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TICINOGiovanni Orelli, 454 firme di solidarietà

05.05.12 - 09:00
Lettera aperta a sostegno dell'intellettuale firmata da esponenti della cultura, della società civile e da politici (non solo socialisti)
Foto Ti-Press Benedetto Galli
Giovanni Orelli, 454 firme di solidarietà
Lettera aperta a sostegno dell'intellettuale firmata da esponenti della cultura, della società civile e da politici (non solo socialisti)

BELLINZONA - Una lettera aperta per manifestare la propria solidarietà a Giovanni Orelli dopo l'attacco apparso sul Mattino della Domenica. E' quanto appare oggi, nella forma di un annuncio pubblicitario a pagamento, sulle pagine de LaRegioneTicino e del Corriere del Ticino.

I firmatari - Non solo esponenti e simpatizzanti socialisti tra i firmatari della lettera, ma anche vari esponenti della società civile, del mondo culturale e membri di altri partiti. Qualche nome scorto qua e là nella lunga lista: Marina e Werner Carobbio, Raoul Ghisletta, Anna Biscossa, l'associazione "Belticino", Pelin Kandemir Bordoli. E poi Marco Blaser, Villi Hermann, Giovanni Merlini, Chiara Simoneschi-Cortesi, Dick Marty, Alberto Nessi, Remigio Ratti e Tita Carloni. 454 firme apposte in calce ad un documento che recita così:

"Da alcuni secoli, nei Paesi dove la convivenza civile ha peso, significato e importanza, la vita umana è considerata sacra nella sua individualità e nella sua durata. Augurare la morte a qualcuno, addirittura pubblicamente, è un tabù che non viene mai superato. Ed è proprio sul presupposto che, nonostante disaccordi e anche forti polemiche, la vita no, non si tocca, che si fonda la nostra convivenza civile di ticinesi e svizzeri.

Oggi anche questo “tabù civile” viene purtroppo infranto. Leggiamo infatti su un settimanale ticinese che ci si augura (ma chi? chi è tanto barbaro da augurarsi una cosa simile?) la morte di un noto scrittore ticinese e svizzero, conosciuto e riconosciuto anche oltre le nostre frontiere, Giovanni Orelli.

Sottolineando che augurare la morte di chicchessia pubblicamente è sinonimo di “morte morale” di una società, esprimiamo anche vivo sconcerto che una tale crassa e volgare esternazione da “menagrami” sia stata rivolta a una delle più note personalità del nostro cantone, uno scrittore che con la sua fantasia, il suo impegno e una forte vocazione civile rappresenta da parecchi anni una delle nostre voci più autorevoli.

Con Giovanni Orelli ci si può trovare in accordo o in disaccordo, ma in primo luogo è bello poter discutere con una persona come lui. Discutere, forse, mai e poi mai augurarsi la morte di uno scrittore".

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