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LUGANO «Alle due del pomeriggio ero già con la bottiglia di whisky in mano»

30.03.16 - 08:59
Luca, alcolizzato a 15 anni. Ora ne è uscito e racconta il suo inferno
Foto Ti-Press
«Alle due del pomeriggio ero già con la bottiglia di whisky in mano»
Luca, alcolizzato a 15 anni. Ora ne è uscito e racconta il suo inferno

LUGANO - Luca ha 15 anni e non può fare a meno di bere. L’alcol gli permette di “annientarsi”, nascondendosi così dai problemi. Non importa il giorno o il mese: alle due del pomeriggio è già in compagnia di una bottiglia di whisky.

Ora, a 18 anni, è uscito dal tunnel della dipendenza e racconta il suo inferno.

Raccontami la tua storia...

Ho cominciato a soffrire di attacchi d'ansia e di panico misti ad allucinazioni visive abbastanza gravi tre anni fa, quando ne avevo 15, e mi sono reso conto che sotto l'influsso dell'alcol questi attacchi sparivano, e sono entrato in questa routine in cui tutte le sere per riuscire a dormire bevevo. Uscivo ogni giorno, qualsiasi giorno della settimana, dell'anno, con qualsiasi tempo, e spesso ero da solo. So che l’alcol impiega tanto per diventare una dipendenza, al contrario di cocaina ed eroina. Mi sono reso conto che cercando di togliere un problema me ne sono creato uno non peggiore ma comunque bello grande.

Ti rendevi conto del problema mentre bevevi?

Sì ma in quel momento non c'era nessun alternativa. Ero diffidente nei confronti dei medici e ho mantenuto questa cura "fai da te". Cercavo di convivere con questa cosa nonostante mi rendessi conto del problema ma non cercavo nessun cambiamento, mi andava bene così. All’inizio riuscivo a mantenere sotto controllo gli attacchi, ma a lungo andare dovevo alzare sempre il livello di alcol, e ovviamente reggevo sempre di più.

Questa vita è durata tre anni, hai mai pensato di smettere?

Pensavo al gesto in sé ma non ho mai pensato di farlo veramente. Mi rendevo conto che era l'unica cosa che mi dava tranquillità. L'unico momento della giornata che aspettavo era la sera quando sarei potuto uscire a bere.

A che ora iniziavi a bere?

Fino al mese di novembre bevevo solo la sera, me lo ero imposto. Ma ultimamente questi attacchi arrivavano appena mi svegliavo, quindi bevevo già al mattino. Non andavo a scuola e già alle 11 ero al bar. Cominciavo a bere, bere, bere, andavo a prendere 10 lattine di birra e bevevo per tutto l'arco della giornata. Alle 2 del pomeriggio ero già in compagnia di una bottiglia di whisky. Poi ho cominciato anche a saltare i pasti, perché il cibo assorbe l'alcol e l'effetto scendeva.

Cosa bevevi?

Soprattutto birra e vino, ma ultimamente anche superalcolici, soprattutto whisky. Mi dicevo: piuttosto che perdere un'ora a bere 5 lattine di birra, bevo mezza bottiglia di whisky e tutto passa.

A livello sociale, quali sono state le ripercussioni?

Avevo difficoltà ad interagire con le persone. Mi vergognavo così tanto che cominciavo a nascondermi. Spesso uscivo da solo, andavo al bar da solo, e in quelli meno frequentati. Non frequentavo più il centro, non riuscivo più a salutare delle persone, mi sono chiuso in me stesso. Cercavo di evitare tutti, e indossavo spesso anche gli occhiali da sole.

Gli amici e familiari sapevano qualcosa?

I familiari non sapevano niente, o forse non volevano sapere, e tutt'oggi non sanno niente se non degli attacchi di panico, e riuscivo a nascondere tutto. Ogni tanto qualche amico veniva con me a bere qualcosa, e sapevano che bevevo tanto, ma non si sono mai chiesti perché. O quando me lo chiedevano io dicevo brevemente che era per aiutarmi a dormire. Ai miei amici più cari non ho mai detto la verità, perché mi vergognavo.

Al lavoro e a scuola come ti comportavi?

Ormai sapevo che per stare bene dovevo bere una certa quantità di alcol, e finché non la finivo non tornavo a casa. Dunque magari andavo a dormire alle 2 o alle 3 di notte e alle 6 avevo la sveglia. Alla fine mi sono quasi abituato e al lavoro nessuno sapeva, non mi assentavo mai perché dovevo giustificare al datore di lavoro, mentre a scuola bigiavo spesso, anche a causa dell'alcol. Ma alla fine sei distrutto fisicamente. La sbornia non era un problema, per smaltirla bevevo tanta acqua ed ero solo un po’ stanco.

Ti eri creato un personaggio di “copertura”?

Sì, perché non mi è mai piaciuto fare la vittima, dire che sto male. Per gli altri ero sempre il solito che stava bene, faceva il cazzone, con le battute. Ma quando poi ero da solo tornavo me stesso con i miei problemi, morivo dentro e stavo malissimo.

Che sensazione ti dava l'alcol?

Riuscivo a non pensare a niente, mi sentivo più libero, come se l'ansia venisse oppressa da qualcosa. L'alcol mi spegneva il cervello. Ma non andavo in giro a ridere e a barcollare, ero diventato apatico, anche quando andavo a bere in discoteca stavo appoggiato al bancone, non me ne andavo in giro. Sapevo che stavo meglio, ma non stavo bene. Placava gli attacchi d'ansia ma annullava tutta la mia personalità. Devo dire però che avevo abbastanza autocontrollo. Non ho mai avuto problemi di violenza o fatto figuracce, se non mandare qualche messaggio a delle ragazze per poi pentirmene il giorno dopo.

Come ti procuravi l'alcol?

Non erano tanti quelli che mi chiedevano il documento, anche perché dimostro più anni di quelli che ho. Nell'eventualità avevo la patente di mio fratello, a cui dicevo che mi serviva per le sigarette. Andavo molto spesso nello stesso supermercato quando finivo scuola per comprare da bere. Più o meno spendevo 50 franchi in settimana, mentre nel weekend in discoteca arrivavo anche a 150 franchi.

Quando hai capito che non potevi continuare?

Quando gli attacchi erano diventati incontrollati. Era deleterio. Mi addormentavo per strada. La scena che mi ha fatto rendere conto che non poteva andare avanti così era quando ero a dormire da un amico, ed ero arrivato da lui verso le 4 del mattino con una bottiglia di whisky, lui è andato a dormire nell'altra stanza e io mi sono addormento con la bottiglia nel letto accanto a me, e poco dopo mi sono svegliato spaventato perché la bottiglia era caduta dal letto, e si era rotta. Proprio in quel momento avevo un attacco di panico, e l'unica cosa che avevo per farmi passare l'ansia era rotta sul pavimento. Quindi mi sono messo a gattoni a leccare il whisky dal pavimento, e mi sono anche tagliato. E lì mi sono detto che non avrei potuto continuare così.

A quel punto cosa hai fatto?

Chiesi aiuto al mio medico che mi ha prescritto delle pastiglie e gocce, e mi ha consigliato una perizia psicologica. Mi ha spiegato che le pastiglie sono una stampella, e attraverso lo psicologo si rimette ordine nella mente, e infine si tolgono i farmaci. Solo il primo giorno è stata dura, ora sono più tranquillo.

Hai smesso da un momento all'altro o è stato graduale?

Ho smesso da un momento all'altro. Il medico mi ha detto che potrei bere una birra, però ho voluto smettere del tutto. Adesso sono quasi due mesi che non tocco una goccia d'alcol, e ho fatto anche il barista ad un carnevale, quasi come prova di forza, e ce l'ho fatta. Mi dicevo: hai i farmaci, non ti serve l'alcol. Quello che mi dava l'alcol me lo stanno dando i farmaci. Qualche difficoltà c'è stata ma ora sono molto più tranquillo.

Quanto ha contato la forza di volontà?

Parecchio, perché penso che altre persone avrebbero potuto buttarsi tranquillamente da un ponte. La mia forza di volontà mi ha permesso di essere qui ora. Adesso se esco con gli amici mi bevo un té. In discoteca mi bevo il mio bicchiere d'acqua. E sono molto più vivo.

Non hai mai pensato al peggio?

Ci pensavo più come gesto che nella reale esecuzione. Pensavo più che altro cosa segue al suicidio, cosa succede, questo evento cosa lascia ai tuoi genitori. A volte ho anche pensato che l'unico modo per guarire dal mio problema fosse quello, ma non ho mai pensato veramente di farlo, soprattutto per la mia famiglia, non avrei accettato il fatto che i miei perdessero un figlio, o mio fratello, o i miei amici. Ho avuto un paio di amici che sono morti, e vedendo l'effetto che fa sulle persone che ti stanno vicino è brutto. Riuscivo a pensare agli altri nonostante mi stavo chiudendo in me stesso.

Oggi come stai?

Bene, faccio solo ancora un po' di fatica a dormire, perché ormai erano anni che dormivo poche ore per notte. Ma adesso sono molto più lucido, tranquillo, sono sereno. Ho ripreso il rapporto con le persone, rido e scherzo del mio problema, ne ho fatto un ricordo da raccontare. Non ho problema a dire che sto prendendo dei farmaci, che mi sto curando.

Che consiglio ti senti di dare ai ragazzi oggi?

L'alcol è una cosa bella finché non diventa un'abitudine. Finché ti fai la serata, vai in discoteca o a carnevale con gli amici va bene, ma non deve diventare qualcosa di quotidiano. Bere solo quando c'è un'occasione, non cercare un'occasione per bere. Io non sono contro l'alcol, nonostante la situazione che ho avuto. L'alcol sembra che ti aiuta, ma è come se i problemi fossero dietro una porta e l'alcol chiudesse quella porta, ma ogni mattina si rispalanca sempre di più. L'alcol non elimina i problemi. Bere per dimenticare non esiste. Ogni sera quando stai bevendo lo sai perché lo stai facendo. Piuttosto andate subito da un medico.

Come mai non ti sei rivolto subito a un medico?

Non avevo paura di essere giudicato, ma di un'eventuale diagnosi, avevo paura che mi dicesse non ci sono cure, o hai un problema gravissimo, incurabile. E l'alcol in quel momento sembrava funzionare.

A livello fisico hai avuto delle ripercussioni?

Nel primo anno e mezzo sono ingrassato un po', soprattutto si è gonfiata la pancia. La memoria a breve termine è peggiorata parecchio. Poi quando ho cominciato a non mangiare ho perso parecchi chili. 

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