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LUGANOUmiliati e insultati, dipendenti denunciano mobbing al McDonald’s

18.04.17 - 08:47
In una lettera parlano di maltrattamenti e umiliazioni di fronte ai clienti. Costretti a lavorare ore extra non retribuite. Il gestore: «Sono allibito di fronte a queste accuse»
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Umiliati e insultati, dipendenti denunciano mobbing al McDonald’s
In una lettera parlano di maltrattamenti e umiliazioni di fronte ai clienti. Costretti a lavorare ore extra non retribuite. Il gestore: «Sono allibito di fronte a queste accuse»

LUGANO - Dimenticate il viso sorridente del clown come simbolo del McDonald. I visi dei dipendenti che lavorano nelle cinque filiali ticinesi del paninificio più famoso al mondo hanno espressioni di profondo sconforto. Da mesi denunciano situazioni di mobbing, maltrattamenti, pubbliche umiliazioni e ore di lavoro in più non pagate. Un malcontento generale che ha spinto venti dipendenti a scrivere  all’Ufficio Risorse Umane della casa madre McDonald Suisse.

Dipendenti che mettono subito in chiaro: «Noi non abbiamo niente contro il marchio, anzi siamo grati alla McDonald’s per le opportunità lavorative». Le accuse sono invece rivolte a chi ha preso in gestione da tempo in franchising le filiali ticinesi del Sottoceneri: un uomo e una donna che stando alle accuse dei dipendenti continuerebbero costantemente a «umiliare il personale con termini volgari e offensivi». Volerebbero frasi del tipo «non siete pagati per pensare ma per lavorare», o «fate come dico io o la porta è lì». I nostri interlocutori continuano: «Nessun posto di lavoro e nessuna persona ha il diritto di umiliare i propri dipendenti, di trattarli male verbalmente e di farli sentire delle nullità. Più che in un ristorante McDonald’s sembra di essere in un lager. Non siamo schiavi… e il tempo della schiavitù pensavamo fosse finito già da tanti anni. Ma purtroppo in questi ristoranti veniamo trattati come tali».

Nelle lettera i dipendenti raccontano che «devono essere disponibili a lavorare anche dopo l’orario pianificato, in caso contrario si passa alle solite minacce di licenziamento o alla riduzione delle ore di lavoro»; narrano di essere spiati tramite videocamere di sorveglianza, «apparecchi che dovrebbero garantire la sicurezza della struttura e di chi ci lavora (...) e non per controllare l’operato quotidiano dei dipendenti violando la privacy degli stessi». Controllati perfino con WhatsApp. «Ci vengono spediti messaggi nei giorni liberi, di malattia o di vacanza. Bisogna tassativamente leggere e rispondere immediatamente».

Stando al loro racconto l’Ufficio del Lavoro avrebbe pure fatto un controllo a sorpresa presso il ristorante di Lugano Centro riscontrando due persone che lavoravano prima di aver timbrato, infliggendo al gestore una multa. «È stato anche chiamato presso l’Ufficio del Lavoro a Bellinzona per chiarimenti». L’Ufficio del Lavoro, da noi contattato, non ha voluto confermare l’indiscrezione. «Esiste il segreto professionale, non posso rilasciare dichiarazioni» ci dicono.

Fatto sta che il risultato di tutta questa situazione è che diversi dipendenti, almeno una ventina, sono finiti in malattia o in assistenza psicologica. Alcuni, «dopo le cure sono stati costretti a licenziarsi».

Abbiamo contattato il gestore di McDonald’s per il Sottoceneri, il quale cadeva dalle nuvole, e della lettera non ne sapeva nulla. «Mi sembrano accuse di un altro mondo. Non ho mai avuto reclamazioni da parte di dipendenti. Sono allibito». Queste le sue reazioni alle nostre domande, e ha poi aggiunto: «Ci possono essere piccoli problemi come in qualsiasi azienda, ma nulla di davvero eclatante». Ora si attende una reazione da parte di McDonald’s Svizzera che dovrà dare una risposta ai dipendenti. Affaire à suivre.

 

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