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SVIZZERAPirati della strada: gli svizzeri bevono, gli stranieri corrono

15.12.08 - 18:33
Ti-Press Samuel Golay
Pirati della strada: gli svizzeri bevono, gli stranieri corrono
BERNA - Fra le infrazioni gravi alle norme della circolazione sulle strade svizzere, il mettersi al volante avvinazzati è piuttosto un vizio della popolazione indigena, mentre gli stranieri si distinguono per il piede pesante sull´acceleratore. È quanto risulta dalle indagini dell´Ufficio federale di statistica (UST). I dati non precisano però se gli stranieri in questione siano residenti nella Confederazione o di passaggio.

Secondo le cifre pubblicate dal domenicale "NZZ am Sonntag" e confermate oggi dall´UST all´ATS, nel 2007 20´700 persone sono state condannate per gravi violazioni della legge federale sulla circolazione stradale (LCStr). Circa 11´000, ossia il 53%, erano stranieri, 12% dei quali provenienti dall´Italia, 9% dall´ex Jogoslavia e 8% dalla Germania.

Per guida in stato di ebrietà sono state inflitte 17´000 condanne, il 64% delle quali a svizzeri e il 36% a conducenti stranieri. Fra questi ultimi il maggior tasso di condanne per il reato in questione si riscontra fra italiani, portoghesi e francesi, tutti "a pari merito" al 6%.

Ma bisogna prendere questi numeri con le molle, sottolinea Steve Vaucher dell´UST. Le statistiche non riferiscono infatti se gli stranieri condannati erano residenti nella Confederazione o stavano attraversando il paese. E nella Confederazione la popolazione di origine straniera è di ben il 21%. Inoltre, l´infrazione grave alle norme della circolazione (art. 90. n2 LCStr) riguarda principalmente i decisi eccessi di velocità, ma comprende anche il sorpassare a destra sulle autostrade e alcune infrazioni agli incroci.

Secondo Vaucher, la categoria stranieri è "troppo grossolana" e sarebbe utile conoscere il livello economico e di formazione di chi compie un´infrazione. Inoltre bisogna tener conto che "il significato dell´auto e la maniera di viaggiare in altri paesi può essere molto differente che in Svizzera".

Anche Stefan Siegrist, vicedirettore dell´Ufficio svizzero per la prevenzione degli infortuni (upi), nota che in altre nazioni "c´è un´altra cultura della sicurezza": ad esempio, in Germania diversi tratti di autostrada sono senza limitazione di velocità, mentre in Italia è a volte possibile raggiungere i 150 km/h sulla terza corsia. Siegrist rileva che fra coloro che vengono pizzicati a velocità veramente eccessive sono nettamente sopra la media i giovani, di sesso maschile e di scarse prospettive professionali. Sono - aggiunge - "tre caratteristiche che si trovano pure fra i giovani con passato migratorio"; si tratta quindi al contempo di un problema di integrazione.

Pure secondo la portavoce dell´organizzazione delle vittime della strada Road Cross, Sabine Jurisch, si tratta di integrare meglio questa popolazione con un gran lavoro di prevenzione, cosicché l´auto e i suoi eccessi non vengano usati come valvola di sfogo alle frustrazioni sociali. Sono inoltre messi sotto accusa l´accesso troppo facile dei giovani ai crediti e la possibilità di acquistare mezzi molto potenti già dai 18 anni.

Road Cross non è stupita dell´alta percentuale di stranieri fra coloro che superano di molto i limiti di velocità. Ed è proprio per tale motivo che ha appena lanciato una campagna di sensibilizzazione rivolta in particolare ai giovani originari di Turchia, Portogallo e Balcani. Secondo l´associazione, essi sono infatti sempre più numerosi a sfidarsi in corse d´inseguimento che provocano incidenti gravi. Roadcross intende prendere contatto con varie associazioni di stranieri e club sportivi.

Intanto, il numero di persone condannate per forte eccesso di alcool o di velocità al volante è in costante diminuzione da due-tre anni a questa parte, mentre per molto tempo era in aumento o tuttalpiù stabile. Gli esperti del settore non sanno ancora spiegare tale evoluzione: sospettano però che la crescita delle infrazioni di velocità sia stata provocata soprattutto dall´aumento dei controlli mentre la diminuzione dipenda dalla maggiore sensibilizzazione della popolazione sul tema.

ats


Foto apertura: Ti-Press Samuel Golay

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