Gli uffici stampa del ministero e della polizia sono stati presi d’assalto per avere dettagli sull’uccisione di Nadia Arcudi
STABIO - La cronaca nera suscita da sempre grande interesse nel pubblico, vi sono però dei delitti che si distinguono dagli altri. Bastano pochi dettagli, per rendere un crimine qualcosa in più. L’omicidio di Cogne, quelli di Erba, Avetrana o Novi Ligure. Sono casi che, trasformandosi in gialli, riescono a irretire lettori e telespettatori. L’oscuro meccanismo che eleva un crimine a evento narrativo sembra essersi scatenato anche per il delitto di Stabio. Forse è la professione della vittima: chi mai ucciderebbe una maestra? Forse è il ruolo del sospettato, il cognato. O, ancora, potrebbe essere il luogo del delitto: la casa di Stabio, con il suo azzurro acceso, è letteralmente da copertina.
Centinaia di telefonate - Per seguire un caso quotidianamente, però, i giornalisti hanno bisogno di notizie sempre nuove. Ecco quindi che, in un mese, le richieste di informazioni alla magistratura ticinese sono state oltre 125, ci riferisce il portavoce Saverio Snider. Si tratta di oltre 6 telefonate per ogni giorno lavorativo. Di queste, oltre il 10% provengono dalla vicina Italia, dove l’interesse per il delitto è altissimo. Dalla vicina penisola sono soprattutto le trasmissioni “Chi l’ha visto?” e “Quarto Grado” a contattare più spesso il Ministero pubblico. Ma anche la Polizia cantonale ha il suo bel da fare: le telefonate all’ufficio stampa, dichiarano, sono state oltre un centinaio. Anche in questo caso, «circa il 10%» proviene dall’Italia.
I funerali - I funerali si svolgeranno in forma strettamente privata, per volere della famiglia. Non è ancora nota la data in cui si terrà la cerimonia, perché la salma della maestra di Stabio è ancora a disposizione dalla Procura.