LUGANO - Anche il Sindacato OCST prende posizione sulla vicenda "balairatt", condannando, come tutte le altre associazioni di tutela dei lavoratori, la campagna mediatica che paragona i frontalieri a dei ratti.
"Se vengano preferiti i lavoratori esteri agli indigeni siamo certi che sia per colpa loro?" si chiede il Segretariato cantonale OCST. "Le maggiori tensioni sul mercato del lavoro si sono, infatti, prodotte quando è venuto meno il controllo preventivo dei salari e delle condizioni di lavoro offerte ai lavoratori".
A questo proposito, l'OCST ricorda la sua denuncia relativa ai salari di 1'800 franchi mensili offerti a personale qualificato nel settore impiegatizio. Una situazione che "evidenzia che proprio laddove non esistono dei contratti collettivi obbligatori si nascono i maggiori abusi. Attendersi che tutti questi abusi vengano denunciati è utopia o peggio una velata ipocrisia". Una soluzione sarebbe l’introduzione generalizzata di Contratti Collettivi, che permetterebbe di ovviare a molti abusi.
Tornando alla controversa campagna, l’OCST la condanna ed invita tutte le parti interessate (politica, sindacati ed imprenditori) ad approfondire e cercare soluzioni ragionevoli ai non pochi problemi presenti nel mercato del lavoro ticinese.