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TICINOAITI, 'la priorità è mantenere i posti di lavoro. Aumenti salariali non generalizzati'

02.12.09 - 09:35
AITI, 'la priorità è mantenere i posti di lavoro. Aumenti salariali non generalizzati'

LUGANO - L'analisi introduttiva effettuata dall'AITI nel comunicato stampa relativo alle trattative salariali di fine anno sottolinea le difficoltà registrate nel cordo del 2009. "Anno che sarà certamente archiviato come un anno estremamente difficile per l'industria ticinese, settore votato alle esportazioni, particolarmente colpita dalle conseguenze della crisi congiunturale, che ha determinato un crollo in una certa misura generalizzato delle ordinazioni e dei fatturati delle imprese. Inoltre, il poco favorevole tasso di cambio fra franco svizzero e altre monete di riferimento, come ad esempio il dollaro, pone ulteriormente  sotto pressione l'industria d'esportazione orientata al mercato americano e a quelli europei".

L'AITI afferma inoltre che "il ricorso allo strumento dell'orario di lavoro ridotto ha permesso sin qui di mantenere al lavoro gran parte della manodopera, ma non può impedire una fase di riorganizzazione e ristrutturazione delle imprese, che avrà inevitabilmente delle conseguenze sul mercato del lavoro". L'AITI spiega inoltre che proprio a causa delle difficoltà riscontrare "le imprese industriali unitamente ai rappresentanti dei lavoratori sono impegnati in questa fase nell'analisi delle possibilità e delle modalità con le quali si potranno evitare nella misura massima possibile dei licenziamenti".

In virtù dei segnali non proprio promettenti in merito al futuro, la prospettiva è quella di una debole crescita economia a partire da metà 2010, che non promettono di colmare le perdite registrare quest'anno, "la priorità deve essere data realisticamente al mantenimento dei posti di lavoro e non ad un aumento automatico quanto generalizzato delle retribuzioni. Senza dimenticare il fatto che il rincaro è addirittura negativo".

L'AITI ribadire quindi ciò che a più riprese ha affermato anche in passato, e cioè che ritiene necessario "evitare qualsiasi forma di automatismo, privilegiando la negoziazione", che le imprese devono godere della necessaria flessibilità anche se firmatarie di contratti collettivi, che "bisogna dare priorità alla situazione e alle prospettive delle singole imprese, evitando una visione generica di settore, commisurando la negoziazione salariale alla situazione specifica dell'azienda", che è necessario "applicare il principio del merito personale" e che "occorre avere maggiore rispondenza con le condizioni del mercato del lavoro".

Fatte queste considerazioni e tenendo presenti le oggettive prospettive economico-congiunturali sul breve e medio termine, l'AITI ritiene necessario "orientarsi verso un riconoscimento non generalizzato di eventuali aumenti salariali, realisticamente definibili fra lo 0 e l'1 %, calcolati sulla massa salariale e ridistribuiti singolarmente in base al merito".

L'AITI ribadisce che "il ricorso al pragmatismo e il costante riferimento ad una pace sociale duratura, rimangono gli strumenti più idonei per consolidare il successo di imprese e lavoratori del cantone Ticino. Con l'avvicinarsi della fine dell'anno, l'AITI auspica che il buon senso non solo non venga mai a mancare, ma sia pure un elemento preponderante del confronto e del dialogo fra le imprese e i propri collaboratori".

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