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CANTONEConcorrenza fiscale sì, ma passando dalla rivalutazione delle stime immobiliari

20.03.15 - 16:48
Il Consiglio di Stato, in un'interrogazione di Paolo Sanvido (Lega), spiega i motivi della posizione a bassa classifica del Ticino per quanto riguarda la concorrenza fiscale intercantonale
Concorrenza fiscale sì, ma passando dalla rivalutazione delle stime immobiliari
Il Consiglio di Stato, in un'interrogazione di Paolo Sanvido (Lega), spiega i motivi della posizione a bassa classifica del Ticino per quanto riguarda la concorrenza fiscale intercantonale

BELLINZONA - La concorrenza fiscale intercantonale e la riforma fiscale per le aziende è spesso oggetto nei dibattiti politici in Ticino così come nella Confederazione.

Il modello di società dell'Elvezia si basa su una concorrenza fiscale tra cantoni sancita dalla Costituzione federale. Come scrive il Consiglio di Stato nella sua risposta al deputato della Lega dei Ticinesi Paolo Sanvido, "una sana concorrenza porta benefici al cittadino-contribuente poiché l'ente pubblico tende a limitare l'onere fiscale".

Una concorrenza che si ripercuote favorevolmente sulle persone giuridiche e sulle persone fisiche benestanti. Il gettito fiscale maggiore giunge, sempre stando ai dati forniti dal Cantone, dalle persone giuriciche. "Questo fenomeno è del resto particolarmente presente anche in Ticino, dove il 3% dei contribuenti genera circa un terzo del gettito per le persone fisiche e addirittura l'85% del gettito per le persone giuridiche".

Il Consiglio di Stato nella sua premessa all'interrogazione del 5 luglio del 2013, in cui Paolo Sanvido ha messo in evidenza il fatto che il Ticino nel contesto della concorrenza fiscale intercantonale primeggia nel gruppo di coda a livello svizzero, osserva che il confronto intercantonale si riferisce a dati fiscali relativi all'imposta cantonale e comunale riferita al capoluogo cantonale che, nel caso del Ticino, dispone di un moltiplicatore del 95%, di molto superiore al moltiplicatore medio comunale del cantone che nel 2013 era del 76%. In questo contesto è comunque giusto rilevare che, grazie ad un sistema fiscale molto sociale e favorevole alle famiglie con figli, "sul piano intercantonale il nostro Cantone risulta essere tra i più concorrenziali per i redditi bassi e medio-bassi".

Sulla bassa concorrenzialità fiscale del Ticino messa in evidenza dal deputato, il Consiglio di Stato risponde che ciò non ha impedito negli ultimi anni di attrarre realtà imprenditoriali, come dimostrato dalle statistiche evolutive riguardanti le persone giuridiche, il cui numero dal 2009 ad oggi è aumentato di quasi il 27% passando da 24.998 a 31.719 unità. Parallelamente, sul fonte delle persone fisiche, la scarsa concorrenzialità fiscale del Ticino per i redditi elevati è comunque parzialmente compensata dalla sempre maggiore attrattività esercitata dal nostro Cantone sui cittadini stranieri che scelgono di venirvi a risiedere anche in funzione dell'imposizione globale secondo il dispendio.

Nell'ultimo decennio, il numero delle persone che hanno beneficiato della tassazione globale in Ticino è infatti quasi raddoppiato, passando da 550 unità nel 2005 a 995 nel 2014, una cifra che colloca il Canton Ticino al terzo posto in Svizzera per numero di globalisti. Malgrado ciò il Governo cantonale ritiene necessario migliorare la propria posizione fiscale in un raffronto intercantonale.

Una necessità che si scontra con la realtà. Il Governo ha ricordato che uno studio elaborato dal Centro di competenze tributarie della SUPSI raccomandava la riduzione dell'aliquota massima dell'importo sul reddito e sulla sostanza delle persone fisiche attraverso l'introduzione - a partire da determinate soglie imponibili - di una flat rate tax dell'11% per l'imposta sul reddito, e del 2,5 per mille per l'imposta sulla sostanza (patrimoniale). Queste proposte sono confluite in un progetto di riforme fiscali elaborato dal DFE e sottoposto al Consiglio di Stato nel gennaio del 2010 che comprendevano sgravi fiscali per i redditi alti, l'inasprimento dell'imposizione globale secondo il dispendio e l'introduzione dell'amnistia cantonale. Il governo non è però entrato nel merito degli sgravi e ha approvato unicamente il principio dell'amnistia fiscale cantonale. Questo perché il Consiglio di Stato nel gennaio del 2011, considerata l'imminenza delle elezioni cantonali, non ha ritenuto opportuno entrare nel merito ed elaborare quindi formalmente un messaggio all'indirizzo del parlamento. Inoltre il Governo cantonale ha ricordato che dal 2008 al 2013 "il popolo ha regolarmente bocciato alcune proposte di sgravi fiscali.

Si ricorda, infine, che nel maggio del 2014 il DFE ha presentato al Consiglio di Stato un rapporto sulla revisione delle stime immobiliari ritenuto assolutamente necessario considerata la comprovata incostituzionalità delle stime attuali. Il progetto di riforma fiscale attualmente pendente in Consiglio di Stato - "permetterebbe, attraverso la neutralizzazione degli effetti delle nuove stime immobiliari, di implementare tutta una serie di sgravi fiscali mirati volti a rafforzare la competitività del Cantone sia sul fronte delle persone fisiche (nuova scala delle aliquote dell'imposta sulla sostanza, con riduzione dell'aliquota massima dal 3,5 al 2 per mille, riduzione dell'aliquota massima sul reddito delle persone fisiche dall'attuale 15,076% al 13%, dimezzamento dell'aliquota dell'imposta immobiliare comunale), sia sul fronte delle persone giuridiche (riduzione dell'aliquota dell'imposta sull'utile dal 9 al 7,5% e introduzione del computo parziale dell'imposta sull'utile nell'imposta da capitale).

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