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TICINOScandalo Lega Nord, le lauree si possono acquistare in Ticino?

15.04.12 - 18:04
Foto Ti-Press
Scandalo Lega Nord, le lauree si possono acquistare in Ticino?

BELLINZONA - “Mentre, da anni, per il leghismo padano e quello nostrano, insinuare, ingrandire o cavalcare ad ogni occasione scandali veri o presunti degli altri partiti è diventato un metodo per la propria propaganda, ora che lo scandalo coinvolge la Lega Nord, in tutta fretta e furia si vorrebbe che il caso venisse archiviato. Maroni afferma che non vuol più parlare di quanto accaduto, solo qualche giorno fa, ma solo del futuro. Comodo, meglio mettere la sporcizia sotto lo zerbino e far finta di nulla. Giuliano Bignasca minimizza, o meglio banalizza, temendo che qualche ripercussione la si possa subire anche in Ticino. E allora nasce spontanea la domanda per sapere come mai la Lega dei ticinesi, tanto abituata a difendere il Ticino, i ticinesi e la Svizzera (almeno quando gli fa comodo), non abbia ritenuto di dover scendere in campo per sapere se è vero - come hanno riferito vari organi di stampa italiani (noto Stato da loro ritenuto fallimentare e nemico) - che alcuni familiari o stretti collaboratori del Senatur Umberto Bossi potrebbero aver conseguito, o meglio acquistato diplomi e/o lauree facili in Svizzera, e più verosimilmente in Ticino visto che la lingua madre è la stessa?”.

Matteo Quadranti deputato del Plr lancia l’invettiva ma anche la domanda su dove sia la verità relativa alle recenti cronache di confine inerenti lauree pagate e conseguite in Svizzera, presumibilmente in Ticino, da parte di esponenti della Lega Nord.
Quadranti ha presentato una interrogazione al Consiglio di Stato in cui chiede: “Se gli risulta che certi diplomi e/o lauree svizzere, come indicato dalla tv e stampa italiana, siano stati rilasciati in Ticino a persone vicine alla Lega Nord? Se sì, a chi e da quale scuola o università (se del caso anche privata)?”.

La risposta sarà importante per far luce sui dubbi ampiamente diffusi, soprattutto nel caso si trattasse di università private, che ricordiamo in Ticino come in Svizzera, devono godere del riconoscimento istituzionale per poter utilizzare la denominazione “Università”.   
E Quadranti aggiunge: “ritenuto che il partito che ha la maggioranza relativa in Governo in questo frangente non si pone domande, spetta allora ad un partito che si ispira all’opera del Franscini, e più recentemente di Buffi e Gendotti, di difendere le nostre scuole e università, oltre che tutti i diplomati e laureati ticinesi e svizzeri che i loro titoli di studio se li sono meritati e non comprati. Così come gli incombe di far emergere, se del caso, eventuali irregolarità che dovessero essersi realizzate.”
 

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