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COMANOSerie web ticinesi: strategia da rivedere?

18.04.17 - 07:00
Arthur sale sul tetto del mondo. Per ogni progetto simile la SSR ha stanziato un budget di oltre 100'000 franchi. Intanto il pubblico è di nicchia. Uno spreco di risorse, o una scelta mirata?
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Serie web ticinesi: strategia da rivedere?
Arthur sale sul tetto del mondo. Per ogni progetto simile la SSR ha stanziato un budget di oltre 100'000 franchi. Intanto il pubblico è di nicchia. Uno spreco di risorse, o una scelta mirata?

COMANO – La ticinese “Arthur” è la migliore serie web del mondo. Il prestigioso riconoscimento è stato annunciato di recente dalla RSI. Un po’ a sorpresa, se si pensa che finora il prodotto, realizzato dai registi Nick Rusconi e Chloe De Souza e lanciato nel 2015, era passato praticamente inosservato. O meglio, era rimasto confinato a un pubblico di nicchia. Poco più di 6'000 spettatori in media per ogni episodio. Con una strana anomalia: alcuni episodi sono stati cliccati 15'000 volte, altri un migliaio. Un risultato accettabile visto il budget superiore ai 100'000 franchi che la SSR ha investito nell’operazione?

Paradosso – Più o meno la stessa cosa era successa con “Notte Noir”, “Fakebook” e con la più recente “Stirpe di Orazio”. Da una parte la SSR decide di sostenere economicamente simili progetti. Dall’altra non li spinge. Perché, ad esempio, questi prodotti non vengono mostrati anche in televisione? Oggettivamente appare uno spreco.

Web-only – A Comano li chiamano prodotti web-only. Serie web legate a una specifica strategia varata nel 2013 dalla SSR, che se ne è assunta i costi produttivi complessivi. «L’intera operazione – dice Michele Ferrario, portavoce della RSI – serve, da un lato, a coinvolgere nuovi segmenti di pubblico, dall’altro a individuare nuovi talenti e nuove modalità narrative, inizialmente pensate per il web, ma tali da potere essere adottate anche in televisione».

Target di riferimento – Insomma, l’idea di rivolgersi a uno specifico settore di pubblico sembra essere stata ponderata. «La promozione di “Arthur” – riprende Ferrario – è stata preceduta dall’analisi del target di riferimento: giovani studenti e giovani adulti tra i 15 e i 35 anni. I canali di promozione principali sono dunque stati i social network, Instagram, Facebook e Youtube, e l’email marketing, con l’obiettivo di convogliare gli interessati sul sito speciale della serie».

RSI e CORSI all’unisono – Secondo Ferrario il lancio delle serie web ticinesi da parte della RSI è stato ampio e capillare. «E hanno avuto un ruolo importante anche strumenti più tradizionali». Sulla stessa lunghezza d’onda, anche il presidente della CORSI Luigi Pedrazzini. «Giusto così. Non si poteva fare diversamente». Sarà. Qualche dubbio, però, rimane.

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COMMENTI
 

vulpus 7 anni fa su tio
Visto che sono produzioni che anche economicamente costano poco, sarebbero interessati da passare direttamente in Tv, così da far conoscere al pubblico queste produzioni(risparmiando magari anche qualcosina per certe trasmissioni e film acquistate all'estero o prodotte in loco, ma a costo spropositati.
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