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SVIZZERA / ITALIARientro dei capitali, 'moral suasion' per raggiungere l'accordo con la Svizzera

25.06.14 - 19:20
Gli evasori non avranno la possibilità di usufruire un 'condono mascherato', spiegano le autorità italiane: "Nessuna sanatoria" in vista
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Rientro dei capitali, 'moral suasion' per raggiungere l'accordo con la Svizzera
Gli evasori non avranno la possibilità di usufruire un 'condono mascherato', spiegano le autorità italiane: "Nessuna sanatoria" in vista

ROMA - Nessuna sanatoria in vista in Italia per chi ha nascosto capitali all'estero e anzi, l'idea di mettere in campo uno strumento in più di 'moral suasion' per raggiungere l'accordo con la Svizzera già entro il 2014. La proposta di legge sul rientro dei capitali, all'esame della commissione Finanze della Camera non sarà un 'condono mascherato', assicurano sia dal governo sia dalla maggioranza, ma anzi punta a far tornare nella legalità chi ha esportato illegalmente capitali (ma anche chi li ha nascosti 'in casa') senza eccessivi sconti, puntando peraltro a raggranellare cifre che nessuno si sbilancia a dire ufficialmente ma che potrebbero essere sopra i 5 miliardi dell'ultimo scudo tremontiano.

 

A far discutere in queste ore è stata proprio la possibilità (agitata in particolare da Sel e dal Movimento Cinque Stelle) che si stesse cercando di concedere corsie preferenziali eccessive a chi si è sottratto al fisco: "Non ci sono né sanatorie né condoni - fanno sapere dal Tesoro dopo che in mattinata già era intervenuto il sottosegretario all'Economia Giovanni Legnini - e le tasse si pagheranno per intero nella misura dovuta. La riduzione riguarda solo le sanzioni".

 

Intanto la commissione è in stand by in attesa di una nuova riscrittura del testo da parte del relatore, Giovanni Sanga (Pd), che punta a correggere le procedure previste per chi vuole sanare la sua posizione. Inizialmente si era indicata la via del 'ravvedimento operoso speciale' per chi sceglieva di mettere in regola i capitali nascosti in Italia.

 

Ora invece si dovrebbe andare nella direzione di una procedura identica per le due tipologie di evasori (estero e Italia), attraverso un modulo messo a punto ad hoc dall'Agenzia delle Entrate. Un dibattito, quello sulle procedure, giudicato poco rilevante dal capogruppo del Pd in commissione Marco Causi, secondo il quale meglio sarebbe discutere della proposta dei democratici di introdurre "in questo provvedimento la riforma del reato di riciclaggio", invece di aspettare l'approvazione dell'intero pacchetto anticorruzione.

 

Senza l'introduzione dell'autoriciclaggio, è il ragionamento, il rientro dei capitali rischia di trasformarsi in un'arma spuntata. E in effetti anche questo sarebbe uno dei nodi ancora oggetto di confronto con il governo. In ogni caso non si tratta di sanatorie perché, si spiega anche nella maggioranza, l'emersione non sarà anonima (come fu per i capitali 'scudati') e si pagherà l'intera imposta, mentre sanzioni e interessi saranno ridotti con un sistema 'graduato', anche in relazione alla provenienza dei capitali emersi: chi si è nascosto in un Paese 'black list' infatti, pagherà di più di chi ha scelto uno Stato della 'white list'.

 

E proprio questa meccanismo potrebbe incentivare la Svizzera a chiudere l'accordo per lo scambio di informazioni con l'Italia: le nuove norme prevedono infatti che i clienti di Paesi nella black list che però siglano accordi (entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge) vengano considerati come provenienti da Paesi della white list (pagando quindi di meno per mettersi in regola).

 

L'accordo con Berna sarebbe comunque alle porte, tanto che a Roma fonti vicine al dossier prevedono la chiusura entro fine anno. Ma non si corre il rischio che con norme troppo penalizzanti i capitali semplicemente migrino altrove? "No, li beccheremmo ovunque", si assicura, anche in virtù della guerra internazionale lanciata dal G20 ai paradisi fiscali.

 

Ats Ans

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