Cocaina sottobanco nella movida. La polizia: «Fenomeno circoscritto». Il lavoro di Radix sul campo
BELLINZONA - Cocktail, aperitivo e una spruzzata di polvere bianca. Venduta direttamente nel retrobottega, o nel bagno del personale. Il mercato della coca è secondo solo a quello della marijuana in Ticino, i sequestri al confine sono in aumento (dai 5 kg del 2016 a 24 nei primi sei mesi di quest'anno). Ma anche le “piazze” di spaccio si diversificano. Non più (solo) luoghi loschi o di passaggio: i consumatori di stupefacenti ormai possono procurarsi le sostanze comodamente seduti al bancone di un bar. Dalle mani dei venditori che, magari, sono gli stessi dipendenti del locale.
Baristi spacciatori - È quello che succede in almeno tre esercizi pubblici della capitale, secondo informazioni raccolte da tio.ch/20minuti e confermate dalla Polizia comunale bellinzonese. A gestire lo spaccio due 30enni, un cittadino italiano e una svizzera, entrambi alle dipendenze della medesima società. A rotazione, oltre a occuparsi della gestione dei bar, procurerebbero ai clienti piccoli quantitativi di sostanza sul luogo di lavoro.
«Fenomeno circoscritto» - «Cocaina? Basta entrare e chiedere» conferma un cliente abituale. I prezzi si aggirano sui 100 franchi al grammo. «Il fenomeno dello spaccio negli esercizi pubblici non è diffuso ma circoscritto a delle situazioni puntuali, su cui siamo già intervenuti e che teniamo d'occhio» assicura il comandante Ivano Beltraminelli.
«I locali sono attenti al problema» - Secondo Guido De Angeli, operatore di Radix responsabile della campagna danno.ch, la maggior parte degli esercenti «sono tuttavia sensibili al problema e fanno di tutto per arginare questi fenomeni». L'associazione da anni si occupa di sensibilizzare i giovani fuori dai locali serali e nei concerti. «Ogni droga è associata a contesti particolari, persino ai generi musicali» spiega De Angeli. «Purtroppo le sostanze fanno parte ormai del divertimento. Quello che si può fare è combatterne la banalizzazione, raccontando i rischi».