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TICINOI Consiglieri di Stato hanno parlato

01.08.11 - 22:01
Sadis e Beltraminelli ricordano i ragazzi ticinesi morti e feriti in Marocco, Borradori guarda a Berna, Gobbi difende le valli e Bertoli invita al reciproco sostegno
Foto Ti-Press
I Consiglieri di Stato hanno parlato
Sadis e Beltraminelli ricordano i ragazzi ticinesi morti e feriti in Marocco, Borradori guarda a Berna, Gobbi difende le valli e Bertoli invita al reciproco sostegno

BELLINZONA - I Consiglieri di Stato pronunciano i loro discorsi in occasione del Natale della Patria tra apertura e villaggio globale, rivendicazione dell’unità e della compattezza, ma tutti all’insegna della responsabilità. 

Beltraminelli e Sadis non mancano di ricordare la tragedia del Marocco in cui hanno perso la vita tre giovani ticinesi mentre un’altra ragazza è rimastra seriemente ferita. Anche Oslo viene ricordata dai due consiglieri di Stato, mentre Borradori si concentra maggiormente sui rapporti tra il Ticino e Berna e l’importanza che il cantone ha nello scacchiere della Confederazione. Norman Gobbi difende le scelte degli svizzeri contro l’Europa ma invita ad una maggiore coesione interna, un minor conflitto tra città e campagna e tra cittadino e paesano. 

Paolo Beltraminelli - In occasione della Festa nazionale del 1. Agosto il neo Consigliere di Stato ha pronunciato il suo discorso a Villa Bedretto. Nel suo discorso c’è l’accenno alla tragedia in Marocco “il Ticino tutto ne è rimasto profondamente colpito, tutti noi abbiamo partecipato al dolore dei famigliari e degli amici”, e poi a Oslo. “Oramai neanche la Svizzera è più al riparo dalle conseguenze dirette e indirette generate dalla strategia del terrore. Il villaggio globale, che è ormai diventato il mondo, insieme alle indubbie opportunità e vantaggi, porta con sé anche insidie e forme diverse di violenza fisica e psicologica.

La risposta al villaggio globale è nella capacità di sviluppare una comunità locale forte ed unita, ma che non ceda alle paure, al populismo e alla demagogia, con un sistema di sicurezza adeguato che passa anche attraverso una rete di informazioni”. Beltraminelli punta il discorso sulla coesione seppur con le regole della democrazia e rispettando le minoranze, in modo da non temere il dialogo con l’esterno. Tra le proposte politiche quella  di regolarizzare al più presto i rapporti tra Svizzera e Italia e la necessità dei lavori di manutenzione della galleria del San Gottardo

Marco Borradori - Come lo scorso anno il consigliere leghista ha pronunciato il suo discorso a Cademario.  Le sue parole sono rivolte al rapporto tra Cantone e Confederazione. “Il Ticino ha bisogno di Berna. E Berna ha bisogno del Ticino. Il Ticino sa che deve la sua prosperità all’integrazione nella Confederazione, ma la Confederazione senza il nostro Cantone non sarebbe quel riuscito esperimento di multiculturalità – unico al mondo - che è. Come difendere i nostri interessi in modo efficace? C’è un solo modo: esserci. Essere partecipi, attivi, presenti e innovativi .

Secondo la mia esperienza, quando ci si mette in gioco il dialogo si apre e porta frutto”. Tra i punti politici anche Borradori punta alla risoluzione  del blocco ristorni e alla manutenzione del S. Gottardo ma è anche convinto che solo con la determinazione, la caparbietà e lo spirito combattivo dei Cantoni primitivi gli obiettivi si possono raggiungere, non dimenticando di essere capaci di dialogare, tenere conto degli interessi altrui, “di unire e non di spaccare”.

Laura Sadis - La Presidente del Consiglio di Stato in occasione della Festa nazionale si è recata a Morcote. Il suo è un discorso chiaro contro il populismo e gli slogan ma soprattutto contro le paure. “Lo scorso mese di aprile il mondo, con le sue stridenti contraddizioni, è entrato brutalmente nella nostra realtà. Un efferato attentato in un caffè tradizionalmente affollato di vacanzieri ha crudelmente stroncato la vita di tre giovani ragazzi ticinesi. Una quarta giovane donna è sopravvissuta ma necessiterà di molta forza. Subentra un sentimento d’insicurezza e di timore”.

Per la Sadis tutto ciò diventa anche appetibile territorio di conquista politica, che alimenta e nello
stesso tempo asseconda le paure delle persone. “Questo calcolato disegno politico, mirante ad acquisire consensi a ogni costo piccona giorno dopo giorno, con ingenti mezzi finanziari, il fondamentale principio di convivenza civile del rispetto delle e fra le persone.” Per la Sadis bisogna reagire non stando zitti  ma prendendo seriamente i timori dei cittadini e senza cedere alla tentazione di illuderli. “La Svizzera non deve avere paura di riaffermare criticamente i suoi valori, di tutelare lo stato di diritto e di mantenere la sua capacità d’apertura”

Norma Gobbi - Al Passo del San Gottardo c’era invece Norman Gobbi che nel suo discorso ha contestato chi afferma “che il nostro Paese è chiuso, retrogrado e lesivo dei diritti umani; dovrebbe unicamente volgere lo sguardo al mondo che ci circonda. Il Popolo svizzero ha, da sempre, dimostrato apertura e concesso asilo a coloro che lo richiedevano legalmente e giustificatamente.”
Quindi ha attaccato l’idea di Europa. “Due decenni fa la volontà di una presunta élite politico-culturale avrebbe voluto trascinare il nostro Paese in un’avventura definita “richiesta di adesione allo Spazio Economico Europeo. Il voto ticinese non l’ha soprattutto voluto.

Purtroppo questo progetto è un sistema di Stati con costrutti politici e finanziari discutibili. Al primo inciampo politico dell’uno, l’altro si chiude affermando che non sono fatti suoi”.
Ma poi Gobbi invita alla coesione interna, evitando  che una parte del Paese possa ritenersi migliore o superiore di un’altra. “Consci che la Svizzera è al suo interno multiculturale, è pur sempre un Paese ricco di tradizioni e di professioni, dal cittadino al paesano. Due realtà culturali che devono restare unite. Riconoscendo di essere complementari dobbiamo rimanere uniti, dalla città attraverso la campagna fin su alla montagna. Questa è la nostra forza!”

Manuele Bertoli - A Rütli e a Olivone, Manuele Bertoli ha pronunciato due discorsi diversi ma simili nei concetti. Bertoli ha rivisitato i valori fondanti della Svizzera, indipendenza, solidarietà, multiculturalità, democrazia. “L’indipendenza è un concetto che di questi tempi a mio parere viene volentieri abusato per finalità che poco hanno a che vedere con la fierezza nazionale. Anche il valore della solidarietà, quello del “Tutti per uno, uno per tutti” per Bertoli è meno sentito. Una solidarietà indebolita nei rapporti tra le cittadine e i cittadini, ma anche nelle relazioni tra i vari territori elvetici, chiamati sempre più a partecipare alle sorti generali della Svizzera attraverso processi di competizione .

“La Svizzera –dice Beroli - avrebbe invece bisogno di un nuovo slancio nella direzione opposta, di reciproco sostegno tra i Cantoni, tra i territori, tra le generazioni, tra i suoi cittadini”. E poi il multiculturalismo. “Facciamo una certa fatica ad integrare nelle nostre comunità le migliaia di persone che chiedono di divenire cittadine del nostro Paese. Usiamo la nostra esperienza per affrontare la nuova realtà che ci si presenta”. E infine due parole sulla democrazia. Bertoli se la prende con il marketing del populismo quello dei  minareti, dell’espulsione di criminali stranieri e del burqa.  “Il rischio che stiamo correndo è quello di uno svilimento della partecipazione diretta del popolo alle decisioni. La Svizzera deve saper recuperare apertura e solidarietà come valori fondanti. 

Red

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