Compagni alle scuole medie, hanno realizzato un mini automa. Per partecipare a una gara
GIUBIASCO- Tutto è cominciato con André (14 anni), il cui papà lavora in un’azienda informatica a Bellinzona. «La cosa è nata da una conversazione a tavola, mio figlio si è subito interessato» racconta: «È stato lui a coinvolgere tre compagni di scuola, non gli amici del cuore ma quelli che sapeva essere i più portati per queste cose». Insomma ha scelto «i migliori», giustamente. Così è nato il team di baby-programmatori: oltre ad André, Loris (13 anni), Matteo (12) e Thomas (12), tutti e quattro di Giubiasco. Si trovano a casa di André o in uno spazio-giovani, montano, smontano, programmano: dopo settimane di lavoro hanno completato il prototipo, giovedì scorso.
«Dobbiamo ancora decidere il nome» ammettono. Ma la parte meccanica è già realizzata. «Il robot è dotato di sensori» racconta Thomas, «questi gli consentono di orientarsi, aggirare gli ostacoli o colpire degli oggetti in modo del tutto autonomo» ossia senza telecomando, ma «riconoscendo» da solo le situazioni. E ora viene la parte più difficile: la programmazione. «Fanno tutto da soli, ovviamente se mi chiedono un consiglio sul metodo non dico di no – spiega Domingo Gomez, papà di André – ma sono loro a metterlo in pratica».
Del resto i baby-inventori o meglio baby-programmatori in Ticino non mancano. Sono «una trentina» nel nostro cantone i ragazzini tra gli 11 e i 14 anni iscritti alla Robots Street Challenge di Ated4Kids. «L’interesse dei più piccoli nei confronti della tecnologia è sempre più forte in Ticino – spiega Cristina Giotto, portavoce dell’associazione – di qui l’idea di organizzare per la prima volta una competizione che avvicinasse e appassionasse ulteriormente i ragazzi in particolare alla robotica». La gara si terrà a settembre, su un percorso ad ostacoli prestabilito.
Loris, Thomas, André e Matteo ce la metteranno tutta, e se la vedranno con altre sei squadre. «Siamo riusciti a coinvolgere tre generazioni, e questo è il bello del progetto - aggiunge Giotto - oltre ai giovanissimi e ai loro genitori, ci sono anche studenti dell'Usi, della Supsi e della Ssig di Bellinzona, che mettono a disposizione le loro competenze e i loro strumenti, in modo da rendere accessibile la gara anche a chi è alle prime armi».
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