L'Associazione Firdaus mette in dubbio le riammissioni in Italia. Guardie di confine: «Operiamo secondo le leggi»
Da inizio agosto, l'Associazione Firdaus si è impegnata nel supporto dei migranti bloccati nei pressi della stazione di Como. In questi giorni è stato redatto un documento: il Rapporto Como-Refugees. Vi si trovano molti esempi di quelli che vengono descritti come «respingimenti poco chiari». Sono descritti numerosi casi in cui il migrante, pur avendo chiesto asilo in Svizzera, sarebbe stato riammesso in Italia con procedura semplificata. «Durante questi dieci giorni abbiamo “accompagnato” circa 70 persone che hanno dichiarato di voler chiedere asilo alla Svizzera, una parte già respinta più volte, una parte alla loro prima domanda». Alcuni avrebbero dichiarato, come nel caso dei fratelli Kidane, di avere dei congiunti nella Confederazione. Secondo l'Associazione Firdaus alcune persone solo dopo più di un tentativo di entrata sono state «infine accompagnate al Centro di Registrazione e Procedura lascia pensare che qualcosa non funzioni durante il primo colloquio con le Guardie di Confine, o ancora che vi siano degli ordini di servizio che non sono stati resi noti».
«Non è cambiato niente» - Abbiamo interpellato le Guardie di Confine per rispondere ai dubbi del rapporto Firdaus: «Non è cambiato assolutamente niente nelle nostre procedure durante gli ultimi anni e siamo confrontati con la situazione attuale migratoria già da più di quattro anni», chiarisce Attila Lardori, portavoce delle Guardie di confine. L’operato del corpo nell'ambito della migrazione si basa principalmente su due leggi federali: quella dell’asilo, per chi ne fa richiesta, e quella sugli stranieri per chi soggiorna illegalmente nello spazio Schengen o in Svizzera. «Chiunque chiede asilo come è descritto nell’articolo 18 della Legge federale sull’asilo viene accompagnato al Centro di registrazione e di procedura del SEM». Chi non lo fa, o vuole attraversare la Svizzera senza soddisfare le condizioni d’entrata, viene riamesso in Italia.
Nessuna opinione personale - Quindi perché vi sarebbero persone accolte solo al terzo o al quarto tentativo? «È possibile che per qualche motivo alle entrate precedenti non abbiano fatto richiesta di asilo», risponde. «La legge sul asilo non prevede una limitazione di richieste ai confronti delle guardie di confine», dice Lardori. «Il nostro compito è fare i controlli di identificazione e di adattare le procedure a ciò che prevedono le leggi ». L’unico modo per una persona di entrare in Svizzera senza documenti è quindi chiedere protezione. «Le Guardie di confine non hanno il diritto di lasciar entrare o uscire dal Paese persone che non soddisfano le condizioni legali». E conclude: «Il nostro lavoro è basato sulle leggi e non sulle opinioni personali».