Su un totale di 600'000 decessi, il 37% è attribuibile a malattie del sistema cardiocircolatorio: seguono i tumori, responsabili di un quarto di tutti i decessi. Questi due gruppi determinano, insieme, i due terzi dei decessi, rileva l'UST. Con una quota del 6% ciascuno giocano un ruolo importante quali cause di morte più rilevanti anche gli incidenti e le morti violente, le malattie del sistema respiratorio e la demenza.
L'importanza delle cause di morte più frequenti varia con l'età. Bambini, adolescenti e adulti fino ai 44 anni muoiono più spesso per incidenti e cause esterne, le persone dai 45 ai 74 anni in seguito a tumori, mentre le persone oltre i 75 anni muoiono più frequentemente per malattie del sistema cardiocircolatorio.
Nel 1996, 2204 persone erano decedute in seguito a patologie demenziali; un decennio dopo erano 3606, con un aumento del 64%. Questo incremento è imputabile al fatto che molte più persone muoiono in tarda età. Confrontando tra loro le varie generazioni a una determinata età, non si registra alcun incremento delle percentuali di mortalità dovute alla demenza nelle generazioni più giovani.
Il calo del tasso di mortalità totale è attribuibile sostanzialmente alla minor incidenza delle malattie del sistema cardiocircolatorio. Sono infatti diminuiti sia i decessi dovuti a infarto acuto sia quelli in seguito a malattie cerebrovascolari (ictus). I decessi imputabili a tumori, invece, sono solo in leggero calo, mentre si registrano differenze marcate tra i vari tipi di tumore. Tra le donne, continua a crescere la mortalità dovuta al tumore dei polmoni.