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TICINOSprayer: "Noi vandali? Colorare il mondo, è la nostra missione"

18.07.10 - 12:14
A colloquio con chi ha scelto di dare colore ai muri del Ticino. Un'attività al limite della legalità. Per Claudio Chiapparino, del Dicastero Giovani di Lugano si tratta di "forme d'arte che vanno promosse con iniziative e spazi adeguati"
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Sprayer: "Noi vandali? Colorare il mondo, è la nostra missione"
A colloquio con chi ha scelto di dare colore ai muri del Ticino. Un'attività al limite della legalità. Per Claudio Chiapparino, del Dicastero Giovani di Lugano si tratta di "forme d'arte che vanno promosse con iniziative e spazi adeguati"

LUGANO - Si chiama writing ed è l'arte di dipingere i muri con una bomboletta. Il fenomeno, sociale, culturale, e artistico, è esploso in tutto il pianeta negli anni Settanta. Oggi conta numerosi stili, esponenti di rilievo, tecniche e adepti. Graffiti writing, Aerosol-Art, Graffiti Logo, Tag, Crew, street art e il post graffiti, un universo multicolore, fatto di neologismi, spesso ai margini, molto discusso, a volte illegale.

E in Ticino, dove il writer viene più comunemente chiamato sprayer, è guerra aperta. Il caso di Cugnasco-Gerra è soltanto l'ultimo di una serie di episodi di vandalismo. E mentre si parla di punizioni più severe e di videosorveglianza, chi il writing lo pratica come filosofia di vita risponde e spiega.

Bigtato (è lo pseudonimo di Renato Benzoni), 23enne che, assieme all'amico Panho, rappresenta l'unica frangia ticinese della crew svizzera USB CREW, la bomboletta l'ha presa in mano per la prima volta 12 anni fa.

"La mia prima esperienza con le bombolette spray l’ho avuta nell’estate del 1998, durante un evento promosso delle scuole. Da quell'episodio è scattato qualcosa, ho continuato a disegnare da solo, su fogli e sul garage di casa, non c’erano tanti spazi su cui provare. Il mio primo muro l'ho dipinto nel 2000 e da lì a un paio di anni ho conosciuto Styun e abbiamo fatto una crew (un gruppo di amici legati dalla cultura hip-hop, n.d.r), la IOS CREW e tuttora dipingo con lui, principalmente lavori su commissione. Poco dopo ho iniziato a fare graffiti con Panho, un amico d’infanzia".

La voglia di fare graffiti
- "Andiamo quasi tutti i weekend a disegnare in una fabbrica a Cadenazzo, che gentilmente messa a nostra disposizione, ma anche  su altri pareti del Ticino. Assieme a Panho facciamo parte di una crew svizzera, la USB CREW (siamo gli unici ticinesi), gli altri sono tutti della svizzera interna, Winthertur, Sciaffusa, Zurigo, ecc. Per questo ogni tanto facciamo anche trasferte in Svizzera interna. Ultimamente stiamo andando anche in Italia, il nostro desiderio e di spostarsi sempre più all'estero".

Uno stile di vita - "Il writing è un movimento facente parte della cultura hiphop nato nel Bronx all’inizio degli anni '70. Il tutto è partito dalle scritte sui muri utili a delimitare il territorio delle bande, poi da semplice segno identificativo è diventata una vera e propria arte. Il writer ha iniziato a scrivere il proprio nome sulle metropolitane, sui muri e su qualsiasi altra superficie facendosi conoscere In altre zone. Taki 183 è stato uno dei primi. Da semplice scritte del proprio nome si è poi passati a veri e propri disegni con sfondi elaborati e rappresentazioni delle forme più variegate".

Il writer ticinese - "La scena del writing in Ticino è un po' povera. Sono in pochi a spingere questo movimento e anche quelli che ne fanno parte resistono qualche anno, ma poi, anche per assenza di stimoli, spazi e iniziative dedicate, alla fine mollano. Fortunatamente nell'ultimo periodo il movimento graffitaro sembra aver trovato nelle nuove leve la linfa vitale per poter andare avanti. Questi giovani si appassionano in fretta, apprendono velocemente e sono anche molto bravi".

Tag e writing - "Il writer vive sempre ai limiti della legalità. Personalmente non posso negare che un bel disegno fatto su un muro o su di un treno mi piaccia, anche se illegale. Al contrario le firme (TAG) sui muri della città o sulle abitazioni private, forme davvero primitive del writing, non piacciono nemmeno a me. Mi arrabbierei anche io se trovassi casa mia insozzata da scritte e pitture. L'errore è credere che quel ragazzino che compra la bomboletta e scarabocchia sui muri sia un writer. Questa è una sterile visione generalista che serve solo a danneggiare chi come me vuole fare arte. Per questo motivo credo sia giusto promuovere e far conoscere al pubblico i nostri lavori. Per far comprendere la differenza che c'è dietro allo scarabocchio o atto vandalico e la passione di un artista. Il writer è colui che elabora su foglio una scritta o un disegno e poi la realizza facendo rivivere quel muro grigio, che diventa la tela, con colori e forme, lanciando anche dei veri e propri messaggi sociali".

Una vita normale
-  "La vita del writer in Ticino è decisamente nella norma. Non facciamo niente di strano, c’e chi lavora, chi va a scuola, come qualsiasi altro ragazzo.  L'unica differenza è che al posto di scrivere , leggere, giocare a calcio o altri hobby, il writer disegna sui muri. Uno svago come tanti che permette all'individuo di esprimersi tramite forme e colori".

Colorare il mondo - "Il writer ticinese vorrebbe più muri da pitturare, il grigio Ticino si presta abbastanza con tutti i suoi sottopassaggi, panelli autostradali. Colorare il mondo, è la nostra missione".

Davide Milo


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