Secondo i più recenti studi scientifici, oltre tale soglia si deteriora la salute. «Solo cifre, ragioniamo piuttosto su professioni usuranti o meno»
LUGANO - Non si tratta di esagerare: anche un'ora di straordinario in più può fare male. Perché ruba tempo all'attività fisica, alla cucina e a un'alimentazione sana, deteriorando a lungo andare la salute di operai, impiegati o liberi professionisti che si sia.
Per le donne si scende a 34 - Secondo uno studio condotto in Australia e appena pubblicato sulla rivista Social Science & Medicine, esiste una soglia precisa da non oltrepassare: 39 ore a settimana, che scendono a 34 per le donne, possono salire fino a 47 per gli uomini, a patto che al rientro a casa si siedano sul divano e incrocino le braccia.
«Meno tempo per curarsi di se stessi» - Il limite delle 48 ore suggerito qualche decennio fa apparterrebbe, appunto, a un'epoca diversa: quando le donne erano in maggioranza casalinghe e agli uomini non capitava di dedicarsi a qualche faccenda domestica. I cambiamenti sociali avrebbero costretto a rivedere le stime: ed evitare di prenderne atto significherebbe «erodere la salute fisica e mentale - riflette Huong Dinh, coordinatore dello studio -perché lascia meno tempo alle persone per curarsi a dovere di se stessi».
Muratori o impiegati, fa lo stesso. «Mah...» - Semplici opinioni, secondo i medici locali; cifre discutibili. «Il problema è legato alla qualità del lavoro, non al numero di ore», riflette Franco Denti, presidente dell'Ordine dei medici del Canton Ticino. Del resto, stuzzica, «l'Australia ha ritmi di vita differenti dai nostri, il lavoro non è una priorità». Qui dove le cose stanno in altro modo, è più auspicabile «calare il discorso in un contesto professionale e guardare alla differenza fra occupazioni usuranti e non. Fare il muratore o l'impiegato non è lo stesso».
L'importante è divertirsi - Poi, può darsi pure che 39 sia il numero perfetto, ma «quanto a incidere sulla salute, ne dubito. Il tempo per lo shopping o lo sport si trova». Detto da uno che «lavoro 16 ore al giorno e mi diverto. Sono felice della vita che faccio». Cioè prendersi cura della salute degli altri: e registrare come «la rivoluzione silenziosa che si compie nel ciclo studio-lavoro-ozio» abbia conseguenze sul benessere psichico e fisico.
Ma le patologie sono in aumento - «Le patologie che si associano all'eccesso di stress da lavoro sono di entrambi i tipi», spiega Denti. Nessuna prevale sull'altra: né sono invenzione di sindacati o sociologi. A questo proposito, riscontra, i tempi non sono fra i migliori. «In un momento di crisi e di pressioni che si aggravano, le patologie si fanno più frequenti. Si creano i malati, poi ci si lamenta perché li curiamo». Uomo o donna, non c'è grossa differenza, assicura, forte della sua esperienza quotidiana. «Ripeto - ribadisce - la distinzione da fare è un'altra».
Quanto ci costano: 4,2 miliardi l'anno - Secondo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, le malattie psichiche che ogni hanno deriverebbero da una situazione professionale infelice costerebbero ogni anno, in Svizzera, circa 4,2 miliardi di franchi. E sarebbero anche all'origine di diversi infortuni sul lavoro, non contemplati in una spesa che potrebbe dunque scoprirsi ancora più elevata.
Nessuno peggio della Turchia - Altrove non va meglio. Secondo l'Ocse, il 12% degli uomini e il 5% delle donne lavora più di 50 ore a settimana. In testa la Turchia, dove lo fa il 43% della gente; in coda l'Olanda, meno dell1%.