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COMANOQuattro deserti in un solo anno, le pazzie di Filippo Rossi

08.12.16 - 18:24
Dalla Namibia all’Antartide. A 26 anni il runner ticinese ha compiuto una vera impresa. E nel Gobi ha pure salvato la vita a un avversario.
Quattro deserti in un solo anno, le pazzie di Filippo Rossi
Dalla Namibia all’Antartide. A 26 anni il runner ticinese ha compiuto una vera impresa. E nel Gobi ha pure salvato la vita a un avversario.

COMANO - Che exploit, per il 26enne ticinese Filippo Rossi. Il giovane di Comano, innamorato delle corse estreme, è reduce dal grande slam dei deserti. Namibia, Gobi, Atacama e Antartide. In totale 1000 chilometri percorsi in condizioni climatiche da brividi. Conditi da quell’episodio incredibile, lo scorso giugno alla Gobi March, quando Filippo salva la vita a un avversario che sta morendo disidratato. «È l’istantanea più emozionante di un anno da ricordare – sostiene il 26enne laureato in scienze politiche, arabo e portoghese –. In luglio sono stato ricevuto a Taiwan per una conferenza stampa a sorpresa dedicata proprio all’atleta salvato. Un momento indimenticabile». 

Un terzo posto di prestigio - Il caldo torrido. Il gelo. La fatica e il silenzio. E i momenti di grande scambio interculturale. Una lunga avventura partita in primavera e terminata solo qualche settimana fa. Con l’ultimo gradino. L’Antartide. E un terzo posto inatteso. «A me del risultato sportivo non importa nulla. Corro per sfidare me stesso e il mio corpo. La mia è una costante ricerca interiore, verso i miei limiti. Però è chiaro che sono sorpreso. Tornare a casa con un podio mi gratifica». 

Dolori ovunque - Già, casa. Per Filippo quasi un miraggio. «Adesso dovrò riposarmi per diverse settimane. Ho chiuso la mia impresa con i tendini completamente andati. Avevo dolori ovunque. Ricordo l’ultima discesa, in mezzo alla neve fresca. E poi l’arrivo. Allo stremo delle forze. Con i muscoli a pezzi. Mi sono messo a dura prova. Mi sono spinto oltre. Per capire chi sono. Quando corri in mezzo alla natura selvaggia, sei solo con te stesso. Puoi contare solo sulle tue risorse».    

Tra crampi e crisi - Il mal di stomaco in Atacama. Gli sbalzi di temperatura in Antartide. I dislivelli massacranti. Le crisi di fame. Fotogrammi che tornano a galla. «A volte ti viene voglia di mollare. Ma è proprio lì, insistendo, che uno si rende conto della propria forza interiore». 

La sciarpa simbolica - Traguardi memorabili. Sempre con quella sciarpa beduina in testa. «Per me è un simbolo di integrazione. Io voglio portare un messaggio di pace ovunque». Sabato 10 dicembre a Porza, Filippo racconterà il suo anno folle in una serata pubblica. «E sarà l’occasione per riabbracciare amici e parenti. Ho una famiglia fantastica. Mi è stata parecchio vicina in questa mia pazza impresa. Posso solo ringraziarla».

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