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BELLINZONAProcesso delle sigarette, parla la figlia di Bossert: "Quello che ci hanno fatto non è giusto!"

01.04.09 - 13:50
Ti-Press/Gabriele Putzu
Processo delle sigarette, parla la figlia di Bossert: "Quello che ci hanno fatto non è giusto!"

BELLINZONA - "Quello che hanno fatto nei nostri confronti non è giusto!" C. Bossert, la figlia di Alfredo Bossert, attende in disparte suo padre che, davanti alle telecamere ribadisce la sua posizione e le sue critiche nei modi usati dalla polizia il 31 agosto del 2004, data del suo arresto. "I modi usati dalla polizia quel mattino non sono stati corretti - dice C. che cerca riparo dalla pioggia battente vicino al portone del Palazzo delle Orsoline - sono arrivati alle 6 e mezza del mattino e non abbiamo neppure avuto la possibilità di vestirci".

C. ha atteso che suo padre uscisse dall'aula del Gran Consiglio, oggi teatro di uno dei processi per associazione a delinquere internazionale più importanti nella storia della Confederazione. "Dai papà, usciamo di qua" ha esclamato rivolgendosi al padre mentre, lungo i corridoi del Palazzo delle Orsoline, era circondato da fotografi e giornalisti. "Lo vede anche lei, lo guardi, una persona di 73 anni, non è giusto che sia stato trattato in questo modo", ribadisce C., che crede fermamente nell'innocenza di suo padre.

Una vicenda questa, che ha segnato la vita di una ragazza, che ai tempi dell'arresto non aveva compiuto ancora i 20 anni. "Quel giorno è stato uno dei più brutti della mia vita - racconta C. - e non ho potuto fare niente per aiutare mio padre". Una vicenda che le è costata anche il posto di lavoro: "Quel mattino non ho potuto neppure avvisare il mio capo della mia assenza forzata - e per colpa di tutta questa storia ho perso anche il lavoro in banca".

Squilla il cellulare e C. si allontana.

p.d'a.

Foto apertura: Ti-Press/Gabriele Putzu

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