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LUGANOCaso Sant'Anna, i sindacati stanno con il Caffé

09.01.17 - 17:20
SSM e syndicom hanno espresso pubblicamente il proprio sostegno ai giornalisti del settimanale, accusati dalla Clinica di diffamazione e concorrenza sleale
TiPress
Caso Sant'Anna, i sindacati stanno con il Caffé
SSM e syndicom hanno espresso pubblicamente il proprio sostegno ai giornalisti del settimanale, accusati dalla Clinica di diffamazione e concorrenza sleale

LUGANO - I sindacati stanno con il Caffé. Attraverso due comunicati, diramati nel pomeriggio di lunedì 9 gennaio, la sezione di Lugano del Sindacato Svizzero dei Mass Media (SSM) e il segretariato regionale di syndicom, il sindacato dei media e della comunicazione, hanno espresso la propria solidarietà nei confronti dei giornalisti del Caffé, accusati di diffamazione e concorrenza sleale in un procedimento penale promosso dalla Clinica Sant’Anna.

Una grave violazione dei «sacrosanti diritti della libertà di stampa» scrive l'SSM, che precisa inoltre come «al settimanale non venga contestato alcun errore o imprecisione» nei fatti riportati. Sulla medesima lunghezza d’onda anche si è pronunciato syndicom, esprimendo «preoccupazione» per il «tentativo di imbavagliare la libertà stampa» e invitando l’intera categoria professionale a «non farsi intimidire» dallo scontro con i poteri forti.

«In un periodo storico in cui viene messa a rischio la sopravvivenza stessa dei giornali e della carta stampata, è importante che i giornalisti vengano messi in condizione di poter operare in modo adeguato, al riparo da qualsiasi intimidazione», ha inoltre sottolineato syndicom, lanciando il proprio appello a difesa del giornalismo d'inchiesta.

Anche l'Associazione Ticinese dei Giornalisti (ATG) ha espresso il proprio sostegno al settimanale. «Riteniamo che il gesto forte ed evocativo di pubblicare una pagina bianca descriva esattamente il pericolo che corre la libertà di stampa se la Magistratura, senza individuare alcun errore, alcuna notizia non verificata, dovesse realmente portare a processo dei giornalisti per un non meglio definito "accanimento giornalistico"», scrive l'ATG in un comunicato, sollevando uno sguardo sul rischio di «arbitrio» nei confronti della stampa.

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