Trovano lavoro in banca o come consulenti aziendali e marketing. Sono ben visti in Svizzera tedesca e considerati «immigrati modello»
BERNA - Sono tornati ad occupare la prima posizione in classifica in fatto di immigrazione. Sono gli italiani che, dopo la grande ondata degli anni '50 e '60, hanno ripreso a seguire la via che porta in Svizzera. Ed ora è la più numerosa tra le comunità straniere a trasferirsi nella Confederazione. E se negli anni '50 e '60 l'emigrante arrivava in Svizzera per fare lavori umili da un Paese distrutto dalla guerra, ma che aveva intrapreso il cammino per diventare una delle potenze industriali più importanti a livello mondiale - l'italiano di oggi, invece, come ha affermato alla «Sonntagszeitung» Gianni D'Amato, professore esperto di migrazione all'Università di Neuchâtel, «ha tra i 20 e i 45 anni, ha studiato e qui vuole fare carriera».
Gli italiani di oggi che emigrano e arrivano in Svizzera, infatti, sono laureati e appartengono «ad un'élite che trova spesso collocazione con funzioni direttive». I nuovi immigrati trovano lavoro in banca o come specialisti in marketing o consulenti aziendali delle grandi città elvetiche, soprattutto in Svizzera tedesca. Il professore ha inoltre aggiunto che i nuovi immigrati «guadagnano dal 5 al 10% in più rispetto a quegli italiani che sono immigrati in Svizzera prima del 2009».
La comunità italiana ha superato quella tedesca in fatto di immigrazione. Nel 2015, infatti, è stata la comunità straniera che ha visto l'aumento maggiore di immigrati ed è tornata ad essere la più numerosa in Svizzera, con 315.157 persone. A fine 2015 il saldo netto di immigrazione è stato di 11.000 unità. Rispetto alle cifre del 2009, nel 2015 è triplicato il numero di arrivi di italiani in Svizzera. In forte aumento anche i francesi, mentre i tedeschi, che per diversi anni hanno rappresentato la comunità più numerosa, stanno cominciando a diminuire. A marzo 2016 per la prima volta i tedeschi che hanno lasciato la Svizzera e sono tornati in Patria sono più numerosi rispetto a quelli che sono arrivati.
Il direttore Comunicazione della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Giangi Cretti, ha spiegato al domenicale che gli italiani se ne vanno perché in Italia vi sarebbero poche possibilità di fare carriera e quando lo si trova, il lavoro si intende, sarebbe mal pagato. Inoltre sono molti gli italiani che scelgono la Svizzera tedesca perché «sono apprezzati in quanto considerati emigranti modello». Ben altra è la situazione in Ticino. Secondo Cretti il rapporto tra italiani e ticinesi è «complicato». «I ticinesi parlano italiano e vivono la cultura italiana, ma non vogliono essere italiani e quindi si distanziano da loro», spiega Cretti, aggiungendo che la diffidenza nascerebbe dal fatto che i ticinesi temono gli italiani possano portare via loro il posto di lavoro.
Ciò che comunque è chiaro è che i datori di lavoro in Svizzera, grazie agli accordi bilaterali, possono usufruire di una scelta molto più ampia di personale qualificato. Ilka Steiner, esperta in demografia all'Università di Ginevra, ha spiegato che questa nuova tipologia di immigrazione, riferendosi alla forte immigrazione tedesca degli ultimi anni, ha avuto un doppio effetto. Di positivo c'è stata indubbiamente la crescita economica, ma dall'altra parte si è assistito ad una crescita nella società svizzera di malumori e attriti. «Alcuni tedeschi avevano sicuramente un'idea sbagliata della Svizzera, mentre lo svizzero non era abituato ad una concorrenza del genere sul mercato del lavoro», ha spiegato Steiner. Tutto ciò ha provocato un clima di tensione nel nostro Paese che ha portato gli svizzeri a pensare che i tedeschi venissero in Svizzera unicamente per fare soldi».
Come ha osservato Denise Efionayi-Mäder dell'Università di Neuchâtel, il clima politico si riflette sull'immigrazione. «In particolare l'iniziativa contro l'immigrazione di massa ha mostrato ai tedeschi di non essere soltanto i benvenuti». Come si svilupperà ora la situazione con l'arrivo di italiani e francesi è ancora presto per azzardare a conclusioni. Certo è che «in Ticino la situazione politica ed economica è evidentemente più esplosiva», ha aggiunto Efionayi-Mäder.