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BERNA"Contro l'aumento dei premi ci vuole la cassa malattia unica"

19.08.14 - 14:15
Per il comitato favorevole, è ora di farla finita con la pseudo concorrenza attuale tra gli assicuratori
Foto Archivio Keystone
"Contro l'aumento dei premi ci vuole la cassa malattia unica"
Per il comitato favorevole, è ora di farla finita con la pseudo concorrenza attuale tra gli assicuratori

BERNA - 

 Basta con l'esplosione dei premi malattia, con la discriminazione delle persone anziane o malate, con le telefonate snervanti di chi vuole farvi cambiare cassa o sottoscrivere una nuova polizza assicurativa. Per porre fine a questa situazione e riportare i costi della salute sotto controllo, l'unica soluzione è una cassa malattia pubblica unica per tutti, ha dichiarato oggi a Berna il comitato a favore dell'iniziativa popolare in votazione il prossimo 28 di settembre.

L'iniziativa - lanciata da PS, Verdi, organizzazioni dei consumatori e pazienti - chiede che l'assicurazione sociale contro le malattie (assicurazione di base) venga esercitata da un unico istituto nazionale, in cui sarebbero rappresentati Confederazione, Cantoni, assicurati e fornitori di prestazioni. Ogni cantone disporrebbe della propria agenzia.

Per il comitato favorevole, è ora di farla finita con la pseudo concorrenza attuale tra gli assicuratori malattia, tutti protesi alla caccia dei "buoni rischi" e poco preoccupanti invece della salute dei pazienti.

Per il consigliere nazionale Stéphane Rossini (PS/VD) è necessario un cambiamento radicale, affinché al centro del sistema sanitario vi siano i malati e non gli interessi delle casse malattia, che pensano solo a lucrare.

A suo parere, con una cassa unica sarebbero possibili risparmi da 700 milioni a un miliardo di franchi, tagliando sui costi burocratici provocati dai cambiamenti di cassa malattia e sul marketing pubblicitario. Non da ultimo verrebbero sgravati i cantoni dai compiti si sorveglianza. "Inoltre non avremmo bisogno di riserve - 6 miliardi di franchi attualmente - ha sostenuto Rossini.

Per la consigliera nazionale Marina Carobbio (PS/TI), una cassa unica faciliterebbe il lavoro dei medici e degli ospedali, che avrebbero un unico interlocutore, ossia la cassa unica, invece delle decine di attori attuali. Oltre ad un risparmio burocratico, ha spiegato la vice presidente del PS, si risparmierebbero mezzi ora destinati alla pubblicità e si porrebbe termine alla discriminazione dei malati cronici.

Rispondendo agli avversari dell'iniziativa che temono l'introduzione di premi unici per tutti, Carobbio Guscetti ha negato che con la cassa pubblica non sarebbero più possibili ribassi per bambini e altre modelli assicurativi. I premi verrebbero fissati a livello cantonale, affinché si possa tenere conto della particolare organizzazione sanitaria di ognuno di essi.

Per Erika Ziltener, presidente della coalizione per una cassa pubblica, il nuovo articolo costituzionale dà ai pazienti un diritto negato finora, ossia la possibilità di far sentire la loro voce in seno al futuro istituto nazionale. È ora di porre fine allo strapotere delle casse malattia, che vessano i pazienti ritardando la consegna di certi medicamenti oppure altre prestazioni necessarie, come la fisioterapia.

Per la consigliera nazionale ecologista Yvonne Gilli (SG), la tanto vantata concorrenza tra casse è un'illusione, se si considera che gli assicuratori sono obbligati a rimborsare un catalogo di prestazione uguale per tutti. "L'unico modo per fare utili è andare a caccia dei buoni rischi, ossia dei pazienti giovani o in buona salute che causano pochi costi", ha spiegato.

Anche se la politica è intervenuta per arginare il fenomeno, "vi sono altri sistemi per aggirare queste disposizioni". Gilli ha citato l'obbligo di anticipare parte dei costi per i medicinali, una pratica che penalizza soprattutto i malati cronici. "Oltre a questo sistema, le casse ritardano sovente i rimborsi, spingendo i pazienti verso altre casse e sbarazzandosi così di clienti poco graditi", ha sottolineato.

Con una cassa unica, ha aggiunto, non avremmo più bisogno di applicare la compensazione dei rischi, né di riserve. Il denaro risparmiato potrebbe venir utilizzato per migliorare la qualità o la prevenzione, un ambito quest'ultimo negletto dalle casse malattia.

Ats

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