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TICINOLa proposta della Lega ai disoccupati ticinesi: 'Chiedete lavoro direttamente alla Leuthard"

07.06.10 - 21:03
Non si è fatta attendere la reazione della Lega alle dichiarazioni della presidente della Confederazione Doris Leuthard che oggi ha dichiarato che i frontalieri non hanno occupato i posti lasciati liberi dai ticinesi
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La proposta della Lega ai disoccupati ticinesi: 'Chiedete lavoro direttamente alla Leuthard"
Non si è fatta attendere la reazione della Lega alle dichiarazioni della presidente della Confederazione Doris Leuthard che oggi ha dichiarato che i frontalieri non hanno occupato i posti lasciati liberi dai ticinesi

BELLINZONA - La Lega dei Ticinesi lancia la proposta "alle svariate migliaia di ticinesi, giovani e meno giovani, che non trovano un impiego a seguito del continuo aumento dei frontalieri: chiedete un posto di lavoro direttamente alla Signora Leuthard".

La reazione della Lega - Non si è fatta attendere la reazione della Lega dei Ticinesi alla risposta fornita oggi dalla presidente della Confederazione, nonché ministra del Lavoro Doris Leuthard al suo collega di partito, il consigliere nazionale Meinrado Robbiani che, in una interrogazione aveva sollevato le conseguenze legate ai contratti bilaterali nell'ambito occupazionale. L'aumento dei lavoratori frontalieri è coinciso, secondo Robbiani, con un aumento dei disoccupati residenti. Un'osservazione che, recentemente, era stata confermata anche dal capo della Sezione del Lavoro del DFE, Sergio Montorfani che aveva pubblicamente dichiarato che "a partire dal 2004 si è constatato che l'evoluzione del numero dei frontalieri è indipendente dalla congiuntura economica e quindi dall'evoluzione della disoccupazione. Se in passato, fino agli anni '90 c'era un rapporto speculare, per cui quando aumentava la disoccupazione il numero di frontalieri diminuiva (esisteva il filtro dei permessi di lavoro che venivano rilasciati dallo Stato, Stato che teneva conto anche della situazione del mercato del lavoro e dall'aumento della disoccupazione) ora questo filtro non esiste più".

Lega delusa, ma non stupita - Leuthard ha risposto, ammettendo che servirebbe uno studio approfondito sul fenomeno tutto ticinese, che nel 2009 l'aumento del numero di frontalieri mentre cresceva la disoccupazione "non ha significato che i primi occupino gli impieghi lasciati liberi dai secondi". Una dichiarazione che ha "deluso, ma non stupito" la Lega dei Ticinesi. Lega che considera la presa di posizione di Leuthard "la reiterata dimostrazione della propria totale ignoranza della realtà ticinese". Una Leuthard che, sempre secondo il movimento di Bignasca, "non ha a cuore la situazione occupazionale creatasi in Ticino a seguito della libera circolazione delle persone, propagandata proprio dalla consigliera federale stessa in votazione popolare".

Risposta "indecente" -
Una risposta considerata "indecente" anche alla luce del fatto che "la sostituzione dei lavoratori residenti con frontalieri in Ticino è purtroppouna realtà, logica e prevedibile conseguenza della libera circolazione delle persone; ed è una realtà - si legge ancora nella nota - specialmente in quei settori tradizionalmente fonte di impiego per i ticinesi; in particolare il Terziario, come chiunque può constatare sul territorio".

La reazione di un lettore -
La presa di posizione della presidente della Confederazione, inoltre, non ha mancato di suscitare reazione anche tra i nostri lettori. In redazione c'è arrivata la segnalazione di un disoccupato ticinese che, ironicamente, ha brevemente descritto la situazione nell'azienda che lo ha licenziato: "nella ditta dove lavoravo l'80% dei collaboratori è frontaliere e io, svizzero sono disoccupato da 3 mesi dopo 25 anni di lavoro. Speriamo non spari più castronerie la signora Doris Leuthard".

Una segnalazione che testimonia la tensione e l'amarezza di molti ticinesi restati a casa in un periodo di difficile situazione congiunturale.

La Lega dei ticinesi considera le dichiarazioni Leuthard una conferma "sul disinteresse imperante, a livello di Consiglio federale, nei confronti della situazione occupazionale in Ticino".
 

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