Cerca e trova immobili

GORDOLA"I soldi della Fondazione Tamagni non servono a pagare i vip"

18.06.12 - 16:50
Dopo il lancio della nuova campagna, Maurizio Tamagni fuga ogni dubbio: "Queste voci sono infondate. Noi sosteniamo progetti concreti"
Tipress (archivio)
"I soldi della Fondazione Tamagni non servono a pagare i vip"
Dopo il lancio della nuova campagna, Maurizio Tamagni fuga ogni dubbio: "Queste voci sono infondate. Noi sosteniamo progetti concreti"

GORDOLA – “Laura Kämpf, Fabrizio Casati e compagnia si sono messi a disposizione gratuitamente. Nessuno di loro è stato pagato”. Lo dice a chiare lettere Maurizio Tamagni: i soldi dell’omonima Fondazione creata in memoria di suo figlio non vanno a finire in cartellonistica pubblicitaria. Precisazione doverosa, perché ogni volta che la Fondazione Tamagni lancia una campagna qualcuno diffonde nuove voci. È accaduto anche con il lancio della seconda tappa di ‘Con la testa e non con le mani’. “Sono voci che fanno male e danno fastidio – puntualizza il padre di Damiano –, il denaro che la gente dà in beneficenza non serve per pagare i vip che appaiono sui cartelloni. Lo voglio chiarire una volta per tutte”.

Le campagne ‘Con la testa e non con le mani’ sono dunque basate esclusivamente sul volontariato delle parti in causa?
Esatto. Anche per quanto riguarda il fotografo, il pubblicitario, il grafico. I soldi li usiamo per altre cose.

Quali?
Ad esempio per sostenere la formazione dei monitori del progetto Midnight, che si occupa dell’animazione serale degli adolescenti in Ticino. Oppure per incentivare Midada, il progetto della Fondazione Gabbiano, legato al reinserimento dei giovani in difficoltà. Iniziative molto concrete dunque.

Come sta la Fondazione Tamagni?
Bene. Nel 2011 abbiamo raccolto circa 65.000 franchi e siamo sempre più presenti sul territorio. A eventi popolari, forum, manifestazioni per la gioventù.    

Un po’ meno nei luoghi e negli orari critici in cui potenzialmente possono avvenire le tragedie…
È vero. Ma il fatto è che siamo tutti volontari, nessuno di noi è pagato. E non si può chiedere ai volontari di strafare. Con il volontariato non si può arrivare dappertutto. Siamo alla ricerca continua di nuove persone che si vogliano mettere a disposizione, questo sì. E so che da parte del Cantone c’è la volontà di incentivare la presenza di volontari nei contesti a rischio. Vedremo.

Però gli episodi gravi di criminalità giovanile in Ticino sembrano in leggero calo. Cosa ne pensa?
Non potremo mai provarlo, ma mi piace pensare che un po’ di merito l’abbiamo avuto anche noi. Anche se, come sempre, tra il fatto grave e la bagatella decidono i dettagli. A volte è solo una questione di fortuna.

Torniamo ai vostri cartelloni. Secondo alcuni vanno a colpire solo chi ha già un atteggiamento coscienzioso, mentre suscitano indifferenza nelle teste calde. Cosa replica?
Non sono in grado di dare una risposta. La campagna deve avere lo scopo di fare discutere, di creare una coscienza comune, un maggior senso di responsabilità. Serve soprattutto a sensibilizzare la massa e sarebbe assurdo pensare che faccia miracoli da sola.  

Secondo lei dove andrà fatta maggior sensibilizzazione in futuro?
Negli stadi. Stiamo cercando di mettere in piedi un progetto di sensibilizzazione che coinvolga le tifoserie. A volte sugli spalti c’è davvero troppa aggressività.


 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE