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MANNOTagli salariali, tensione alla Ambrosetti Ruote

22.05.15 - 12:20
Unia e Ocst in una nota congiunta condanna l'azienda che avrebbe minacciato il licenziamento collettivo di 104 dipendenti
Tagli salariali, tensione alla Ambrosetti Ruote
Unia e Ocst in una nota congiunta condanna l'azienda che avrebbe minacciato il licenziamento collettivo di 104 dipendenti

MANNO - Ci risiamo. Arrivano brutte notizie dal mondo del lavoro in Ticino. Questa volta ad essere nel mirino dei sindacati è la Ambrosetti Ruote di Manno, dove "contrariamente alle richieste dell'assemblea del personale che ha esplicitamente richiesto la presenza del sindacato alle trattative per le eventuali deroghe alla Convenzione nazionale dell’industria metalmeccanica della quale l’azienda fa parte, la direzione di Ambrosetti Ruote di Manno ha negoziato con una parte della commissione del personale tagli salariali, aumento dell’orario di lavoro e riduzione delle indennità per lavoro a turni".


Alla luce di questa situazione, "il personale ha sottoscritto e firmato a larga maggioranza una petizione nella quale viene ribadito che":

- Ogni trattativa con la direzione dovrà avvenire alla presenza dei sindacati

- Non accetterà né sottoscriverà eventuali licenziamenti o accordi sottoscritti unicamente dalla Commissione del personale

- Non sottoscriverà nessun nuovo contratto individuale di lavoro con salari ridotti né accetterà nessun tipo di deroga a salari, indennità, orario di lavoro o CCL

- Viene dato mandato ai sindacati di opporsi ai licenziamenti collettivi presso l’autorità cantonale

I sindacati sono stati quindi invitati ad adottare le contromisure per "tutelare la dignità ed il salario ai dipendenti".

I sindacati Unia e OCST, attraverso una nota congiunta, "condannano fermamente la minaccia di licenziamento collettivo di 104 dipendenti annunciati presso la ditta Ambrosetti Ruote di Manno e le trattative intercorse tra una parte della Commissione d’azienda e direzione senza la presenza dei sindacati che hanno portato ad un aggravio per i dipendenti del 17.2% per i frontalieri e 9.7% per i residenti".

Secondo i sindacati l'azienda avrebbe deciso questi tagli salariali usando come pretesto il rafforzamento del franco svizzero. Per Unia e OCST, infatti, questa non sarebbe altro che una scusa per abbassare i salari dei dipendenti e "spazzare via importanti conquiste sindacali, penalizzare il potere d’acquisto dei dipendenti residenti con decurtazioni insostenibili che mettono le famiglie in condizioni di indigenza".

"I milioni di utili - osservano Unia e OCST - sarebbero perciò incamerati dall’azienda e lo Stato dovrebbe farsi carico dei costi". Per i sindacati questo è "un modo inaccettabile di fare azienda".

"Si tratta - si legge nella nota - di un attacco inaudito alla professionalità, alla competenza ed alla dignità del personale aziendale che tanto ha contribuito e contribuisce alla prosperità dell’azienda con sacrifici enormi, quale il lavoro a turni ed una banca ore per evitare all’azienda di pagare i supplementi salariali".

I sindacati Unia ed OCST pertanto, conformemente al mandato ricevuto dai lavoratori e forte della petizione da loro sottoscritta in modo massiccio:

· "si oppongono alla procedura di licenziamento collettivo presso l’autorità cantonale e metteranno in atto tutte le misure necessarie per tutelare la dignità ed il salario dei dipendenti

· invitano il personale a non accettare né sottoscrivere eventuali licenziamenti e a non votare nessun accordo che preveda una decurtazione salariale

· non sottoscrivere dei nuovi Contratti individuali di lavoro con salari ridotti

· annunciano che se l’azienda non desisterà da questa tattica provocatoria con effetto immediato, verranno adottate tutte le contromisure più appropriate a contrastare un atto di tale inaudita violenza contro le maestranze dell’azienda"

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