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CANTONEBasta 3.000 franchi lordi di minimo salariale, "Come fare a sopravvivere?"

11.12.15 - 14:01
Critiche da Unia alla decisione di togliere il minimo salariale di 3.000 franchi ai duemila lavoratori nel settore della fabbricazione di apparecchiature elettriche. Lepori: "Messaggio sbagliato"
Basta 3.000 franchi lordi di minimo salariale, "Come fare a sopravvivere?"
Critiche da Unia alla decisione di togliere il minimo salariale di 3.000 franchi ai duemila lavoratori nel settore della fabbricazione di apparecchiature elettriche. Lepori: "Messaggio sbagliato"

BELLINZONA - La percentuale di abusi gravi si conferma al di sotto della soglia stabilita dal modello di valutazione del dumping salariale e il Contratto normale di lavoro (CNL) nel settore della fabbricazione di apparecchiature elettriche scadrà pertanto al 31 dicembre 2015. E' questo, in sintesi, il contenuto del breve comunicato stampa diramato venerdì dalla Commissione Tripartita in materia di libera circolazione delle persone.

A partire dal primo gennaio le aziende del settore non saranno più sottoposte al CNL, che prevedeva un minimo salariale di 3.000 franchi lordi mensili per 12 mensilità.

In Ticino, come ci ha spiegato Rolando Lepori, co-segretario regionale di Unia, sono circa 1.800-2.000 i dipendenti che lavorano nel settore della fabbricazione di apparecchiature elettriche. Un esercito di lavoratori che dal 1° gennaio rischia di vedersi i propri salari abbassarsi. Il sindacalista, raggiunto telefonicamente, ci ha spiegato che, con l'introduzione del CNL, vi sono state aziende che avevano abbassato le indennità e alzato il cosiddetto "addendum" per riuscire così a rispettare i 3.000 franchi lordi. Dal 1° gennaio il rischio è che questo "addendum" venga tolto "e si torni così agli 11-12 franchi di paga oraria anziché i 15,98 franchi all'ora per tredici mensilità". "In questi prossimi due anni - ha continuato Lepori - le aziende si potranno così sbizzarrire in fatto di retribuzioni".

Sì, perché in Svizzera, cosa più unica che rara nei paesi civilizzati, la stipulazione del contratto, nella maggioranza dei casi, è individuale, ciò vuol dire che, a parità di mansione e di esperienza, a un lavoratore può venire accordato un salario diverso da un suo collega. Chi si offre per meno, vince. C'è un altro aspetto considerato da alcuni rilevante, ossia che "con con 3.000 franchi lordi al mese in Svizzera, che corrispondevano alla CNL, è impossibile neppure immaginare di poter vivere dignitosamente", ha continuato Lepori, che critica il Consiglio di Stato per avere consentito la fine del Contratto normale di lavoro. "In questo modo il Governo cantonale compie un passo politico sbagliato: contraddice la decisione del popolo ticinese, che ha approvato il principio di un salario minimo. E in questo caso questo principio c'era". E' vero che, con 3.000 franchi lordi, come detto, è difficile sperare di poter riuscire a vivere con tranquillità in un Ticino dove i canoni d'affitto sono molto alti e i premi di cassa malati continuano ad aumentare. E allora come mai si può permettere che nel nostro Cantone vengano elargiti salari che non danno la possibilità di poter vivere nella terra in cui si vive e si lavora? "Noi lottiamo da sempre per fare passare questo principio e con tutti gli strumenti possibili. Il problema è che in Svizzera non vi è l'obbligo di Contratti Collettivi di Lavoro, non vi è l'obbligo di un salario minimo. La Svizzera sta diventando così una sorta di zona franca, dove le aziende sono libere di pagare i propri dipendenti con salari molto bassi, in alcuni casi più bassi che in Italia, e, allo stesso tempo, di beneficiare di prestazioni accessorie svizzere e carichi fiscali molto allettanti. E' normale che siano molte le aziende dall'estero che vogliano stabilirsi in Svizzera. E molte di queste aziende, che lavorano e fanno i propri affari nel canton Ticino, occupano personale frontaliere a bassi salari. E questo non fa che provocare un abbassamento generale della massa salariale che potrà essere spesa e consumata sul territorio. Ma non solo. Vi è il pericolo che aumenteranno sì i posti di lavoro, ma saranno pagati poco e tutti a favore dei lavoratori frontalieri".

Per Lepori sarebbe doveroso che, da parte delle istituzioni cantonali, si aprisse un dibattito sul modello di sviluppo di un cantone in cui, "vi sono operaie ticinesi, che lavorano in fabbrica, guadagnano 3.000 franchi al mese e devono affrontare trasferte in auto di 30/40 chilometri. Operaie che, per riuscire ad arrivare a fine mese, durante l'ultima settimana del mese dormono in macchina, vicino al loro posto di lavoro".

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COMMENTI
 

Les Paul 8 anni fa su tio
La Confi? No no , non è un paese per poveri....

patrick28 8 anni fa su tio
Avete votato no al salario minimo. Svizzeri smettetela di piangere. Lavorare sodo. Buon Natale

aquila bianca 8 anni fa su tio
Risposta a patrick28
Ti hanno selezionato per il presepe ?? Hai fatto un provino o è bastato il curriculum ?? Vedi di non dare fastidio anche al bue....neh...mentre scaldi il Bambin Gesù.....;-)) Cordialmente....neh....

GI 8 anni fa su tio
faccio fatica a credere che da noi vi possano essere salari inferiori a quelli versati nella vicina Penisola....Comunque, ribadisco, sindacati e sindacalisti possono tranquillamente mettersi in campo industriale e versare stipendi "normali" ai loro dipendenti !
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