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BELLINZONAMatteo Cheda, nessun caporalato

18.05.17 - 07:21
Il fondatore della Scuola di giornalismo non ha commesso i reati di usura e concorrenza sleale
TiPress
Matteo Cheda, nessun caporalato
Il fondatore della Scuola di giornalismo non ha commesso i reati di usura e concorrenza sleale

BELLINZONA - Matteo Cheda, fondatore della Scuola di giornalismo di Bellinzona, non ha commesso né i reati di usura né di concorrenza sleale (caporalato). È la conclusione a cui è giunto il Ministero pubblico ticinese. In seguito a una segnalazione ricevuta dal sindacato Ocst, lo scorso 14 aprile, Cheda si era autodenunciato.

La frequenza della scuola di giornalismo è gratuita. Gli allievi ricevono una piccola retribuzione e i datori di lavoro versano alla scuola il valore della prestazione loro fornita. Chi decide di lavorare a titolo volontario finanzia pertanto il salario e la formazione degli altri. L’Ocst è stata contattata da due persone che ritenevano ingiusto questo metodo finanziario. Il sindacato aveva quindi chiesto al nuovo datore di lavoro di versare agli allievi il valore della prestazione da loro fornita e non alla scuola, come previsto contrattualmente. Il nuovo datore di lavoro, propenso ad accettare la richiesta dell’Ocst, aveva quindi comunicato a Cheda la sua decisione. Il fondatore della scuola ha rifiutato la proposta e si è presentato al Ministero pubblico autodenunciandosi.

La conclusione del Ministero Pubblico è che Matteo Cheda non ha commesso i reati né di usura né di concorrenza sleale.

Per evitare rischi, il futuro datore di lavoro dei due allievi ha chiesto alla Pretura il deposito giudiziale della somma dovuta alla Scuola di giornalismo e contestata dal sindacato. Ora il giudice dovrà stabilire se versare l'importo agli allievi (come chiede l’Ocst) oppure alla scuola.

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