Cerca e trova immobili

LUGANOGiudici: "La gestione del territorio, una sfida culturale oltre che ambientale"

01.12.05 - 15:30
Interessante discorso del sindaco di Lugano, oggi, presso l'Istituto Scienze della Terra della SUPSI a Trevano. Lo riportiamo per esteso. E senza modifiche.
Ti Press
Giudici: "La gestione del territorio, una sfida culturale oltre che ambientale"
Interessante discorso del sindaco di Lugano, oggi, presso l'Istituto Scienze della Terra della SUPSI a Trevano. Lo riportiamo per esteso. E senza modifiche.

LUGANO - Come si ricorda nell’estratto, desidero articolare il tema della presente conferenza secondo diversi quadri, questo per dare un ordine alla mia esposizione, la massima concisione e chiarezza dei contenuti. Non nascondo la difficoltà di riuscire in questo proposito soprattutto perché si tratta di piani che s’intersecano e si condizionano tra loro in modo vicendevole. Desidero quindi chiarire da subito quale sia l’obiettivo principale della gestione del territorio, poiché questo è il focus di qualsiasi riflessione che seguirà e che informa internamente ogni livello di argomentazione: migliorare la qualità di vita dei cittadini, quindi della società, e aumentarne le opportunità. Il nostro fine è dunque il cittadino e il suo spazio vitale, intercettato attraverso quelle funzioni urbane minime che sono - secondo Le Corbusier - abitare, lavorare, coltivare il corpo, lo spirito e circolare.

La gestione del territorio si designa così come un processo dinamico nel tempo che prende forma grazie ad un sistema di relazioni di varia natura, interne ed esterne, le quali determinano ciò che oggi chiamiamo la City governance. La ricerca di un equilibrio e la composizione tra i diversi interessi economici in gioco, pubblici e privati, definiscono il quadro politico e giuridico della gestione stessa del territorio. Questi normalmente si traducono nelle diverse attività di pianificazione urbana, consolidate dai Piani Regolatori.

La realtà territoriale della nuova Lugano si esprime oggi attraverso un’intensa attività di trasformazione, sia sul piano delle istituzioni (si pensi alle recenti aggregazioni), sia su quello dei grandi progetti per la mobilità (PTL, Alp Transit, Stazione FFS), sia dal livello architettonico (Palace, Campo Marzio, Nuovo quartiere di Cornaredo, Lungolago e Università). Tutto ciò richiede lo studio e lo sviluppo di una nuova visione urbana del territorio.

Non desidero entrare ora nella questione dei limiti degli attuali Piani Regolatori (la nuova Lugano oggi ne conta ben 8) o sulla loro efficacia; per farlo basterebbe guardare la situazione territoriale che si è determinata sulla base di quei modelli, tra loro spesso incoerenti, pensati essenzialmente per rispondere a uno sviluppo di tipo quantitativo del tessuto urbano.

Per capire il territorio della nuova Lugano bisogna innanzi tutto rendersi conto che siamo dinnanzi ad una nuova realtà urbana che, per crescere in modo armonico e coerente, necessita di una visione d’assieme e non solo di dettaglio. Un lavoro di analisi che deve essere condotto su più piani: da quello urbano - del costruito e delle potenzialità di sviluppo di nuovi insediamenti, dello sviluppo dei servizi ai cittadini, delle infrastrutture di trasporto e di comunicazione - a quello paesaggistico, della conservazione e valorizzazione della qualità naturalistica e architettonica che caratterizza in modo straordinario la nostra realtà.

Una visione generale è a maggior ragione necessaria anche in vista delle nuove e possibili aggregazioni, alle quali stiamo lavorando con intensità al fine di avere la necessaria massa critica per popolazione (80/90 mila abitanti) e una sufficiente compattezza territoriale per potere concepire e sostenere economicamente i numerosi investimenti urbani in previsione.

A questo proposito, ricordo che è in corso uno studio promosso dall’Accademia di Architettura di Mendrisio (dai ricercatori dell’Istituto del Progetto Urbano Contemporaneo e dall’IRE, con il sostegno della Città di Lugano e del Cantone Ticino), che propone e studia diverse analisi interpretative del territorio componendo tra loro elementi geo-morfologici, economici, ecologici, infrastrutturali, demografici e ovviamente urbanistico-architettonici. Sottolineo l’importanza di questi studi, indispensabili oggi per orientare l’azione politica con lo scopo di impostare, attraverso progetti, le linee dell’ evoluzione e della trasformazione della nuova Lugano.

Per la conoscenza storica del territorio

Sotto questo punto di vista è importante anche la conoscenza storica del territorio e dell’evoluzione urbana della città. La linea di demarcazione è naturalmente la situazione attuale, risultato della stratificazione temporale degli insediamenti, della loro disposizione sul territorio e dell’utilizzazione del suolo. Presento, per il testo scritto qui di seguito, una  sequenza  di immagini che ci permettono di farci rapidamente un’idea dello sviluppo urbano di Lugano.

Dall’antico borgo medioevale, delimitato dall’edilizia conventuale, alla formazione della Lugano moderna della seconda metà dell’Ottocento. Una trasformazione caratterizzata dal sorgere  dell’industria turistica. La costruzione del Lungolago e dei suoi celebri alberghi, l’arrivo della ferrovia del Gottardo (1882),  l’apertura del Ponte di Melide e la progressiva articolazione  della rete stradale e ferroviaria locale, l’arrivo dei tram e delle funicolari permettono a Lugano di sviluppare nuove potenzialità territoriali, economiche e sociali.

È pure a cavallo tra Otto e Novecento che Lugano realizza la parte più importante delle sue infrastrutture industriali di servizio: l’Acquedeotto comunale del Tamaro (1894),  l’adduzione delle acque della Verzasca, la costruzione della centrale di Tenero (1908) e la costruzione della centrale termica di Cornaredo (1919) per la produzione di energia elettrica. Sono questi i grandi progetti che lanciarono in modo deciso lo sviluppo urbano della Lugano del secolo scorso.

I nuovi progetti, di cui riferirò proseguendo la relazione, presentano una straordinaria analogia con quanto accadde in quell’epoca lontana.

La nascita della city, della città della finanza e delle banche, è certamente anche all’origine della mutazione urbana degli ultimi decenni del secolo scorso, con la sua espansione territoriale e la dislocazione nel territorio regionale di molte attività produttive, manifatturiere e industriali.

L’attualità: i confini della città

Oggi la situazione territoriale della città si presenta come un continuo urbano, intercalato da spazi verdi più o meno ampi, una città che ha inglobato progressivamente i Comuni confinanti, ma anche quelli più distanti vivono oggi in prevalenza in funzione della città.

Determinare quindi quale sia oggi il limite della città è operazione improba. La sfera  d’azione delle funzioni urbane, generate o indotte dalla città, suggerisce la scala dell’intero agglomerato del Luganese o delle Valli di Lugano, così come era definita la regione durante l’epoca dei baliaggi e delle vicinie. La grossa questione, che sottolineo da oltre vent’anni, è che i limiti o i confini reali della città non coincidono con quelli amministrativi. Un fatto, questo, che ha provocato l’insorgere di numerose e anche gravi difficoltà nell’ambito della gestione e dello sviluppo del territorio.

La formazione di una cultura del territorio deve quindi essere posta alla base di qualsiasi riflessione in merito al territorio e la diffusione di questa cultura resta tuttora una sfida che la società politica deve sapere affrontare. Ma su questo tornerò nella conclusione.

Cogliere le opportunità della nuova Lugano

La Città di Lugano si trova oggi in una posizione particolarmente favorevole; sempre che si sappia e si voglia governare uno sviluppo che porterà certamente, al nostro milieu urbano, vantaggi competitivi di grande rilevanza per l'intera economia regionale e cantonale.

Credo si debba riaffermare il principio attivo ispirato a quella forza che ha permesso di unire tra loro diverse collettività per dar vita a un nuovo progetto politico e organizzativo, il quale ha, nel territorio, il suo punto focale.

La mobilità è circolazione

Mi piace definire la mobilità secondo il principio della circolazione del sangue: se il sistema delle arterie e delle vene è ben funzionante, allora il corpo sta bene. Lo stesso dicasi del territorio: se un territorio si avvale di un sistema di circolazione ben congeniato, esso si troverà premiato nelle sue funzioni. Un passo in avanti e nella giusta direzione è stato compiuto grazie allo studio del PTL e di altri suoi progetti annessi (PVP e PPP).

Sebbene questo rimedi a molti errori del passato, tra cui i ritardi accumulati nell’affrontare seriamente uno studio del Piano viario del Luganese secondo un concetto integrato di mobilità, non nascondo le mie preoccupazioni per il futuro. Preoccupazioni  soprattutto legate al passaggio di Alptransit e alla visione ancora monca del suo tragitto, il quale, al momento, si arresta a Lugano per proseguire a passo di lumaca verso la destinazione principale: la Lombardia. Siamo dinanzi ad un errore simile, se non peggiore, di quello commesso negli anni Settanta con la costruzione dell’uscita di Lugano sud in pieno territorio urbano.

Consideriamo che il flusso di treni su questo tragitto sarà importante e non dimentichiamo che questo sarà, con il Loetchberg, la prima linea AV d’Europa ad attraversare le Alpi. Proseguendo nell’analogia con il sistema circolatorio, si puo’ affermare che poco conta curare le piccole vene del corpo, la qualità della mobilità periferica, se contemporaneamente non ci si cura delle grandi arterie. A queste condizioni, l’ipotesi che il Ticino diventi una grande area di parcheggio non è così remota.

Sempre nell’ambito della mobilità generale, ricordo anche il progetto di collegamento Mendrisio-Arcisate-Malpensa, di portata strategica per la possibilità di inserire il nostro territorio nel sistema del grande HUB di Milano.

Dal quadro della mobilità generale dipenderà la qualità che riusciremo ad assicurare alla nostra realtà urbana e le sue prospettive socio - economiche. La nostra azione politica dovrà quindi essere continua e decisa.

PTL promuovere una cultura della mobilità

Non entro nel merito dei diversi progetti che compongono il PTL. Forse è però il caso di sottolineare il suo spirito, che non consiste soltanto nella realizzazione di opere per un ammontare di circa 1 miliardo di franchi, ma anche nel porre, tra i suoi compiti, la promozione di una cultura della mobilità attraverso: la responsabilizzazione dell’utente; la creazione di piattaforme intermodali; il miglioramento dell’offerta del servizio pubblico; lo sviluppo di un modello di gestione dinamico dei parcheggi e dell’informazione; l’introduzione di park & ride in zone strategiche;l’introduzione di un sistema di penetrazione alla Città secondo assi che dovrebbero consentire un miglioramento della qualità di vita nei quartieri residenziali;la promozione e la realizzazione dei percorsi per la mobilità lenta e pedonale. Tutto questo è possibile grazie alla realizzazione dell’opera principale del Piano: la galleria Vedeggio-Cassarate (Omega).

Queste misure dovrebbero permettere un sensibile miglioramento anche sotto altri aspetti, perché la diminuzione del traffico in generale e il contenimento di quello di attraversamento dovrebbero favorire il miglioramento della qualità dell’aria e dei carichi ambientali all’interno dei quartieri.

La qualità dell’ambiente e… dell’aria

Lugano presenta una situazione paesistica e naturalistica di straordinaria qualità, la cui conservazione è essenziale per il nostro futuro.

Il problema delle emissioni inquinanti è quello delle loro fonti: processi industriali, riscaldamenti, traffico stradale, cantieri… Ma la diffusione degli elementi inquinanti (primari o secondari) dipende solo in parte dalla nostra azione; essendo l’aria il vettore principale, il problema è di natura globale e fortemente dipendente dalle stagioni e dalla meteo.

Le città sono ovviamente i punti sensibili di questo problema, ma possono incidere solo limitatamente sullo stesso, ma ciò non ci esime dall’assumere in pieno le nostre responsabilità.

Recentemente, a proposito di tale questione, il Municipio ha risposto ad un’interrogazione di alcuni Consiglieri Comunali con un rapporto bene articolato, il quale affronta nel dettaglio questo problema complesso e le misure che la Città ha predisposto. La gente esprime forte inquietudine per la propria salute e per la qualità ambientale; è nostro compito agire e progettare tenendo conto di questa sensibilità.

Il PTL presenta diversi aspetti interessanti sotto questo profilo. Inoltre, la promozione dell’uso di energie pulite e del risparmio energetico diventa oggi un imperativo. D’altro canto si pone il problema della protezione delle acque e del suolo in generale.

Energia…

La Città di Lugano è stata tra le prime a modernizzare la sua rete per la distribuzione di gas nelle case. In coincidenza con la crisi energetica degli anni ‘70 e ’80, Lugano decise di costruire un gasdotto per portare il gas naturale in città realizzando un’opera di grandi dimensioni e d’importanza cantonale.

L’opera imponente, che ha avuto un costo di 34.5 milioni di franchi, ha permesso alla Città l’impiego e la progressiva diffusione di un’energia con bassi indici d’inquinamento. Il suo uso è in continua crescita e si dovranno studiare ulteriori misure per aumentarlo nelle economie domestiche. Negli edifici pubblici e di proprietà della Città e della CP, l’uso di questa fonte nella vecchia Lugano, a parte qualche eccezione, è ormai generalizzato e, progressivamente, questa riconversione verrà estesa anche ai nuovi quartieri.

Le AIL, inoltre, si stanno muovendo anche per la promozione di energia verde prodotta in Val Mara, così come, con il sostegno del Municipio, sono impegnate nel sostenere il progetto Vel per favorire l’uso di veicoli efficienti. Il CC nel corso del 2002 aveva approvato un credito di 1.76 milioni di franchi per la promozione di questo progetto, le AIL, dal canto loro, sono interessate a promuovere un sistema di rifornimento bi-fluel, energia elettrica e gas. Una prima stazione di rifornimento gas è stata inaugurata recentemente a Bioggio.

La Città è dunque da tempo sensibile a quest’argomento, trovandosi così in prima linea a livello cantonale per raggiungere l’obiettivo di una diminuzione dei carichi ambientali. Molto potrà essere ancora fatto grazie a nuovi progetti, ma soprattutto lavorando sul fronte della sensibilizzazione e dell’informazione. La Città di Lugano si è già iscritta, nel corso del 2004, per ottenere il marchio (lebel) di “città dell’energia”.

…qualità dell’acqua

Anche per la protezione delle acque e del suolo i progetti non mancano. La politica deve avere una visione d’assieme, integrata, dei problemi del territorio, tra questi l’acqua e il suolo sono aspetti fondamentali della nostra considerazione. Per quanto riguarda l’acqua, dopo gli importanti investimenti degli scorsi decenni, che hanno permesso il recupero del lago, negli ultimi tre anni sonno stati elaborati progetti che chiedono un investimento di 7.3 milioni di franchi, suddivisi in tre tappe che saranno completate entro il 2010. Questo piano (PGS) metterà a disposizione della Città lo strumento di pianificazione necessario per la gestione e la progettazione delle opere per la tutela delle acque sotterranee e superficiali.

La Città, dunque, attraverso i suoi servizi del Territorio e le sue aziende, sta conducendo un lavoro sostanziale per migliorare le condizioni ambientali, ma purtroppo non dipende tutto da noi. Il cittadino deve diventare parte attiva di questo processo collettivo di sensibilizzazione.

La gestione dei rifiuti urbani... per una città pulita

Il modo senza dubbio più diretto per dare ai cittadini la possibilità di contribuire a favore dell’ambiente è la gestione dei rifiuti domestici.

La Città di Lugano dispone di tre Ecocentri, uno con sede presso il Dicastero servizi urbani, uno situato nel quartiere di Pregassona e uno, di recente apertura, con sede nel quartiere di Breganzona. Tale struttura ha lo scopo d’incrementare la raccolta separata dei rifiuti, riducendo così i costi di smaltimento in termini economici ma soprattutto ecologici. Gli Ecocentri offrono inoltre la possibilità di recupero di rifiuti ingombranti grazie all’allestimento di mercatini per ridistribuire gli oggetti riutilizzabili. Gradualmente, conducono verso la scomparsa della raccolta dei rifiuti porta a porta, poco decorosa e poco pratica.

Quest’ultimo tipo di raccolta è già stata eliminata nei quartieri del Centro, Pregassona, Davesco-Soragno, Cureggia e Brè tramite l’introduzione d’innovativi contenitori interrati dall’alta capienza e dall’aspetto discreto.

Per quanto concerne gli scarti vegetali, i cittadini hanno a loro completa disposizione la piazza di compostaggio in zona La Stampa.

La Città offre dunque ai suoi abitanti quanto possibile per una gestione compatibile dei rifiuti urbani e il riscontro è decisamente positivo. Basti pensare che, nel 2004, l’Ecocentro di Pregassona aveva registrato ben 20'000 accessi e, a giugno 2005, già 21'000. Ci sono tutti i presupposti per mantenere Lugano una città pulita.

Il consolidamento e la messa in sicurezza del territorio

Non meno importante è l’aspetto della sicurezza o meglio di quelle opere intese a prevenire o contenere i pericoli naturali. Le alluvioni del 2001 hanno confermato che il nostro territorio è a rischio. L’importanza del bacino del fiume Cassarate, che ha origine nell’alta Val Colla, ha una superficie complessiva di 75 km2, il percorso dalle sorgenti del San Lucio al lago ha una lunghezza di 18 km, con una pendenza media del 7%. Dal 1825 al 2001 si sono segnalate 72 alluvioni con una media di circa un evento ogni due anni. Seppure di diversa intensità, questi dati segnalano la presenza di un certo rischio, che l’aumento e la diffusione del tessuto urbano non può che accrescere.

Quando nel corso del processo di aggregazione della nuova Lugano avevamo invitato anche il comune di Valcolla ad entrare nel concerto delle trattative, avevamo in mente due obiettivi: uno strategico, al fine di dare alla Città un ulteriore spazio naturale per lo svago e per stimolare anche la residenza primaria, e un secondo legato proprio alla possibilità di monitorare e intervenire direttamente - anche a sostegno delle azioni del Dipartimento del Territorio cantonale - nella salvaguardia delle sorgenti del Cassarate e del letto del fiume che scende verso la città. La mancanza di contiguità territoriale non ha permesso di raggiungere questo scopo. Ha prevalso il cavillo giuridico-politico rispetto ad una scelta che avrebbe certamente aiutato la Valcolla ad uscire dal suo stato di perenne crisi, permettendo un costante monitoraggio e controllo del territorio, dalle sorgenti al lago, dandoci la possibilità di individuare azioni mirate di contenimento dei rischi. Non sempre la razionalità riesce a prevalere in politica. Recentemente è stato approvato un messaggio di circa 3.7 milioni di franchi per opere legate al ripristino definitivo di situazioni critiche, conseguenza dell’alluvione del 2004 che toccò pesantemente la Valcolla e la sponda sinistra del Cassavate, nelle adiacenze dei riali che scendono dal Boglia e dal Brè. Si tratta dunque di opere di ripristino, mirate alla diminuzione dei fattori di rischio e al monitoraggio secondo la misura della carta dei pericoli.

Tutti aspetti, questi, che fanno parte del compito della gestione del territorio, che è insieme conoscenza e salvaguardia.

I progetti di architettura

Sulla spinta di recenti realizzazioni e di quelle che si prospettano a breve-medio termine, la Città di Lugano sta progressivamente riorganizzando il suo tessuto urbano. Il territorio, attraverso il coordinamento funzionale e la valorizzazione del patrimonio cittadino, si struttura per centri specializzati interconnessi e complementari tra loro. Alcuni progetti rappresentano già dei punti fermi, altri ci auguriamo possano concretizzarsi nell'immediato futuro, altri infine richiederanno tempi lunghi, ma sin d'ora si possono chiaramente individuare le zone o le aree che costituiranno i poli del futuro sviluppo urbano di Lugano: la stazione FFS, con la Fossa di Massagno; la zona del Palace; la zona centrale del Lungolago; il Campo Marzio Nord; la zona dell’Università; il nuovo quartiere di Cornaredo e il Piano di Scairolo. Desidero tuttavia porre l’attenzione sul fatto che non si tratta di aree libere e che quindi si dovrà operare con i dovuti strumenti attraverso progetti condivisi e coordinati verso vere e proprie trasformazioni urbane.

Si prospetta dunque una visione della Città articolata secondo aree omogenee e specializzate, distribuite in modo funzionale sul territorio, tra loro comunicanti, ma ognuna con un suo centro d’identità e con propri punti di forza.

Questi progetti sottendono il passaggio dal concetto di una Città che ruota attorno ad un unico polo, il centro storico, all'idea di una Città che evolve urbanisticamente attraverso la sintesi di poli organizzati che utilizzano pienamente le potenzialità e le risorse del territorio.

Il risultato globale dovrebbe consistere nella riqualificazione delle diverse zone e quindi nel rilancio dell'immagine stessa dei quartieri di Lugano e della sua periferia. Mi sembra utile passare brevemente in carrellata i singoli progetti.

Stazione FFS

La Stazione FFS è un'area nevralgica della Città dove si concentrano importanti problemi di viabilità che interessano i trasporti pubblici, i percorsi pedonali, i parcheggi e lo sviluppo edilizio. Nell’ambito del nuovo piano viario del Luganese, la zona della Stazione è destinata alla funzione di nodo di scambio intermodale rotaia/gomma - pubblico/privato. Inoltre, con molta probabilità, Lugano sarà delegata a svolgere la funzione di unica stazione di AlpTransit in Ticino. Nel 1998 il Cantone ha commissionato all'architetto Galfetti lo studio di un Piano d'indirizzi per affrontare e risolvere la situazione urbanistica nella sua complessità. Il Piano è ora oggetto di ulteriori approfondimenti che hanno l’obiettivo di trasformare questa straordinaria area, per ora considerata come un'area di servizio, in un luogo qualificato della Città, capace di attrarre nuovi contenuti commerciali e turistici.

Polo Culturale del Palace

A livello urbano, l'area dell'ex Palace si pone in rapporto con l'area del Parco Ciani determinando due poli che delimitano il centro storico (rivolto verso il lago): entrambi si identificano come luoghi a carattere prevalentemente verde. Il centro focale del progetto è costituito dalla Hall, un edificio trasparente, a contatto diretto con la piazza e il parco. La grande piazza risulta definita dalle facciate della Hall, del museo e del Palace il quale viene rivalutato sia nel suo volume sia negli spazi vuoti.

Nello stesso tempo la chiesa di Santa Maria degli Angioli e l'ex convento si amalgamano con il corpo dello stesso Palace formando un tutt'uno. Il Teatro è caratterizzato da una tipologia chiusa e determina il limite della piazza, la dimensione del parco e delle corti. Il Museo, parallelo alla facciata del Palace, è caratterizzato da un volume allungato che gioca su effetti di vuoti e trasparenze definendo la volumetria e i ritmi della facciata ottocentesca dell’ex Albergo: questi elementi contribuiscono a liberare il Palace stesso verso sud. Una grande copertura vetrata termina i nuovi volumi.

È stato fatto un notevole sforzo per sottolineare l'importanza del parco verso la città. Lo si è considerato oltre il suo limite e lo si è collegato ai principali assi di circolazione. Verso sud troviamo un legame particolare tra parco e piazza con un percorso orizzontale davanti alla facciata del museo; passaggio che si conclude in una terrazza a lago, punto di vista su tutta la città e luogo ideale per la collocazione di sculture quale elemento comunicativo e di richiamo dello spazio culturale.

Lungolago

Costruito a tappe tra la fine Ottocento e inizio del Novecento, il lungolago di Lugano fu un intervento di grande valore urbanistico che seppe non solo risolvere già allora difficili problemi viari e funzionali della Città, ma anche costituire un elemento urbanistico unitario, la cui struttura spaziale e formale assume il ruolo urbano di conferire unità alla discontinuità architettonica dei diversi quartieri della città affacciati sul lago.

Palazzo dei Congressi, Piazza indipendenza e Piazza Castello

La proposta si fonda su una lettura urbana che distingue due Piazze conferendo loro significati diversi: Piazza Indipendenza quale spazio prevalentemente urbano, legato alla Città e alla vita che vi si svolge, e Piazza Castello intesa quale spiazzo antistante al Palazzo dei Congressi, nonché elemento transitorio in dialogo con il Parco.

Campo Marzio Nord

Il progetto prevede la costruzione di un nuovo centro congressuale e fieristico, nonché di un albergo, per rilanciare la tradizione fieristica di Lugano.

Campo Marzio Sud e sistemazione della foce del Cassarate

Zona di ricreazione, sport, svago e di contatto con la natura.
 

Nuovo Quartiere Cornaredo

A partire dal 2009, nella periferia nord di Lugano troverà sbocco la galleria che collegherà il centro urbano con l'autostrada. Con la realizzazione della galleria di 3 km, sono previsti altri interventi per la gestione della mobilità, tra cui un grande nodo intermodale con posteggi di attestamento per pendolari. La realizzazione del piano dei trasporti è considerata un'opportunità per lo sviluppo e la riqualificazione delle aree periferiche. Il Nuovo Quartiere Cornaredo (NQC), che si estende su circa 1 milione di metri quadri, diventerà la nuova prestigiosa "porta di accesso" al polo urbano.

Per identificare soluzioni urbanistiche che sappiano integrare, in maniera economicamente attrattiva, aspettative formali e vincoli funzionali, nel 2003 è stato promosso un concorso internazionale di urbanistica, per raccogliere e catalizzare idee e soluzioni innovative per affrontare questa sfida. Nell'ottobre del 2004, scegliendo tra 14 progetti presentati, una giuria internazionale d’esperti ha premiato il lavoro di un gruppo interdisciplinare guidato dal prof. Federico Oliva di Milano incaricato di realizzare il Masterplan per il Nuovo Quartiere di Cornaredo.

Università

L’Università rappresenta oggi uno dei fiori all’occhiello della nostra realtà. Nata nel 1996, il suo inserimento nell’area di Molino Nuovo ha permesso una riqualificazione e un rilancio dell’intero quartiere. Dalla sua apertura, la fisionomia dell’area è cambiata di continuo. Ricordo gli interventi architettonici e costruttivi che questa impresa ha comportato per fare fronte alle necessità dello studio: la creazione della Biblioteca, l’Aula magna, la Facoltà di Teologia, La Facoltà di informatica e la costruzione della Mensa. Una realtà che ha permesso al nostro Cantone di affacciarsi al mondo delle Università e di consolidare, grazie alla sua presenza, la nostra forza e presenza culturale, sia rispetto alla Lombardia sia rispetto al resto della Svizzera. La nascita della SUPSI ha poi portato questo processo ad abbracciare altri importanti ambiti di formazione e di ricerca.

L’ambito progettuale e il territorio

La pianificazione di un’intensa attività progettuale è certo uno degli elementi che compongono l’azione di gestione del territorio o di ciò che vorremmo chiamare il processo di trasformazione interno al tessuto urbano, ideato e pensato per incrementare e migliorare il valore delle attività economiche, di servizio e culturali connesse a questi poli della città con contenuti nuovi o, attraverso l’intervento architettonico, con il potenziamento di contenuti preesistenti.

Naturalmente la gestione del territorio deve comprendere gli altri livelli, cosa che richiede un approccio integrato. Lo studio dell’iCUP, che ho citato, mette l’accento su questo aspetto. Di grande interesse è poi il progetto CORO, promosso dai Ricercatori della SUPSI, guidati dall’architetto urbanista Cristina Kopreing Guzzi, che mette in risalto le permanenze nel territorio urbano di Lugano delle rogge del Cassarate, oggi scomparse, a cui nel corso del tempo si legò l’attività manifatturiera e artigianale. Una rilettura che, come dall’intenzione dei promotori, potrà darci stimoli e idee per nuove scelte territoriali.

Per una politica di informazione del territorio

Le città dinamiche si caratterizzano sempre più come elementi connessi in rete su cui corrono, a più livelli, intensi flussi di scambi e informazioni. La realtà territoriale di Lugano s’inserisce a pieno titolo in questo ambito della comunicazione globale e della costruzione attiva di reti tra le città.

Come avete potuto sentire, i temi coinvolti da una libera riflessione sulla gestione del territorio designano un’importante valenza culturale e scientifica. Oggi la presenza dello studio universitario in città, dell’Accademia, di diversi istituti di ricerca, della SUPSI stessa, mette a disposizione del politico, che deve proporre, discutere e prendere decisioni, un importante know how, sempre aggiornato. 10 anni fa dovevamo andare a Zurigo per trovare qualcosa di analogo.

I piani di analisi affrontati, certo per sommi capi, e per i quali si ricerca una visione integrata, offrono modelli e punti per chiarire, secondo un processo continuo, il progetto della nuova Città.

Per molti anni, la maggior parte dei cittadini, ha avuto un ruolo subalterno alla politica; era per così dire a rimorchio dei decisori e ricevevano informazioni sporadiche e a spicchi. La nuova Lugano, il progetto della sua costruzione, ha dimostrato che le cose sono cambiate, che i cittadini possono essere protagonisti e attivi.

Un tema come questo del territorio, della sua gestione, del suo progetto e della sua conservazione e sviluppo urbano, porta per la sua complessità alla promozione di un progetto per l’informazione sul territorio. Qualcosa che non sia solo appannaggio degli specialisti ma anche dell’uomo della strada, che vuole essere informato e magari partecipe di questa elaborazione.

Integrare l’informazione

Uno degli aspetti portanti della nuova Lugano è stato il progetto di comunicazione e di informazione: la crescente complessità della struttura cittadina e dei suoi problemi richiede la capacità di sintesi dei temi trattati. Ho più volte ripetuto che occorre sollecitare la sensibilità del cittadino per i diversi aspetti, la qualità dell’aria, la gestione dei rifiuti, il risparmio di energia, la mobilità intelligente e sensata. Da una parte si tratta di conoscere i contenuti e le proposte, dall’altra di suggerire i comportamenti adeguati.

Oggi questa informazione esiste, ma è sparsa qua e là, è spesso dispersa in siti o parti di siti disparati. Le AIL fanno una propria politica di informazione, così la Città, la TPL e il Cantone, tutto insomma è disponibile, ma non esiste un disegno unitario, una piattaforma che dia accesso in poche mosse a tutti i problemi legati al territorio e alla sua evoluzione.

Nei primi mesi dell’anno a venire, daremo avvio al progetto di un portale pensato per comunicare i contenuti dei grandi progetti, per presentare gli studi in corso, per consigliare e suggerire al cittadino i comportamenti corretti per essere a sua volta elemento attivo della qualità urbana della città in cui vive. Un progetto che sarà condotto anche attraverso azioni pubblicitarie e di marketing territoriale.

Questo dovrebbe permettere il consolidamento di una cultura del territorio, di quella sensibilità che, in questo come in altri settori, fa di una città una città vitale.

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE