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TICINOGucci via dal Ticino se entrano in vigore i salari minimi? L'azienda smentisce, ma Lurati non ne è convinto

29.08.12 - 19:57
Saverio Lurati, presidente del Partito Socialista, è insoddisfatto della risposta data dai dirigenti del centro logistico che si insedierà a Sant'Antonino tra un anno
Foto d'archivio (Tipress)
Gucci via dal Ticino se entrano in vigore i salari minimi? L'azienda smentisce, ma Lurati non ne è convinto
Saverio Lurati, presidente del Partito Socialista, è insoddisfatto della risposta data dai dirigenti del centro logistico che si insedierà a Sant'Antonino tra un anno

BELLINZONA - Sono 54.585 i frontalieri che lavorano in Ticino. Il dato è giunto oggi dall'Ufficio federale di Statistica e riguarda il secondo trimestre 2012. L'aumento è considerato importante, + 1168 unità tra il primo e il secondo trimestre 2012 e denota ormai una tendenza che sembra inarrestabile. Soltanto l'anno scorso, in questo periodo, c'erano 3.200 frontalieri in meno rispetto a oggi. Nel 2002 il loro numero si fermava a 32mila. Ed il sospetto che la crescita dei posti di lavoro dell'1,2% registrata anche in Ticino, annunciata ieri dal "Barometro trimestrale dell'occupazione" sia andata a beneficio di coloro che abitano oltre frontiera, è più forte che mai.
 
Frontalieri: tante parole, ma nulla cambia - A livello politico il tema è dibattuto da anni. Ed è stato ed è anche uno dei cavalli di battaglia della Lega, che ha fatto e fa la fortuna elettorale del Movimento di Giuliano Bignasca. Finora, però, la tendenza sembra incontrovertibile: i lavoratori frontalieri aumentano, mentre la situazione occupazionale in Ticino non migliora.
 
Gucci a Sant'Antonino, 75% dei posti di lavoro ai frontalieri - Quando poi arrivano le notizie dell'arrivo dall'estero di nuove attività industriali o commerciali, ormai tra i ticinesi il pensiero comune è uno solo: c'è poco da sperare, il lavoro andrà tutto ai frontalieri. Tutto o quasi. Infatti, ieri, i dirigenti del gruppo Gucci, all'incontro con i rappresentanti della commissione parlamentare della Gestione per la presentazione del progetto del nuovo centro di distribuzione di Sant'Antonino, che sarà operativo a settembre dell'anno prossimo, hanno comunicato che dei 170 posti di lavoro creati, il 75% andrà a lavoratori frontalieri.  Lavoratori che svolgeranno lavori poco qualificati e con stipendi bassi.

Gucci resta se entrano in vigore i salari minimi di 4.000 franchi? - Ieri sera al Quotidiano è stato riferito di una domanda fatta dal presidente del Partito Socialista e membro della Commissione della Gestione Saverio Lurati ai rappresentanti dell'azienda italiana.
Lurati ha chiesto, in sostanza, cosa farà l'azienda qualora in Ticino entrasse in vigore la legge di un salario minimo di 4000 franchi svizzeri. I quattro dirigenti avrebbero risposto, senza troppo entusiasmo, che l'azienda non lascerebbe il Ticino. Ai giornalisti della Rsi, però, i dirigenti non hanno voluto rilasciare commenti sulla tematica.

Lurati, ha trovato convincente la risposta dei dirigenti di Gucci alla sua domanda sui salari minimi?
"Io l'ho definita così: l'arte di evadere le risposte. No, la loro risposta è stata assolutamente insoddisfacente. Risposta che conferma quello che si dice ormai da tempo. Queste aziende trovano un territorio aperto, con infrastrutture ottime e  senza troppa burocrazia. E’ altrettanto vero che se non disponessero di manodopera frontaliera a basso costo, quasi certamente dalle nostre parti non si farebbero vedere".

C'è chi dice, comunque, più cinicamente, che queste ditte portano soldi alle casse cantonali..
"Se loro si accontentano di quello... Io, invece, vorrei essere a disposizione di coloro che vivono in questo territorio e vorrei che i posti di lavoro in Ticino siano retribuiti in modo tale da permettere di arrivare alla fine del mese".

E' vero che ci sono realtà ben peggiori, come il recente caso del take away Aquolina a Chiasso, che sembrano essere ormai diventate la normalità in Ticino...
"Il gruppo Gucci è probabilmente il meno peggio, in quanto qualche posto di lavoro con stipendi che permettono di vivere in Ticino li offre. Altre aziende non ne offrono neppure uno. Penso per esempio ai call center. E queste realtà imprenditoriali, come sono arrivate, se ne possono anche andare via dal Ticino".
 
E' notizia di oggi che il numero di frontalieri è aumentato ancora nell'ultimo trimestre.
"Comincio a nutrire qualche dubbio su come vengono fatte queste statistiche. Non mi sembra che siano stati così tanti i posti di lavoro creati in Ticino. Non è ben chiaro, visto il nuovo metodo statistico, se le persone che lavorano qui e lasciano il posto di lavoro, notifichino la loro partenza. No, questi dati non li prendo per oro colato”. 

Ricapitolando,  com'è la situazione dei lavoratori dipendenti residenti in Ticino?
"Lo studio dell'OSA dimostra chiaramente come sta il Ticino. I salariati subiscono un'enorme pressione sui salari in un'economia che, non si capisce bene come possa accadere, sta tirando ancora. Ma se dovesse esserci una recessione, allora sì che cominceranno i guai...".
 
 

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