Cerca e trova immobili

INTERVISTALa sonda ticinese conquista lo spazio

14.03.12 - 08:05
Due appassionati ripetono l'esperimento di due giovani canadesi: con un marchingegno fatto in caso mandano una fotocamera e un pupazzetto a 25mila metri di quota
None
La sonda ticinese conquista lo spazio
Due appassionati ripetono l'esperimento di due giovani canadesi: con un marchingegno fatto in caso mandano una fotocamera e un pupazzetto a 25mila metri di quota

LUGANO – In principio ci furono due ragazzi canadesi, e il loro esperimento che fece il giro del Web : un pallone sonda mandato in orbita con un omino Lego e una videocamera. Le spettacolari immagini dallo spazio hanno fornito l’ispirazione a due ticinesi, Lorenzo Antonini e Loris Mora, che hanno tentato il medesimo esperimento. “Già il giorno dopo aver visto le immagini al telegiornale” afferma Lorenzo Antonini “ci è balenata l’idea, e abbiamo coinvolto anche i nostri figli nella preparazione. Ci sembrava un’idea veramente interessante, e ci siamo messi d’impegno per capire come e cosa bisognava fare”.

L’idea è nata per passione, oppure lei e il collega siete due addetti del settore aerospaziale?
“E’ stata semplicemente una sfida personale. A nostra conoscenza nessuno aveva mai provato una cosa simile alle nostre latitudini. Io e il collega facciamo parte della polizia militare, quindi non avevamo nessuna conoscenza precedente dell’argomento”.

Quali sono state le principali difficoltà?
“La cosa più complicata è stato il reperimento del materiale, soprattutto il pallone aerostatico. Dalle nostre parti, facendo una ricerca su Internet non abbiamo trovato molti siti di riferimento e quindi ci siamo affidati a quelli statunitensi. Esistono dei vademecum, oltre Oceano, che spiegano come allestire il vettore, la quantità di gas necessaria per far volare il pallone e così via. Dai video di chi ha tentato con successo la prova si possono reperire informazioni e dettagli utili. In capo ad una settimana abbiamo reperito tutto il materiale, constatando che il progetto era abbastanza fattibile”.

Quanto costa inviare una sonda nello spazio?
“Abbiamo speso circa 600-700 franchi. I costi maggiori vengono dal pallone aerostatico e dalle fotocamere. Abbiamo ordinato quasi tutto su Internet, sempre dagli Stati Uniti, a parte la scatola di polistirolo del vettore che abbiamo trovato in Ticino”. E un pupazzetto, ribattezzato Elean, che è diventato il primo ”astronauta” ticinese".

Sono servite particolari autorizzazioni per compiere l’esperimento?
“Ci siamo informati presso l’Ufficio federale dell’aviazione civile, che ci ha confermato che fino a 2 chili di carico utile non avremmo dovuto richiedere permessi. Ottenuta la luce verde, abbiamo incominciato con gli esperimenti. Fino alla fine abbiamo però avuto presente il problema sicurezza”.

Veniamo al giorno del test, avvenuto domenica 11 marzo intorno alle 8.30 a Gola di Lago, nel Luganese.
“Nei giorni precedenti avevamo fatto vari test, specialmente riguardo le fotocamere. Prima d’inviare il pallone dello spazio abbiamo atteso, in contatto con gli esperti di MeteoSvizzera, una giornata con condizioni meteo ottimali. Domenica scorsa era perfetta. In particolare occorreva una giornata poco ventosa, ma con una lieve brezza verso sud. La conformazione del Ticino non è ideale per questo genere di esperimenti: i ragazzi canadesi avevano fatto la prova su una pianura. Sarebbe bastata una corrente diretta a nord, verso le Alpi, per far fallire la prova rendendo molto complicate le operazioni di recupero del vettore, casomai fosse caduto sulla cima di una montagna”.

C’è stato però un imprevisto di rilievo.
“Il recupero, lo sapevamo, sarebbe stato la parte più delicata. Eppure il pallone ha preso subito una corrente e si è spostato in una maniera che non ritenevamo affatto possibile”. Antonini e Mora hanno inseguito il loro pallone per un paio di centinaia di chilometri, fino alla periferia di Torino dove la sonda ticinese ha toccato terra, in un campo di patate. “Eravamo convinti di recuperare il pallone ad una distanza massima di 40 chilometri, ma così ne abbiamo percorsi oltre 200”. C’è stato un momento nel quale si è temuto il fallimento dell’operazione. “Per oltre un’ora non abbiamo avuto nessun dato dal rilevatore GPS, e mentre sorvolava la Valle d’Aosta abbiamo pensato che fosse caduto”. Pochi fattori separavano il fallimento dal successo. “Il vettore era munito di un paracadute, che ha contribuito a far giungere a terra il materiale in perfetto stato”.

Quanto materiale avete ottenuto?
“Varie ore di registrazione. L’unico inconveniente ha riguardato due fotocamere, che per lo sbalzo termico nella salita nell’atmosfera (sono stati toccati i -70 gradi) hanno smesso di registrare. Non così una telecamera specifica per gli sportivi, che ha filmato tutto facendo un lavoro eccezionale”.

Dopo questo successo, quale sarà la vostra prossima sfida?
“Tra un anno ritenteremo l’esperimento, sempre partendo dal Ticino, compiendo qualche miglioria come una protezione attorno alle fotocamere, per impedire che il freddo le metta fuori uso. Nel frattempo saremmo lieti di spiegare l’idea, le procedure e quant’altro a chi, scuole o enti, si mostrerà interessato”.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE