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CANTONE/SVIZZERAIl congedo di paternità è arrivato: 8 settimane a Mezzovico

24.08.17 - 06:01
Le concederà Johnson & Johnson ai suoi dipendenti, 560 in Ticino e quasi 7mila in Svizzera. «Abbiamo a cuore la famiglia e ci sentiamo responsabili verso la comunità»
Il congedo di paternità è arrivato: 8 settimane a Mezzovico
Le concederà Johnson & Johnson ai suoi dipendenti, 560 in Ticino e quasi 7mila in Svizzera. «Abbiamo a cuore la famiglia e ci sentiamo responsabili verso la comunità»

MEZZOVICO - Johnson & Johnson ha precorso i tempi; ha anticipato il volere popolare. Anzi di più: perché l'iniziativa promossa da Travaille.Suisse, oltre 107mila firme depositate a luglio e già verificate dalla Cancelleria federale, aspira a quattro settimane di congedo paternità. I 6'921 dipendenti elvetici della multinazionale americana, 560 in Ticino dove è arrivata nel 2012 con l'acquisizione di Synthes, ne avranno garantite otto, a partire da fine 2017.

Italia, Germania, Usa: nessuno è all'altezza - Un unicum in Svizzera; una felice anomalia anche in Europa, dove, salvo qualche eccezione per lo più verso Nord, il ruolo di padre di un neo nato non viene contemplato dalla legge come si vorrebbe. In Italia, quest'anno, è stata addirittura sospesa la sperimentazione dei quattro giorni appena introdotti cinque anni fa; in Germania va molto meglio, fino a 14 mesi, ma lo stipendio è ridotto e nessuno se li prende - o si ferma a un paio al massimo. Là dove è un diritto, per modesto che sia e che è, dev'essere esclusivo, non cedibile alla compagna. In America fanno fatica addirittura le madri a stare a casa, pagate, con i figli: facoltà esclusiva dell'azienda concedere tempo e denaro. Johnson ha invece deciso di offrire otto settimane retribuite al 100%, come ha annunciato ai suoi a inizio mese e al mondo solo ieri.

Il papà non sarà alternativo alla mamma - «I dipendenti di Mezzovico, così come gli altri, ne sono a conoscenza da un paio di settimane - rivela a tio.ch/20minuti il portavoce elvetico Thomas Meier - anche se sono ancora da decidere i dettagli. Al momento non è previsto alcun requisito particolare, né di essere alternativi alla madre». Si tratta, precisa, di una misura che riguarda l'intero gruppo, con i suoi 126'500 posti di lavoro in 265 società operative in oltre 60 Paesi; ma è qui in Svizzera, 21 sedi per 10 cantoni, 13 impianti produttivi e 100 milioni di franchi di investimenti sul territorio, che «l'impatto è enorme».

«Trattiamo bene ai lavoratori: e così attraiamo talenti» - Che cosa sta dietro alla scelta? Nulla. «Fa semplicemente parte del credo di J&J, attenta alla famiglia e al benessere dei suoi impiegati. Ci sentiamo responsabili verso la comunità. Non è l'unico benefit che concediamo, nell'intento di plasmare e migliorare le condizioni di vita e di lavoro. Entro il 2020 diventeremo un'azienda "healthier"», continua, alludendo all'impegno sottoscritto nel 2010 e implementato lo scorso anno con altri 5 obiettivi per un totale di 15 messi nero su bianco, fra cui favorire un più ampio accesso alle cure di adulti e soprattutto bambini e rendere più salutari gli ambienti di lavoro. «Per noi è anche un modo per attrarre talenti». 

I figli sono della donna, ma se ci fosse l'uomo... - Resta da vedere quanto questo piacerà agli svizzeri, dove la cura dei figli è ancora considerata prerogativa materna. Una discrepanza fra i due sessi che però, per il 16% della gente, è colpa di quel congedo di paternità che ancora rimane lontano all'orizzonte. 

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COMMENTI
 

moonie 6 anni fa su tio
ottima iniziativa. poi mi raccomando pagare e anche svelto i milioni di multa per avere causato il cancro a migliaia di donne con il borotalco

MIM 6 anni fa su tio
Ottimo, davvero ottimo. Bravi!
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