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LOCARNOOmicidio in Città vecchia, l'accusa è di assassinio per Gianpiero Nervegni

18.01.08 - 11:48
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Omicidio in Città vecchia, l'accusa è di assassinio per Gianpiero Nervegni

LOCARNO - Il Ministero pubblico ha concluso l'inchiesta sulla morte di Gianpiero Nervegni e ha emanato l'atto di accusa nei confronti di Renato Nervegni, il fratello di Gianpiero, accusato di assassinio, sequestro di persona, lesioni personali semplici, aggravate e turbamento della pace dei defunti.

Secondo l'inchiesta - condotta dal procuratore pubblico Mario Branda - Renato Nervegni avrebbe intenzionalmente ucciso, la notte del 6 sul 7 gennaio 2007 a Locarno, presso il proprio domicilio, il fratello 53enne Gianpiero, affetto da deficit mentale. Gianpiero, cittadino italiano, soggiornava presso l'Istituto Sacra Famiglia di Verbania e in quella notte di gennaio aveva trascorso le festività natalizie, presso il fratello a Locarno.

Secondo la tesi accusatoria nel corso della serata del 6 gennaio, per ragioni che, in applicazione del principio della presunzione di innocenza dell'accusato, potranno essere pubblicamente affrontate solo in sede processuale, Renato Nervegni ha dapprima picchiato il fratello provocandogli numerose lesioni ed in seguito l'avrebbe strangolato, causandone la morte per asfissia.

Renato Nervegni avrebbe poi lasciato il proprio appartamento recandosi in un vicino ritrovo pubblico e lasciando il fratello morto sul pavimento. In base alle indicazioni scaturite dal rapporto autoptico, al momento dell'intervento dell'ambulanza e, quindi, della Polizia, avvenuti attorno alle 2.30 di quella notte, Gianpiero Nervegni risultava morto già da diverse ore.

L'accusato si è sempre professato innocente contestando sia di essere all'origine della morte del fratello che delle lesioni riscontrate in varie zone del corpo della vittima.

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