cittadini, ad avere causato questa situazione».
Le tariffe dei medici – Insomma, tutti colpevoli. Ma qualcosa, per uscirne, bisognerà pur fare. «Una delle nostre priorità – conclude Manetti – è quella di spingere verso una riformulazione del tariffario dei medici (TARMED). Ci sono interventi ambulatoriali per cui anni fa si impiegava il triplo del tempo. Non è possibile che oggi abbiano ancora lo stesso costo»