La legge entrata in vigore il primo luglio suscita forte interesse in Svizzera tedesca e Germania
LUGANO - Il divieto di burqa ticinese, entrato in vigore lo scorso 1° luglio, sta continuando a suscitare interesse mediatico Oltralpe. Sono infatti diversi, in questi ultimi giorni, gli articoli, i servizi radiofonici e televisivi dedicati alla situazione ticinese. Una vetrina mediatica che vale, forse, quanto una campagna turistica per il Ticino.
La Neue Zürcher Zeitung nella sua versione online ha pubblicato ieri un articolo dal titolo «Respekt vor dem Tessiner Burka-Verbot», in cui emerge una sostanziale accettazione, da parte dei turisti arabi in Ticino, della legge che vieta la dissimulazione del volto.
Il vice-sindaco Michele Bertini ha riferito al quotidiano zurighese una notizia già pubblicata recentemente sui media ticinesi in luglio, ossia che la polizia cittadina ha fermato sei turiste dal volto coperto provenienti dai paesi arabi alle quali è stata spiegata l'esistenza del divieto. «Le donne - ha continuato Bertini - hanno subito tolto il velo e si sono scusate dell'ignoranza».
Lorenzo Pianezzi, presidente dell'Hotelleriesuisse Ticino, rappresentante di un settore alberghiero che aveva espresso timori sugli affari con l'entrata in vigore di questa legge, ha spiegato al foglio zurighese che gli albergatori informano i loro ospiti dell'esistenza di questa legge e che le donne dal volto coperto sono turiste che giungono dall'Italia per la gita di un giorno.
E se a Zurigo il dibattito sul divieto di burka ticinese continua anche a livello politico, in Germania il pacchetto sicurezza presentato dal ministro degli Interni, Thomas de Mazière, include anche l'opzione del divieto del burqa. Sono diversi i rappresentanti regionali della CDU che chiedono a Berlino di includere anche il divieto di coprire il volto per motivi di sicurezza, ma il partito pare ora diviso sul da farsi.
Ed anche in Germania è stata portata come esempio la legge che vieta la dissimulazione del volto entrata in vigore in Ticino quasi un mese e mezzo fa. Su Deutschlandfunk è stato dedicato un servizio in cui il promotore, Giorgio Ghiringhelli, definito «il combattente solitario», ha narrato il percorso e il senso di una legge approvata dal popolo ticinese nel settembre del 2013, mentre Norman Gobbi ha ribadito che «La legge è la legge e vale per tutti, anche in questo ambito». Inoltre l'emittente statale tedesca ha informato sulla raccolta di firme a livello federale per introdurre il divieto di dissimulazione del volto in tutta la Svizzera.