L’allarme di Massimo Garanzelli, direttore di SOS Debiti: «Il nostro centralino è preso d’assalto. Anche da persone con uno stipendio da 10.000 franchi al mese».
BELLINZONA - Sette ticinesi su cento sono con l’acqua alla gola per colpa dei debiti. Numericamente circa 24.000 persone. Lo indica l’Ufficio federale di statistica. E le continue chiamate al centralino di SOS Debiti, associazione sostenuta dallo Stato, dimostrano che il trend è sempre più preoccupante. «Solitamente trattiamo tra gli 80 e i 100 casi all’anno – conferma il responsabile Massimo Garanzelli –. A inizio luglio di quest’anno ne avevamo già affrontati una sessantina. Siamo presi d’assalto. La situazione è allarmante».
Il tema è tornato di stretta attualità quando, qualche settimana fa, la showgirl ticinese Christa Rigozzi ha fatto da testimonial per una campagna in favore del piccolo credito. I media svizzero tedeschi l’hanno attaccata pesantemente. Lei cosa ne pensa?
Credo che certe pubblicità oggi siano sempre più aggressive e ingannevoli. Fanno sembrare alla gente che tutto sia possibile. I giovani stanno crescendo con la cultura del leasing. È anche una questione educativa. Dobbiamo fare davvero attenzione a quello che stiamo costruendo.
Eppure del tema si parla ormai da anni. Il Cantone ha addirittura lanciato un piano di prevenzione per i prossimi anni. Perché i ticinesi continuano a cascarci?
Mi verrebbe da dire perché guardano troppa televisione senza senso critico. C’è tanta ingenuità dietro a certe scelte.
Chi sono le persone che si rivolgono a voi?
Ci sono giovani, è vero. Ma anche persone di una certa età. Uomini o donne che hanno magari fatto investimenti sbagliati. Alcuni pretendono da noi la bacchetta magica. Altri sono disposti a capire come fare per ridurre i propri debiti.
Si dice che a indebitarsi siano soprattutto le persone meno abbienti. È così?
Macché. Da noi arriva anche gente che guadagna 10.000 franchi al mese, ma che ha un debito di 450.000 franchi.
Concretamente che tipo di debiti accumulano i ticinesi?
Molti fanno passi falsi con la telefonia e con le nuove tecnologie. Pur non avendo i mezzi finanziari necessari, vogliono a tutti i costi l’iPhone nuovo, l’ultimo iPad, il televisore gigante. Accettano il pagamento a rate, e a un certo punto si rendono conto di avere fatto il passo più lungo della gamba.
Sì, ma questo vale per il ceto medio soprattutto. Lei ha parlato anche di benestanti…
Immaginatevi un uomo sposato, con figli, che acquista una casa. A un certo punto magari si divorzia. E tutto diventa economicamente più impegnativo. Ci sono situazioni che deteriorano. Ci sono persone che vanno in depressione perché sono state lasciate dal partner, e quindi non pagano tasse e fatture per anni.
Statisticamente oggi un matrimonio su due salta. Questo ha un peso?
Sì. Ci sono padri e madri divorziati ridotti sul lastrico a causa della separazione. È un fenomeno sempre più diffuso.
E la situazione del mercato del lavoro? Quanto influisce?
Tanto. Una persona che viene licenziata oggi è ad alto rischio di indebitamento.
Mediamente a quanto ammontano i debiti delle persone che si rivolgono a voi?
Solitamente si varia dai 50.000 ai 100.000 franchi. Ma le cifre possono essere anche molto più alte.
Una provocazione: un’auto nuova costa come minimo 10.000 franchi. Ed è normale che uno possa non avere da parte tutti quei soldi…
Forse quello per l’auto è l’unico leasing giustificabile. Però ci sono auto e auto. Se uno sa di non avere molti soldi da parte, non dovrebbe lanciarsi nell’acquisto di macchine da 40.000 franchi e oltre.
Diamo uno sguardo al futuro. Come lo vede?
La tendenza è al peggioramento. C’è un grande senso di irresponsabilità in giro. La gente acquista i mobili, gli elettrodomestici di lusso, addirittura le vacanze, in leasing. Senza fare realmente i calcoli di quanto dispone. E poi piange.