Lanciata un'iniziativa cantonale per dire "Basta alle pene ridicole per reati contro l'integrità sessuale"
BELLINZONA - È più psante una pena per un pirata della strada, anzichè per chi commette un reato sessuale. Da questa considerazione partono Fiorenzo Dadò, Simone Ghisla e Giorgio Fonio, i quali chiedono che il Cantone Ticino presenti un'iniziativa cantonale alle Camere federali tendente alla revisione del Codice penale svizzero.
«In tempi recenti - fanno notare i tre deputati - diversi automobilisti con il piede anche molto pesante su un'autostrada asciutta e senza particolari pericoli sono stati condannati a pene detentive varianti fra i 18 e i 24 mesi. (...) Per contro delle persone, sfruttando anche una loro posizione di superiorità sociale, che hanno rovinato per sempre la vita e l'equilibrio psichico di bambini, attentando alla loro integrità sessuale, sono stati condannati per esempio a 14 mesi di detenzione (caso di un maestro), a 6 mesi di pena detentiva (caso di un docente), a una pena pecuniaria di 60 aliquote (caso di un ex politico)».
Insomma per i tre deputati le sanzioni sono troppo lievi e «generose con coloro che approfittano nella maniera più bieca delle persone più deboli». Da qui nasce la richiesta di «stabilire pene detentive (o terapeutiche) minime per tutti i reati contro l'integrità sessuale (titolo quinto del Codice penale)», ma anche di «aumentare a una "pena detentiva sino a 10 anni" la pena massima per tutti i reati del medesimo titolo sanzionati oggi con meno di 10 anni».