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LOCARNOFestival: «Criticate, ma solo dopo aver visto»

16.08.16 - 12:05
Leggero calo in piazza. Marco Solari: «Solo con autonomia e libertà del direttore artistico si può decidere di aprire con film che possono portare anche alla perdita di alcuni spettatori»
20 minuti/tio.ch
Festival: «Criticate, ma solo dopo aver visto»
Leggero calo in piazza. Marco Solari: «Solo con autonomia e libertà del direttore artistico si può decidere di aprire con film che possono portare anche alla perdita di alcuni spettatori»

LOCARNO - È con un appello a un maggior coinvolgimento che il direttore artistico Carlo Chatrian esordisce nell'assemblea generale straordinaria del Festival del film Locarno che ha avuto luogo stamani sulle rive del Verbano, a conclusione della 69esima edizione. «Questo non significa che la manifestazione non possa essere criticata, ma chiediamo che i film e gli ospiti vengano dapprima visti, poi criticati». Chatrian sottolinea dunque che «più la comunità condivide il festival, anche attraverso le critiche, più la manifestazione potrà crescere». All'assemblea lancia comunque un interrogativo: "La comunità come accoglie le nostre scelte?"

"Autonomia e libertà" - Il presidente Marco Solari ricorda dunque che il Festival del film Locarno continua a distinguersi per «la sua eccezionale autonomia e libertà». Ed è proprio grazie a questa caratteristica, che - continua Solari - «il direttore artistico può decidere di aprire l'evento con dei film che possono portare anche alla perdita di alcuni spettatori». Il presidente ricorda dunque che il desiderio è di avere «un Festival utile alla cultura ma anche alla popolazione della città, della regione e del cantone».

Leggero calo della piazza - A livello di frequentazione la manifestazione ha comunque tenuto. Il direttore operativo Mario Timbal parla di un bilancio pari allo scorso anno nelle sale e di una leggera flessione di 3'000 spettatori in Piazza Grande: «Abbiamo comunque registrato oltre 160'000 entrate, a cui si aggiungono le 12'000 persone che hanno partecipato alle due serate di prefestival».

I festivalieri tornano in Rotonda - E naturalmente si parla anche della Rotonda, che per la prima volta era nelle mani dell'organizzazione del Festival: «Questa edizione zero ci ha mostrato che il potenziale di integrazione tra i due eventi è sicuramente alto» afferma Timbal. «Tra i frequentatori dello spazio abbiamo anche ricominciato a vedere la gente con il badge del Festival». L'intenzione è dunque quella di andare avanti su questa strada. Ma non manca l'invito a riflettere sui permessi notturni: «È importante non mettere altri paletti che limitino la concorrenzialità dell'evento e della regione».

E l'italiano? - Nell'assemblea c'è chi solleva inoltre la questione della lingua: «L'importanza dell'italiano deve prevalere» in riferimento alle interviste fatte sul palco agli attori, interviste che negli anni precedenti venivano per lo meno tradotte in italiano. Ma Solari non ci sta e sottolinea che il Festival deve restare un evento internazionale: «È diventato impossibile che la ricchezza portata dagli ospiti venga interrotta da lunghe traduzioni». E Solari parla allora anche dei sottotitoli: «I film distribuiti in Italia sono doppiati, noi non presenteremmo mai una pellicola doppiata». Sulla questione si sta comunque riflettendo, anche se il presidente ribadisce che «il sottotitolaggio è carissimo».

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COMMENTI
 

vulpus 7 anni fa su tio
Ottima edizione sotto tutti gli aspetti. La ricerca di critiche o polemiche esterne ha poco senso. 3000 spettatori in meno su oltre 160000 vogliono dire poco. La manifestazione è apprezzata nella regione dove gli ospizi si sono riversati come sempre. Giusto anche che qualcuno faccia delle scelte e se ne assume la relativa responsabilità. Per la Rotonda , invece sa un pò di auto apprezzamento. La formula precedente era valida, ed in effetti è stata ricalcata in pieno ed ha funzionato. Se qualcosa è cambiato dietro le quinte, è un problema di organizzazione interna. Per i frequentatori apprezzata come sempre.

Ben8 7 anni fa su tio
imparate almeno un'altra lingua. Viva il Festival e la tolleranza!
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