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CANTONE«Ogni anno per dodici giorni la mia vita si ferma ad Ascona»

03.11.16 - 08:28
Gilbert Gress, ex allenatore della nazionale di calcio, promuoverà l’immagine del Locarnese oltre San Gottardo nel 2017: «E se Kubi viene in spiaggia, lo sfido a carte»
Ascona-Locarno/Alessio Pizzicannella
«Ogni anno per dodici giorni la mia vita si ferma ad Ascona»
Gilbert Gress, ex allenatore della nazionale di calcio, promuoverà l’immagine del Locarnese oltre San Gottardo nel 2017: «E se Kubi viene in spiaggia, lo sfido a carte»

ASCONA - Insieme a Christa Rigozzi, sarà il volto che promuoverà la regione di Locarno e di Ascona oltre San Gottardo nel 2017. Lui, Gilbert Gress, classe 1941, ex allenatore della nazionale svizzera di calcio, è un po’ come il prezzemolo. Lo si trova dappertutto. Sui giornali. Negli spot. Nelle trasmissioni televisive. La sua scelta di sposare una causa ticinese, tuttavia, stupisce. «In realtà – spiega –, io sono innamorato della vostra regione. Da 10 anni vengo in vacanza ad Ascona».

Signor Gress, in molti pensavano che lei non avesse buoni rapporti con il Ticino dopo le mai dimenticate polemiche con Kubilay Türkylmaz in nazionale…

Macché. Io Kubi lo conosco bene. Ha il suo bel caratterino. Abbiamo avuto qualche discussione all’epoca. Ma la cosa è stata gonfiata eccessivamente dai media.

Già, i media. Lei è stato un ottimo calciatore, un bravo allenatore. Oggi è un personaggio mediatico. Come si trova in questa sua terza vita?

Bene. Penso che tutto sia iniziato quando ho partecipato, in qualità di coach, al reality “Der Match”, una decina di anni fa. Ho avuto la fortuna, in seguito, di ricevere altri incarichi. Sono uno che si lancia. Ma già da calciatore ero spesso ospite di trasmissioni televisive. Una volta ho pure cantato. Forse ad attirare era la mia chioma. Ieri come oggi.

Adesso deve dare una mano al turismo ticinese. È convinto di questa scelta?

Sì. Io sono una persona che viaggia tutto l’anno. Quando io, mia moglie e i miei figli, arriviamo ad Ascona, la mia macchina sta ferma in garage per dodici giorni. Perché lì c’è tutto. Lago, piscine, natura, buoni ristoranti.

In base a quali variabili sceglie il periodo in cui venire in Ticino?

Di solito vengo in luglio. E cioè quando non ci sono competizioni calcistiche da commentare. E poi perché in luglio c’è tanto sole. Io amo il sole ticinese. Io e la mia famiglia siamo molto fedeli, prenotiamo sempre nello stesso albergo.

Quando ha scoperto il Ticino?

Ci venivo come allenatore, per disputare le partite contro le squadre ticinesi. Ma l’ho scoperto davvero solo una quindicina di anni fa. Grazie ad alcuni amici. E sono rimasto incantato dal paesaggio del vostro Cantone.

Trova che il Ticino sia caro?

Non si può dire di no. Ma è cara tutta la Svizzera. Questa è una caratteristica tipica della nostra nazione. Dove, tuttavia, si pagano anche la qualità e la sicurezza.

Alcuni media svizzero tedeschi hanno spesso insinuato che in Ticino non ci sia una grande ospitalità. Cosa ne pensa?

Io ho sempre trovato gente cordiale. Disponibile. Poi è anche vero che io sono un personaggio conosciuto. E forse godo di un rapporto privilegiato con il prossimo. Però nemmeno i miei famigliari ricordano episodi legati alla presunta maleducazione dei ticinesi.

Eppure Christa Rigozzi in passato ha dichiarato, proprio a Ticinonline, che il Ticino può migliorare da questo punto di vista…

Christa è nata in Ticino. È una ragazza in gamba che sicuramente ha un altro punto di vista. E poi è chiaro, si può sempre fare meglio. Si deve.

Come è andata con Christa sul set?

Avevamo già lavorato insieme in passato. Christa è una grande. È molto sorridente e cordiale. Personalmente io al set sono ormai abituato. Le riprese degli spot sono durate 15 ore. Dalla una del pomeriggio alle quattro di mattina. Una bella maratona.

Cosa le piace mangiare in Ticino?

Il pesce. La pasta. E anche la carne. Sempre senza salsa, però. Perché tengo alla linea. Tutto accompagnato da un buon bicchiere del vostro vino.

Lei negli spot e in televisione appare sempre molto sorridente. Eppure in panchina la ricordavamo come un duro. Chi è in realtà Gilbert Gress?

Non sono di certo il mostro che alcuni pensano. Ho un carattere forte. E ogni volta che accettavo di guidare una squadra avevo due obiettivi. Vincere e rendere orgogliosi i tifosi. Per raggiungerli non si può scendere a compromessi.

E se un giorno Kubi dovesse renderle visita, sulla spiaggia, ad Ascona?

Gli stringerei la mano con il sorriso. E magari lo sfiderei pure a carte. Ci siamo visti un sacco di volte dopo la parentesi in nazionale. Anche lui è diventato un personaggio mediatico. E anche per lui penso che le polemiche siano ormai alle spalle.

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COMMENTI
 

dexter 7 anni fa su tio
Sembra quello della pubblicità degli occhiali che girava in Ticino negli scorsi mesi.
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