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CANTONE«Bene l'Ufficio della migrazione? Su Argo 1 nessuno si è accorto di nulla in tre anni?»

09.05.17 - 11:47
Punto della situazione sui due temi scottanti. Complesso il caso dei mandati ad Argo 1: «Coinvolto un ufficio, una divisione e un Dipartimento. Occorre chiarezza»
fvr/franjo
«Bene l'Ufficio della migrazione? Su Argo 1 nessuno si è accorto di nulla in tre anni?»
Punto della situazione sui due temi scottanti. Complesso il caso dei mandati ad Argo 1: «Coinvolto un ufficio, una divisione e un Dipartimento. Occorre chiarezza»

BELLINZONA - «Bene l'Ufficio della migrazione, meno il caso sui mandati Argo 1, sul quale occorre fare chiarezza». È questo il punto della situazione presentato oggi dal Governo, sull'audit all'Ufficio della migrazione del Dipartimento delle istituzioni e quello del Controllo cantonale delle finanze. 

L’incontro ha consentito di valutare e discutere le conclusioni della perizia sull’attività dell’Ufficio della migrazione, commissionata dal Consiglio di Stato all’avv. Lorenzo Anastasi.

«Per quanto concerne l'audit del giudice Anastasi - spiega Alex Farinelli, presidente dell'organismo parlamentare di vigilanza -, quello che ha riguardato l'Ufficio della migrazione in seguito al caso dei permessi falsi, la sottocommissione ha approfondito il tema e quanto ci è stato consegnato nel rapporto conferma la nostra impressione. In questo caso, non c'è un problema sistemico. Si è trattato di alcuni funzionari che si sono comportati in maniera disonesta, ma il Dipartimento ha messo in atto le misure per evitare che situazioni di questo tipo possano ripetersi e possiamo dire che il sistema funziona bene, anzi si sta migliorando per evitare che casi singoli possano ripetersi».

Ovviamente c'è ancora in corso l'inchiesta penale per le persone interessate, ma, per quanto riguarda l'Ufficio della migrazione, Farinelli è sicuro: «Possiamo dire che funziona bene, la riforma proposta va nella giusta direzione e per quanto ci riguarda l'approfondimento sulla questione dei permessi falsi si chiude qui».

Dello stesso avviso è Manuele Bertoli: «Non si ravvisano gli estremi per aprire un'inchiesta amministrativa. Se c'è una responsabilità politica è solo nell'aver applicato male la procedura».

Diverso è il discorso per quanto riguarda il rapporto del Controllo delle finanze sui mandati ad Argo 1. «Il rapporto mette sul tavolo una serie di questioni che meritano un approfondimento - conclude Farinelli -. Bisogna capire perché, in un momento in cui c'era un'urgenza, si è arrivati a rivolgersi a una ditta che nasceva in quel momento. Ma soprattutto perché gli errori procedurali si sono reiterati per un periodo così lungo. In questo caso è coinvolto un ufficio, una divisione e un Dipartimento, insomma, diversi livelli dello Stato. Come mai gli errori procedurali non sono stati ravvisati da nessuno di questi livelli? Come mai nessuno si è accorto di niente? Noi siamo venuti a conoscenza di questi problemi solo per vie traverse, perché vi è stata un'inchiesta federale per un presunto jihadista che era dipendente di questa Argo 1. Come sottocommissione dobbiamo approfondire con l'ex direttore della divisione e con il controllo cantonale delle finanze».

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