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IL TICINO AI GIOVANI / 4La società futura? "Più aperta e meno indifferente"

24.11.11 - 15:40
Thomas Guggia, concertista e docente di musica, offre una visione incoraggiante dei giovani: "Se gli diamo l'input hanno la volontà di apprendere, e cambiare in meglio"
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La società futura? "Più aperta e meno indifferente"
Thomas Guggia, concertista e docente di musica, offre una visione incoraggiante dei giovani: "Se gli diamo l'input hanno la volontà di apprendere, e cambiare in meglio"

CANOBBIO - “Ho capito di poter diventare un musicista quando convinsi i miei che ero veramente interessato a fare musica”. Nell’aula delle scuole medie di Canobbio, dove Thomas Guggia ci ha accolto, la musica permea ogni angolo. Gli strumenti musicali sono quelli che ha a portata di mano nella sua professione di docente. Perché non si riesce quasi mai a vivere da concertista: “E’ quasi impossibile, soprattutto con uno strumento come la fisarmonica e il bandoneon”.

Eppure questo allievo di Peter Soave, uno dei maggiori maestri dello strumento, ha tutti i requisiti per essere un musicista di successo. Il problema è a monte: non si vive con i proventi dei concerti, le esibizioni sono troppo poche, e quindi si cerca una professione alternativa. Una delle più ovvie è quella di docente. Non è un ripiego, specifica Guggia, è un modo per continuare a fare musica, e per insegnarla ai giovani. “Da un docente ci si aspetta che sappia insegnare la sua materia, e che (nel migliore dei casi) passi all’allievo la passione per l’argomento. “La musica è inspiegabile razionalmente, è un amore che va trasmesso e recepito”. Negli anni gli spazi per nutrire questo amore sono aumentati, anche se “nei locali ci sono sempre più dj e meno musica dal vivo. Come se l’elettronica avesse rubato una fetta di musica”.

La scuola, continua Guggia, deve mettere al centro della sua azione l’educare. “Una volta che il motorino è innescato, i ragazzi hanno davvero voglia di apprendere. Che si tratti di matematica, di una lingua, di leggere un lbro: bisogna dargli l’input di fare, e poi il resto verrà da sé”. Una visione che rifiuta il cliché del giovane annoiato, indifferente e rinunciatario: “Forse all’inizio la volontà di mettersi in gioco è debole, non dico di no. Ma basta poco per ribaltare tutto. Il nostro compito, e quello della società, è di accompagnare i giovani nel loro percorso”. Ci vuole impegno e dedizione, nello studio come negli altri aspetti della vita. “E tanta voglia di migliorarsi sempre di più”.

La società attuale, secondo Guggia, è dominata in certi settori fondamentali (ad esempio l’economia) dall’egoismo. “Per questo la cultura deve tornare ad assumere un ruolo cardine, come è stato spesso in passato. Bisogna tornare a vivere insieme e ad operare in gruppo per il benessere di tutti, lasciando stare il guadagno immediato sulle spalle del prossimo. Con la crisi questo viene sempre meno”. Per il futuro? “Vorrei vedere una società più aperta, meno indifferente e con più interessi”.

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