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TICINOLavoro gratis o licenziamento, i lavoratori chiedono aiuto

25.07.11 - 20:14
Una pratica sempre più in voga, ma l'OCST avverte: "I lavoratori non sono più disposti a vedere calpestata la loro dignità"
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Lavoro gratis o licenziamento, i lavoratori chiedono aiuto
Una pratica sempre più in voga, ma l'OCST avverte: "I lavoratori non sono più disposti a vedere calpestata la loro dignità"

MENDRISIO - O lavorate di più, e gratis, oppure vi licenziamo. E' quanto, in sostanza, si sono sentiti dire i dipendenti della Erg Petroli SA, dopo che la società ha deciso di aumentare, a causa del franco forte, l'orario di lavoro settimanale degli addetti alle pompe di benzina di cinque ore senza nessun adeguamento salariale.

Una circostanza che ha fatto indignare Giorgio Fonio, sindacalista OCST che ha immediatamente interpellato la filiale svizzera di Erg a Losanna. "E' un caso eclatante" ci dice Fonio "soprattutto per la sua superficialità senza precedenti: i dipendenti si sono visti mettere di fronte al fatto compiuto da questa decisione unilaterale e discriminante". La documentazione in merito alla Erg Petroli sarà inoltrata dall'OCST all'ispettorato del lavoro.

A pagare i conti della congiuntura economica, aggiunge Fonio, sono ancora una volta i lavoratori. "Persone che guadagnano 2500 franchi lordi che si vedono costretti a questo ulteriore sacrificio. E' il segnale che, nella considerazione di questi manager, il lavoratore si trova in fondo alla scala sociale". Una situazione tesa quella dell'economia ticinese, che specialmente in certi settori può arrivare a dare vita ad una guerra tra poveri: da una parte i lavoratori frontalieri, dall'altra quelli locali. C'è però un segnale positivo, osserva il sindacalista: un inizio di ribellione dei dipendenti, che insieme hanno inviato una missiva dal contenuto chiaro: "Sindacato aiutaci". "Un segno della coscienza sociale viva nei lavoratori".

Quello che più fa riflettere, come dicevamo, è la scelta unilaterale dell'azienda, che ha evitato totalmente una discussione con i sindacati. Come, ad esempio, è stato fatto nel canton Argovia dove, è notizia di oggi, il fabbricante di cucine Franke si è accordato con i sindacati su un aumento temporaneo del tempo di lavoro. Da settembre i dipendenti lavoreranno 2,5 ore a settimana in più. Al contempo i salari dei quadri e dei membri della direzione saranno ridotti del 3%, hanno indicato oggi Impiegati Svizzeri e il sindacato Unia in una nota congiunta. L'accordo vale al massimo fino alla fine del 2012. In cambio dell'aumento del tempo di lavoro Franke rinuncia ad effettuare licenziamenti per motivi economici. Segno che la crisi può essere affrontata di comune accordo, e i sacrifici non vengono rifiutati a priori.

Tornando alla realtà ticinese, Fonio commenta la presa di posizione del presidente dell'Unione svizzera degli imprenditori, che ieri ha dichiarato che "temporanei adattamenti del salario non devono essere un tabù". Secondo il sindacalista "in tempi di vacche grasse gli imprenditori non sono mai venuti a proporre aumenti di salario, in proporzione all'aumento degli utili". Si conclude con una nota amara: il caso in oggetto, conferma Fonio, non è isolato. Nel settore dei servizi questo tipo di pratica diventa sempre più usuale. "Ma i lavoratori non sono più disposti a vedere calpestata la loro dignità".

f.c. / ats

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