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CANTONEBimbi con handicap nelle scuole "normali". Lo chiedono 23 deputati

09.11.16 - 18:19
«In Ticino separazione sociale tra normodotati e persone con necessità speciali. Ci si arrocca su barricate da molti paesi già superate»
Bimbi con handicap nelle scuole "normali". Lo chiedono 23 deputati
«In Ticino separazione sociale tra normodotati e persone con necessità speciali. Ci si arrocca su barricate da molti paesi già superate»

BELLINZONA - I bambini che hanno handicap fisici o mentali dovrebbero frequentare le scuole normali, quelle insomma dove ci sono tutti gli altri ragazzi non portatori di hadicap. Questo è quanto stabilisce la dichiarazione di Salamanca patrocinata dall'UNESCO e che è stata firmata pure dalla Svizzera.

Da noi, in molti cantoni, nelle scuole cosiddette normali è possibile trovare anche bambini con necessità speciali. E in Ticino com'è la situazione? La domanda è stata posta da una interrogazione di 23 granconsiglieri di diversi partiti. Primo firmatario è Tiziano Galeazzi (UDC).

«Il Ticino - si legge nell'interrogazione - continua a fare distinzione tra bambini e persone normodotate e quelle con handicap aprendo scuole e mercato del lavoro normali e regolari ai primi e scuole speciali e lavori protetti ai secondi, creando così una distinzione di classe tra queste due fasce di popolazione. Questo stato di cose è stato pure definito in un rapporto del DECS del 2014 “discriminante”. Ma poi perché non si è corretto il tiro?».

Secondo gli autori dell'interrogazione la situazione che si è venuta a creare è che molte famiglie ticinesi domiciliate o svizzere i cui figli hanno doppia nazionalità portano «nelle scuole della vicina Italia i loro figli per evitare che subiscano l'umiliazione di essere trattati diversamente dagli altri bambini. Solo nella scuola di Campione d’Italia ve ne sono 12, ma attorno al Ticino ci sono una decina di scuole oltre i confini nazionali che ospitano ovviamente altri bambini ticinesi, includendoli nella scuola regolare».

Una situazione intollerabile che ha spinto i granconsiglieri a porgere al Governo le seguenti domande:

1. Quanto è stato fatto finora nel nostro Cantone per applicare quanto sancito anni fa, sottoscrivendo/aderendo come Svizzera a: Convenzione sui Diritti del Fanciullo (1989), Convenzione di Salamanca (1994), Convenzione Internazionale ONU del 2014?

2. Risulta al Governo la poca disponibilità nell’accogliere persone con handicap nelle scuole/classi normali e quindi non adeguandosi agli impegni internazionali (vedi sopra) presi dalla Svizzera? Se si, per quale motivo si fanno ancora queste distinzioni?

3. Risulta al vero che in diverse scuole pubbliche i direttori e/o gli insegnanti hanno la facoltà di poter scegliere se accettare o meno questi ragazzi nella loro scuola o nella loro classe? Se si, con quale mandato e autorizzazione o regolamento?

4. Il Dipartimento direttamente interessato come si sta muovendo per colmare eventuali lacune formative dei docenti per poter far fronte a diagnosi e programmi scolastici di lavoro (mezzi didattici inclusi) specie rivolte agli allievi con DSA?

5. Tra docenti di supporto/sostegno e logopedisti si ritiene siano sufficienti per coprire i fabbisogni del Cantone Ticino? Se si, come mai vi sono più di un centinaio di famiglie che portano all’estero i loro figli?

6. Perché il Ticino non si è mai realmente messo in gioco come hanno fatto altri Cantoni svizzeri per adeguarsi alla situazione e quindi creando i presupposti per un cambio di mentalità e un miglioramento sull’integrazione completa (scolastica) di queste persone e delle loro famiglie?

7. Si potrebbe considerare la possibilità, dopo attenta valutazione strutturale, logistica e didattica, di poter inserire i bambini con necessità speciali con i loro insegnanti di scuole speciali nelle scuole regolari?

8. “Con la scuola che verrà” il DECS ha tenuto conto della possibilità d'integrare questi alunni nelle scuole regolari? Se si, quanti anni dovranno ancora trascorrere?

 

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